«Omicidio colposo», Open arms denuncia ma il Viminale rilancia

«Omicidio colposo», Open arms denuncia ma il Viminale rilancia
di Sara Menafra
Domenica 22 Luglio 2018, 08:30 - Ultimo agg. 23 Luglio, 09:37
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È scontro aperto tra la ong spagnola Proactiva Open Arms e il Viminale. Appena giunto sull'isola di Maiorca, l'equipaggio ha presentato denuncia per omissione di soccorso sia contro la Libia, sia contro l'Italia perché i due stati, in modi diversi, sarebbero responsabili dei mancati soccorsi alla donna camerunense trovata sui rottami di un gommone affondato, con accanto i corpi di una ragazza e di un bambino, morti: «Speriamo che d'ora in poi sarà aperta una indagine e il caso arriverà al tribunale nazionale, dobbiamo sapere esattamente cosa è successo», ha scritto il fondatore dell'organizzazione spagnola, Oscar Camps su Twitter, per poi inviare virtualmente una cartolina a Matteo Salvini (sempre attraverso il social network) firmata anche dalla donna soccorsa, Josefa. La denuncia è stata sottoscritta anche dalla star della Nba, che era a bordo, Marc Gasol.
 
Salvini non ha risposto ma il Viminale ha replicato informalmente: «Non meritano risposta le ong che insinuano, scappano, minacciano denunce ma non svelano con trasparenza finanziatori e attività» (in realtà sul sito Proactiva Open arms è presente un bilancio sintetico), «qualcuno strumentalizza una vittima per fini politici». E ancora: «Noi denunceremo chi, con bugie e falsità, mette in dubbio l'immensa opera di salvataggio e accoglienza svolta dall'Italia». Alla nave, prosegue il ministero dell'Interno, era stato offerto un approdo in Italia, in un porto provvisto di celle frigorifere per conservare i corpi.

La vicenda, non ancora chiarita del tutto, è dello scorso 17 luglio. Josefa, camerunense di 40 anni, ai soccorritori di Open Arms ha raccontato che ad affondare il gommone e lasciare lei, una donna e un bambino in mare, sarebbe stata la Guardia costiera libica perché rifiutavano di salire sulla motovedetta. Il Viminale aveva bollato la notizia, rilanciata dalla ong come fake news perché una giornalista tedesca ha filmato nelle stesse ore un salvataggio libico e si dice certa che in mare non ci fosse nessuno. Sia lei, sia la Guardia costiera libica, però, aggiungono che nelle stesse ore di soccorsi in mare ce ne sono stati due, anche se i tripolini assicurano che in nessun caso sono rimaste persone in acqua.

La Guardia costiera italiana ha specificato di non essere «mai stata coinvolta nel soccorso al gommone ritrovato» da Open Arms, ma l'indagine spagnola potrebbe rivelarsi comunque insidiosa per l'Italia. Il colonnello Tofag Scare, intervistato da La Stampa, ha raccontato che a chiedere un intervento in soccorso del gommone è stato il mercantile spagnolo Triades che ha poi proseguito la navigazione. Non è chiaro chi abbia fatto la scelta di lasciar andare il mercantile che era più vicino ai naufraghi, in attesa dell'arrivo di una delle quattro motovedette libiche, visto che alcune di queste operazioni sono state in passato coordinate dall'Italia o dalla base della Marina di stanza a Tripoli.

L'eventuale ritardo o l'errore, se non fosse provata la scelta deliberata, potrebbe bastare a provare l'omissione di soccorso.

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