Fondi russi alla Lega, l’audio di Mosca: matrice italiana, Vannucci indagato

Carroccio e Russia L’audio di Mosca: matrice italiana Vannucci indagato
Carroccio e Russia L’audio di Mosca: matrice italiana Vannucci indagato
di Claudia Guasco
Venerdì 19 Luglio 2019, 01:54 - Ultimo agg. 19:55
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Un’ora e un quarto di audio registrato un tavolo dell’Hotel Metropol. Oggetto della discussione tra italiani e russi, tre per parte, è una presunta compravendita di petrolio grazie alla quale sarebbero confluiti 65 milioni di dollari di fondi neri nelle casse della Lega. La conversazione è agli atti dell’inchiesta della procura di Milano e gli inquirenti la stanno ancora analizzando, ma sono già arrivati una prima conclusione: «È presumibile che la registrazione sia di matrice italiana», affermano.

«MATERIALE INTERESSANTE»
Sull’identità di colui che ha consegnato il file ai magistrati nulla trapela, tuttavia il fatto che a captare il colloquio d’affari sia stato uno degli italiani sposterebbe l’ambito di influenze dell’intrigo internazionale. Di certo, a questo punto, è che tutti e tre i protagonisti che hanno partecipato al vertice con i russi sono indagati per corruzione internazionale. Dopo il leghista Gianluca Savoini e l’avvocato romano Ginaluca Meranda, i pm hanno proceduto all’iscrizione di Francesco Vannucci. Due giorni fa gli uomini della guardia di finanza hanno bussato alla porta della sua villetta a Suvereto, in provincia di Livorno, e si sono recati in un deposito dove Meranda, sfrattato per morosità dall’ufficio, custodisce le sue carte. Mentre in precedenza sono stati a casa di Savoini. E nelle perquisizioni è stato trovato «materiale interessante», rilevano gli inquirenti che pur non sbilanciandosi sulla mole di documenti cartacei e informatici acquisiti, lasciano intendere che si tratta di documentazione utile alle indagini. I protagonisti, per il momento, scelgono la linea del silenzio: dopo Savoini, anche Maranda si è avvalso della facoltà di non rispondere. Alle tre del pomeriggio di ieri, con circa mezz’ora di anticipo rispetto all’orario fissato, l’avvocato ha varcato il portone principale della caserma del Nucleo di polizia economico finanziaria di via Fabio Filzi a Milano: giacca blu, cravatta verde, occhiali scuri, era accompagnato dal suo difensore, il professor Ersi Bozheku, 37 anni, di origini albanesi, con carriere accademica sia in Italia sia a Tirana. È uscito dopo nemmeno un’ora, giusto il tempo di redigere il verbale in cui dichiara di non rispondere, ribadendo quanto scritto nei giorni scorsi e cioè che «lo scopo dell’incontro del Mteorpol era prettamente professionale e si è svolto nel rispetto dei canoni della deontologia commerciale».

Quanto a Vannucci, si ipotizza che per lui possa essere seguito lo stesso schema usato dai pm per gli altri due indagati: dopo le perquisizioni la convocazione per l’interrogatorio, all’inizio della prossima settimana. In procura i pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta stanno mettendo a punto le prossime mosse: devono perfezionare la rogatoria in Russia che riguarda in particolare i flussi finanziari, mentre sarà la finanza ad analizzare l’abbondante materiale sequestrato per trovare i riscontri.

I DOCUMENTI
Intanto, secondo anticipazioni di stampa, la trattativa con i russi «non è finita il 18 ottobre 2018», ma sarebbe proseguita anche dopo l’incontro nella hall dell’hotel Metropol» con altre due offerte. «La proposta di acquisto, scritta su carta intestata, riguarda 6 milioni di tonnellate metriche di carburante: tre di gasolio Ulsd e 3 di cherosene per aerei di tipo A1. E lo sconto richiesto, il cui controvalore sarebbe servito a finanziare la Lega, è del 6,5%. Le condizioni scritte ricalcano quelle pianificate al Metropol». A supportare ciò sarebbe una serie di «documenti esclusivi» di due proposte commerciali. La prima «a Rosneft dieci giorni dopo il summit di affari e politica in cui era presente» Savoini. In quella circostanza le «condizioni indicate» e messe nero su bianco su carta intestata dalla «banca d’affari londinese» di cui è stato reso noto il nome, la Euro-Ib della quale Meranda era consulente, «ricalcano esattamente» quelle del meeting al Metropol. Ma stando alla ricostruzione «la negoziazione è andata avanti almeno fino a febbraio, a tre mesi dalle elezioni europee» e lo confermerebbe «una nota interna di un’altra società di Stato russa, Gazprom, e la risposta inviata direttamente a Savoini dalla banca londinese rappresentata al tavolo di Mosca» da Meranda. 
 

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