Migranti, Roberti: «È tempo che Bruxelles passi dalle parole ai fatti»

L'eurodeputato Pd ed ex procuratore: «Vergogna, queste morti vanno impedite»

Franco Roberti
Franco Roberti
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 1 Marzo 2023, 08:21 - Ultimo agg. 10:54
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«Penso che dovremmo vergognarci di parlare soltanto senza fare niente di concreto, queste morti si potrebbero impedire. È dal 2013, dal naufragio di Lampedusa, che assistiamo impotenti a queste tragedie in mare. Ma la responsabilità non è dei singoli governi, è dell'Unione Europea». Franco Roberti, europarlamentare del Pd, da ex procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo dal 2013 al 2017, ha affrontato più volte sul campo il tema delle migrazioni anche per quanto concerne i pericoli connessi al terrorismo. L'ultima tragedia di Cutro lo ha lasciato nello sconforto, sono anni che Roberti organizza e prende parte a convegni e dibattiti sul tema dei migranti chiedendo uno scatto dell'Ue.

Giorgia Meloni ha scritto una lettera a Bruxelles per chiedere una scossa. Può essere utile?
«La premier ha fatto benissimo a scrivere per provare a sollecitare un intervento. La lettera di Meloni è utile, ma poi bisogna che l'Ue passi dalle parole ai fatti. Il problema a Bruxelles dovrebbe essere già conosciuto, purtroppo qui si ragiona sempre come se gli sbarchi fossero solo un problema italiano, greco o spagnolo. Finché non si ragiona sul fatto che il tema delle migrazioni è un fenomeno che impatta sulle frontiere europee non cambierà nulla».

Si è provato a cambiare i Trattati di Dublino in passato, ma riforme annunciate e poi mai effetive. Ora si può smuovere qualcosa?
«Ci fu un tentativo di superare i Trattati ed Elly Schlein fu la relatrice ombra di quella proposta che prevedeva il principio che i migranti giunti sulle nostre coste fossero migranti giunti su suolo europeo e, pertanto, ogni singolo Paese avrebbe dovuto farsene carico.

Non si fece più nulla perché si opposero i paesi di Visegrad e tutto è rimasto come prima. La Commissione guidata da Ursula Von der Leyen non ha neppure più riproposto la misura perché evidentemente non ha la forza politica per far passare una svolta di questo tipo. Adesso si parla di introdurre un compromesso creando un meccanismo di solidarietà tra Paesi. Purtroppo, anche questa volta, l'impressione è che si parli di aria fritta, l'ennesimo accordo al ribasso».

Perché?
«Perché finché non saranno cambiati i trattati europei che consentono ad un singolo Stato di porre un veto per bloccare un provvedimento non si riuscirà mai ad incidere. Per me bisognerebbe introdurre il voto a maggioranza e farlo con chi c'è, chi non vuole cambiare i trattati può pure uscire dall'Ue. Con queste regole non si cambierà nulla non solo sui fenomeni migratori, ma anche sull'approvvigionamento energetico, sulla guerra in Ucraina, sui cambiamenti climatici».

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Come si eviteranno allora altre tragedie come quella avvenuta Cutro?
«Ci vorrebbe una nuova missione Mare Nostrum europea, con fondi europei e impegno politico da parte dell'Ue. E poi serve una lotta senza sosta al traffico di esseri umani. Dopo la strage di Lampedusa, nel 2013, provammo con la Procura nazionale a creare una task force investigativa europea. Purtroppo, dopo tanti anni, è evidente che nemmeno in questo c'è una volontà comune ad impegnarsi in questo tipo di indagini che sarebbero cruciali per scardinare il meccanismo dei trafficanti».

Anche Meloni sostiene che bisogna fermare le partenze all'origine, ha ragione?
«Se non si fermano i trafficanti non si fermeranno le partenze, l'unico che ha fatto qualcosa di concreto su questo è stato Marco Minniti quando era ministro dell'Interno. Il problema, anche qui, è europeo: si fa pochissimo sul piano della cooperazione giudiziaria».

A provare a salvare i naufraghi sono rimaste le ong, vanno arginate perché possono favorire i trafficanti?
«Le ong fanno ciò che possono in condizioni difficilissime. È vero che in passato qualcuna è stata in contatto con trafficanti, ma oggi fanno un'attività meritoria. Il tema è che non può essere affidato a loro il search and rescue. Su questo anche Frontex ha fallito perché non c'è volontà politica dell'Ue né sui salvataggi né sull'accoglienza».

Eppure la Ue ha offerto una risposta unitaria e coraggiosa contro la crisi economica provocata dal Covid varando il Next Generation Ue, è stato l'ultimo battito d'ali di farfalla?
«Spero di no: dobbiamo lavorare per l'obbligo di accoglienza di ogni Paese europeo per i migranti che arrivano. Chi non accetta dovrebbe essere messo fuori dall'Ue. Serve un impegno economico anche per l'integrazione, se oggi le statistiche indicano che la criminalità nelle nostre strade è a maggioranza di persone straniere è perché prima non abbiamo fatto nulla per far integrare queste persone. Ci vuole un piano Marshall europeo per accoglienza e integrazione».

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