Migranti, a Malta un'intesa a metà: dai barchini ai rimpatri ecco i buchi dell'accordo

Migranti, a Malta un'intesa a metà: dai barchini ai rimpatri ecco i buchi dell'accordo
Migranti, a Malta un'intesa a metà: dai barchini ai rimpatri ecco i buchi dell'accordo
di Marco Conti e Cristiana Mangani
Martedì 24 Settembre 2019, 07:22 - Ultimo agg. 10:45
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Se persino Matteo Salvini cerca di prendersi i meriti dell'intesa raggiunta ieri a Malta dal suo successore («sono stato io sollevare il problema»), è il segnale che stavolta l'Europa fa sul serio. Al punto che persino il sovranista, dopo aver debitamente tentato di ridimensionare l'accordo, è costretto a prendere atto che qualcosa si è mosso. Su ciò che però il ministro degli Esteri Luigi Di Maio definisce «un primo passo», restano ancora alcune incognite che potrebbero essere definite nella riunione dei ministri dell'Interno prevista in Lussemburgo e nella riunione dei ministri degli Esteri dell'Unione. Incognite e ostacoli dovuti innanzitutto dal numero dei Paesi europei che decideranno di aderire.

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Le ipotesi parlano di 10-12. Dalla Finlandia al Lussemburgo, dal Portogallo all'Olanda, ma bisognerà aspettare l'8 ottobre, giorno in cui si terrà il vertice dei ministri dell'Interno, per capire in concreto come verrà accolto da tutti. La linea ribadita a Malta è quella di trovare una formula per punire quei paesi che diranno no anche se nel testo non si fa riferimento a sanzioni. L'ipotesi più probabile è quello di inserire la mancata adesione al meccanismo delle quote al criterio della condizionabilità.

Ovvero in sede di discussione del bilancio europeo e distribuzione dei fondi strutturali, potrebbe essere inserito un requisito che li condiziona al rispetto delle intese raggiunte e della adesione ai principi comunitari. In questo modo non solo le quote dei migranti diventeranno requisito, ma anche il rispetto, per esempio, dei principi dello stato di diritto per cui i governi sovranisti di Polonia e Ungheria sono sotto procedura. Problemi in vista per i paesi di Visegrad, in testa l'Ungheria del sovranista Orban, che dall'Europa riceve miliardi di euro salvo tirarsi fuori dai meccanismi di solidarietà.

«Il nostro obiettivo ambizioso è di ampliare il più possibile il numero dei paesi disposti ad accogliere. La bozza va nella giusta direzione e abbiamo sciolto nodi politici complicati» dice il ministro Lamorgese facendo capire chiaramente che ci vorrà comunque tempo: «Ogni giorno ha la sua pena e questo è un buon giorno». Altro tema che resta fuori dall'intesa sono gli arrivi sui barchini fantasma scoperti ieri anche dall'ex ministro Salvini che per mesi si è occupato solo delle navi delle Ong. Nell'accordo non sono citati anche se stanno diventando per l'Italia una vera e propria emergenza, visti i numeri di questi ultimi mesi. L'Italia conta di bloccare le partenze su mini imbarcazioni, alzando il livello dei controlli sulle coste libiche. Ma non sarà facile anche se l'arrivo del brutto tempo è destinato a rallentare le partenze. Sui rimpatri il ministro Di Maio ha promesso «novità» a breve anche se il rischio è una riedizione della fallimentare strategia di relocation del 2015, che non ha mai funzionato. L'Italia spinge per accordi europei di rimpatrio che Bruxelles dovrebbe inserire in tutte le intese con i Paesi del Nord Africa interessati ad avere rapporti economici con l'Unione.

IL RINVIO
Ammorbidito anche il meccanismo della rotazione volontaria dei porti che rischia di partire con il piede sbagliato: Spagna e Grecia stanno già accogliendo un elevato numero di migranti. Più di quanti ne abbia ricevuti l'Italia nel corso del 2018: a Madrid 65.301 persone, ad Atene 32.501, nel nostro Paese 23.370. Insomma, potrebbero semplicemente dirsi indisponibili ad appoggiare Italia, a meno di non rientrare anche loro nella ridistribuzione europea. E ancora: va definito chi si occuperà concretamente di queste ricollocazioni. L'Italia pretende che sia Frontex, o in qualche altro modo l'Ue, a pagare per un meccanismo d'altronde controllato da Bruxelles. Ma ieri questo aspetto non sembra essere stato trattato. Appuntamento a Lussemburgo.
 

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