Morta Desideria Pasolini dall’Onda, fu tra i fondatori di Italia Nostra

Ricevette nel 2002 dal presidente Ciampi il titolo di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica

Morta Desideria Pasolini dall’Onda, fu tra i fondatori di Italia Nostra
Morta Desideria Pasolini dall’Onda, fu tra i fondatori di Italia Nostra
Sabato 30 Ottobre 2021, 15:53 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 02:22
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L' amore per l'arte e la bellezza del paesaggio sono stati la sua ragione di vita, sempre animata da un fortissimo senso civico. «Se c'è da combattere io combatto», amava ripetere anche al traguardo dei cento anni Desideria Pasolini Dall'Onda, storica cofondatrice di Italia Nostra. E davvero la sua è stata un'esistenza fitta di battaglie, impegnata negli anni Cinquanta contro le speculazioni edilizie che dopo il fascismo avrebbero voluto brutalizzare ancora il centro storico della capitale e poi decenni più tardi contro Berlusconi e Tremonti, i tentativi di privatizzazione dell'arte e dei musei, la salvaguardia delle campagne. 

 

<h2>Avrebbe compiuto fra qualche mese 102 anni</h2>

Discendente di una delle più antiche e colte famiglie ravennati, i capelli di un biondo quasi rosa che ne raccontavano antiche origini sassoni, avrebbe compiuto fra qualche mese 102 anni.

Si è spenta nella notte a Roma e con lei se ne va l'ultima testimone di quel gruppo incredibile di intellettuali, da Giorgio Bassani a Umberto Zanotti Bianco, da Elena Croce a Pietro Paolo Trompeo, Luigi Magnani, Filippo Caracciolo, Hubert Howard che nel 1955 diedero vita all'associazione per tanti decenni influente coscienza critica dello sviluppo italiano.

Anni e battaglie che lei ricordava come una grande e bellissima avventura, una campagna di giustizia partita quasi d'impeto, spiegava solo un anno fa intervistata dall'amico Vittorio Emiliani, con la telefonata di Elena Croce, la figlia del filosofo, dopo le polemiche scoppiate per il progetto di un intervento edilizio nel centro della capitale. In quel caso erano insorti gli intellettuali, il possibile scempio era stato fermato, ma si sentiva il bisogno di un impegno costante su questi temi e fu così che si decise di dare vita all'associazione, della quale Desideria Pasolini dall'Onda fu anche appassionata presidente, dal 1998 al 2005.

«Si trattava di ribellarsi agli sventramenti che nel dopoguerra continuavano come e più di prima - spiegava lei qualche anno fa intervistata per il bollettino dell'associazione - si trattava di salvare i centri storici dalla cosiddetta ricostruzione selvaggia, si trattava, ad esempio a Roma, di battersi contro l'ennesimo scempio annunciato, un'arteria parallela al Corso a partire da piazza di Spagna. E si trattava di salvare l'Appia Antica, che senza il nostro impegno sarebbe oggi uno stradone cementificato come tanti altri». Una militanza, la sua, dallo sguardo sempre ampio: «Il compito di Italia Nostra non si esaurisce nel salvare dal degrado monumenti antichi, bellezze naturali o opere di ingegno. - ripeteva - Italia Nostra persegue un nuovo modello di sviluppo, fondato sulla valorizzazione dell'inestimabile patrimonio culturale e naturale italiano, capace di fornire risposte in termini di qualità del vivere e di occupazione».

Alle spalle una famiglia aristocratica, liberale e illuminista, con grandi e secolari proprietà agricole tra Romagna e Toscana, ma anche tanti esempi di impegno politico e civile, un nonno soprintendente. Laureata in lettere, una passione per i corsi di Cesare Brandi, impegnata anche come traduttrice per Eugenio Montale, raccontava con rimpianto di non essere riuscita a proseguire con lo studio dell'architettura. Ma sono stati i giardini e le campagne, la meraviglia e l'unicità del paesaggio italiano la sua passione più grande, tanto da trasformare la tenuta di famiglia in un campo di pratica per le coltivazioni biologiche. «L'agricoltura pulita - diceva - dovrebbe essere un pilastro della nostra economia, soprattutto per i giovani».

Nel 2002 l'allora presidente Ciampi la premiò con il titolo di Cavaliere di Gran Croce al merito. Ma già dagli esordi l'associazione aveva raccolto il sostegno di grandi personalità da Adriano Olivetti a Luigi Einaudi. Intorno a Desideria Pasolini dall'Onda, negli anni si sono stretti intellettuali come Nicola Caracciolo e Antonio Cederna, architetti e urbanisti come Vezio De Lucia, Italo Insolera , Leonardo Benevolo, Bernardo Rossi Doria. Grazie al suo impulso venne creato un gruppo di lavoro che dette contributi significativi alla definizione dei contenuti del Codice Urbani sui beni culturali e il paesaggio. L'associazione oggi la piange con Ebe Giacometti, presidente uscente che ne ricorda impegno e battaglie: «La vorremmo avere ancora al nostro fianco in questa nuova stagione di investimenti che rischia di trasformarsi in una stagione di consumo di suolo». Con lei, sottolinea il ministro della cultura Franceschini, l'Italia «perde una voce importante dell'impegno civile per la salvaguardia del patrimonio culturale e del paesaggio».

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