Sull'emersione dei lavoratori in nero c'è «una condivisione di fondo, sottolinea la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese riferendosi al piano di regolarizzazione degli immigrati su cui il governo sta lavorando non senza tensioni. Già, perché se i primi avversari di qualunque provvedimento in questa direzione sono Meloni e Salvini, anche nella maggioranza c'è chi frena. «Continueremo a fare tutto quello che serve a fare emersione di lavoro nero, italiani o stranieri. Ma se c'è una sanatoria modello Maroni, Bossi, Fini e altri noi non ci stiamo», dice Vito Crimi, capo politico M5S, ospite di 'Mattino 24', su Radio 24.
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«Ieri abbiamo avuto degli incontri. Riguarderà anche tanti italiani oltre che gli stranieri - spiega Lamorgese a Radio Anch'io - C'è la necessità di far emergere questi lavoratori non solo per garantire i diritti delle persone, ma anche per esigenze di sicurezza sanitaria che in questo momento sono necessarie. Stiamo lavorando e spero che nelle prossime ore si riesca ad arrivare ad un testo definito».
Pd, Italia viva e Leu vorrebbero procedere rapidamente, magari inserendo la sanatoria nel decreto maggio da portare al prossimo Consiglio dei ministri, ma il Movimento 5Stelle non ci sta, minaccia barricate prova a far slittare il provvedimento.
Stop anche ai permessi di soggiorno temporanei, dice Crimi, perché «consentiamo a queste persone di continuare a svolgere lavoro nero e di essere oggetto di sfruttamento». Il capo M5S annuncia invece la norma proposta dal Movimento 5 stelle per «consentire a chi percepisce reddito di cittadinanza, Naspi e altre forme di andare a svolgere questi lavori» come ad esempio nell'agricoltura «senza perdere il diritto a quel reddito».
La proposta di regolarizzazione parte dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova (Iv), che spinge per regolarizzare i migranti impegnati nei campi ma, oltre ai braccianti, la sanatoria dovrebbe riguardare anche colf e badanti. Bellanova parla di 600.000 persone.
Riunione con il settore agricolo e agroalimentare, insieme al Pres. @GiuseppeConteIT e @SPatuanelli, @CatalfoNunzia e @gualtierieurope. In questi mesi la filiera ha continuato a garantire cibo al Paese, ma le criticità sono forti e il prossimo decreto dovrà farsene carico. pic.twitter.com/mTfdJdlTz7
— Teresa Bellanova (@TeresaBellanova) May 6, 2020
Quella sulla regolarizzazione «non è una battaglia strumentale per il consenso.
«Puntiamo - ha proseguito la ministra - a concedere un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi, rinnovabile per altri sei, per le aziende e le famiglie che vogliono regolarizzare. Ci sarà anche un contributo per lo Stato, anche se non bisogna esagerare: si tratta di persone sfruttate per 3 euro l'ora facendo concorrenza sleale alle imprese che rispettano le regole». Bellanova non si è espressa sulle stime che parlano di 600mila persone interessate da un provvedimento di emersione dal lavoro nero. «Non sono in grado di dirlo, si tratta di chi può avere un contratto. Partiamo dai lavoratori nei campi, altrimenti qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di far marcire i prodotti nei campi, e dalle badanti», ha osservato.
«Se c'è un ministro di un settore strategico come l'Agricoltura che minaccia le dimissioni sull'ipotesi di regolarizzazione di 600mila lavoratori irregolari, se c'è un contrasto nel governo su questo è gravissimo. sarebbe un pessimo segnale per chi lavora e paga le tasse regolarmente», attacca Matteo Salvini a Skytg24. «Io poi ovviamente sono contrario a una maxisanatoria di massa. A un settore strategico come quello dell'agricoltura serve un intervento immediato a fondo perduto e non regolarizzazioni», ha concluso.