Medici senza frontiere in soccorso ai migranti nel Mediterraneo: è scontro Minniti-Delrio, Gentiloni prova a mediare

Medici senza frontiere in soccorso ai migranti nel Mediterraneo: è scontro Minniti-Delrio, Gentiloni prova a mediare
di Alberto Gentili
Lunedì 7 Agosto 2017, 09:22 - Ultimo agg. 20:32
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La parola d'ordine a palazzo Chigi è abbassare i toni, stemperare lo scontro. Anzi, negare che nel governo ci siano due linee contrapposte sulla questione del salvataggio in mare dei migranti. Da una parte il ministro dell'Interno, Marco Minniti, che intende applicare alla lettera il codice di comportamento per le navi delle Ong. Obiettivo: frenare i flussi migratori provenienti dalla Libia e colpire chi è sospettato di collaborare con gli scafisti. Dall'altra Graziano Delrio, il responsabile dei Trasporti da cui dipende la Guardia costiera, deciso a non calpestare (anche per ragioni umanitarie) le regole internazionali del salvataggio in mare. In mezzo, Paolo Gentiloni. Ed è al premier che oggi, in Consiglio dei ministri, toccherà sedare un duello tutto interno al Pd. Con Matteo Renzi più dalla parte di Minniti che di quella di Delrio.

Tutto comincia sabato notte, quando si diffonde la notizia che due unità della Guardia costiera stanno per approcciare Prudence, una nave di Medici senza frontiere (una delle Ong che non ha firmato il codice di comportamento) a 33 miglia da Lampedusa. Il Viminale scende sul sentiero di guerra. I collaboratori di Minniti fanno presente che l'operazione vìola le nuove regole. Per il ministro dell'Interno, infatti, chi non ha firmato il codice «è fuori dalle operazioni di soccorso». Dall'entourage di Delrio viene risposto che l'operazione è concordata. Che «si permette il trasbordo, fuori dalle acque territoriali italiane, per garantire assistenza a 127 migranti da 2 giorni a bordo di una nave cui non è permesso l'accesso in porto, proprio nel rispetto del codice di comportamento» voluto dal Viminale. Si prova a rappattumare con un comunicato in cui Interni e Trasporti sottolineano che alla Prudence è stato negato l'approdo a Lampedusa proprio secondo «il codice di condotta», ma nel rispetto «delle convenzioni internazionali». Peccato che la mattina dopo Medici senza frontiere (Msf) fanno sapere di avere agito su «indicazione del Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma della Guardia costiera».

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