Negli ultimi 30 anni la superficie boschiva italiana ha conosciuto una crescita del 20%, consentendo alla Penisola di guadagnare il secondo posto tra i grandi paesi europei con una copertura forestale pari al 38%. In questo contesto, spiega un recente report di Fondazione Symbola, Coldiretti e Bonifiche Ferraresi, il carbonio organico accumulato nelle foreste tricolori è di 1,24 miliardi di tonnellate, pari a 4,5 miliardi di anidride carbonica. Ogni anno, precisano i ricercatori, si parla di 46,2 milioni di tonnellate di Co2 in meno nell’atmosfera, corrispondenti a 12,6 milioni di tonnellate di carbonio accumulato. E il cammino verso la transizione green europea e il contrasto alla crisi climatica potrebbe partire proprio da qui.
Secondo lo studio, infatti, una corretta gestione sostenibile del patrimonio forestale consentirebbe di migliorare del 30% l’assorbimento di anidride carbonica.
Che ruolo possono svolgere le risorse del Next Generation Eu in questo contesto? «Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può avere nei boschi e nelle foreste uno dei suoi punti di forza, a partire da un’alleanza tra pubblico, privato, comunità e cittadini – spiega Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – Gli alberi riducono una parte delle emissioni di Co2, danno più qualità e abbattono l’inquinamento nelle città, e possono rafforzare la filiera del legno importante per il Made in Italy. E la quota più rilevante del Next generation Eu (il 37%) è proprio destinata alla transizione verde». «Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, l’inquinamento dell’aria è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale – aggiunge Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – Bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori».