Papà Di Maio, l'ipoteca congelata: ferma negli archivi di Equitalia dal 2010

Papà Di Maio, l'ipoteca congelata: ferma negli archivi di Equitalia dal 2010
di Gigi Di Fiore
Domenica 2 Dicembre 2018, 08:00 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 09:37
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Eccola la grana forse più pesante del padre di Luigi Di Maio. C'entra la ex Equitalia Polis spa (oggi Agenzia entrate riscossione), c'entrano debiti fiscali. Un'ombra a cinque zeri.

È il primo settembre del 2010, quando la Equitalia Polis spa di Napoli, con sede in via Bracco, decide di iscrivere un'ipoteca legale nei confronti di Antonio Di Maio per debiti fino a quel momento mai pagati. L'iscrizione alla conservatoria di Santa Maria Capua Vetere è di due giorni dopo, eseguita entro i 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale. Debiti pregressi, tanto che l'impresa edile di famiglia, la Ardima, dal 2006 è intestata come ditta individuale a Paolina Esposito, moglie e in quel momento docente di lettere, di Antonio Di Maio. L'ipoteca nasce da un credito dell'Equitalia di 176.724,59 euro. Una somma rilevante, naturalmente iscritta, come da prassi, per la somma doppia di 353.449,18 euro. Tre gli immobili ipotecati. Due sono particelle di terreni, quelli di via Umberto a Mariglianella. Si tratta delle già note particelle 811 e 1309. Poi, sempre in via Umberto a Mariglianella, viene ipotecato un fabbricato costruito nel 1981. In otto anni, il debito non è stato mai pagato. In quel momento, Luigi Di Maio aveva 24 anni, era già passato per gli impegni politici universitari, era già iscritto all'albo dei pubblicisti campani e aveva avviato da tre anni l'importante meet up di Pomigliano. Proprio nel 2010, mentre il padre riceve l'iscrizione dell'ipoteca per quel corposo debito con il fisco, Luigi Di Maio si candida a consigliere comunale di Pomigliano, senza riuscire ad essere eletto.
 
Dopo otto anni, su quel debito l'Equitalia, oggi Agenzia entrate riscossione, non ha mai eseguito il pignoramento degli immobili ipotecati ad Antonio Di Maio. Spiega l'avvocato Angelo Pisani, un esperto in materia di contenziosi con l'Equitalia per averne seguito ben 300 ottenendo sentenze che hanno fatto giurisprudenza: «L'Equitalia, notificata la cartella, può ipotecare immobili, o agire con un fermo su beni mobili. Quando il credito supera i 120mila euro e non è stato pagato, esegue il pignoramento degli immobili. Questo in teoria, ma spesso si verificano delle disparità di trattamento per cui debitori milionari non ricevono ipoteche né pignoramenti, mentre chi ha debiti di poche centinaia di euro sì. Negli uffici, si giustificano rispondendo che dipende dagli automatismi dei computer, non da discrezionalità».

Di fatto, dopo otto anni, sia i terreni sia il fabbricato di Mariglianella sono rimasti nella disponibilità di Antonio Di Maio, che tre giorni fa ha inviato due suoi delegati alla verifica chiesta dalla polizia locale di Mariglianella sugli abusi edilizi. E alla prescrizione mancano solo due anni. Dice ancora l'avvocato Pisani: «La strada migliore per un debitore, se non c'è stato il pignoramento, è attendere la prescrizione dell'ipoteca per farsi poi cancellare il debito eccependo l'estinzione».

Su questa vicenda, Luigi Di Maio ha fatto un accenno martedì scorso nella trasmissione di Giovanni Floris. Nel parlare dei terreni, ha dichiarato: «Stiamo discutendo di proprietà che probabilmente finiranno all'asta». Poi nulla più, anche perché nessuno ha approfondito. Sulla questione debiti con Equitalia, mai emersa finora nei dettagli, non c'è stata finora alcuna dichiarazione. Solo chiusure a riccio, soprattutto tra i professionisti che hanno ricevuto incarichi da Antonio Di Maio, come l'avvocato Gaetano Silvestri, o il commercialista Gennaro Giuseppe Allocca.

Valeria Ciarambino, candidata governatore alla Regione Campania nel 2015 e dipendente in aspettativa di Equitalia (negli uffici di via Bracco a Napoli ha lavorato prima dal 2007 al 2008 e poi dal 2011 al 2015), rompe il silenzio su richiesta del Mattino. Si richiama alle dichiarazioni del suo compaesano Antonio Di Maio al Corriere della sera sui «momenti difficili» attraversati. E dice: «Non conosco nel merito la vicenda. Immagino che queste difficoltà siano economiche. In questi anni ho conosciuto tanti piccoli imprenditori che hanno cercato di sopravvivere alla crisi nonostante enormi difficoltà. Tanti hanno perso tutto quello che avevano, tanti anche la casa di famiglia andata all'asta perché non sono riusciti a far fronte ai debiti».

Supposizioni, che sembrano fare al caso anche dell'esperienza di Antonio Di Maio.

Aggiunge ancora Valeria Ciarambino, che un anno dopo l'iscrizione dell'ipoteca era tornata negli uffici di Napoli dopo la parentesi di due anni negli uffici di Equitalia a Udine: «Sono vicende drammatiche su cui non si può fare speculazione politica. Non parliamo di imprenditori che si arricchiscono a danno della collettività, ma di padri di famiglia che lottano per non perdere la propria dignità».

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