Via al governo gialloverde: tensioni sull'euro nel primo Consiglio dei ministri

Via al governo gialloverde: tensioni sull'euro nel primo Consiglio dei ministri
di Alberto Gentili
Sabato 2 Giugno 2018, 08:00 - Ultimo agg. 10:16
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«Dimostrerò che non siamo dei marziani e il mio governo non è debole». Determinato ed emozionato. È questa la cifra del primo giorno da premier di Giuseppe Conte. Con un problema non da poco: dimostrare davvero di essere lui al comando e non un mero esecutore, come dicono dall'opposizione e Oltreconfine.
La giornata di Conte, l'«avvocato difensore del popolo», comincia in verità a notte fonda in una pizzeria, quando è ormai trascorsa la mezzanotte. Allegro, il nuovo premier accetta le domande dei giornalisti. La risposta sono una serie di rassicurazioni: «Ci metterò grande forza, grande entusiasmo e determinazione. Voglio lavorare nell'interesse del Paese, degli italiani. Cercherò di fare massimo. L'Italia ha bisogno di fiducia, ha bisogno che si creino i presupposti per poter andare tutti fieri e orgogliosi di questo Paese».

Quando alle dieci del mattino esce di casa (con l'immancabile taxi) per andare a incontrare il presidente della Camera Roberto Fico, Conte si descrive «emozionato», appunto. Ma mostra il piglio giusto quando, entrando a Montecitorio, si imbatte in una delegazione di lavoratori di Fedex-Tnt. Conte non allunga il passo, si avvicina alla transenna e si ferma a parlare: «Vi dovete fidare di tutti i ministri, abbiamo messo su una bella squadra. Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro è Di Maio...». Della serie: tocca al leader grillino risolvervi il problema. I lavoratori non si scoraggiano: «Vi abbiamo messo in questo governo, vi abbiamo votato. E lei è un grande, è l'avvocato di tutti gli italiani». E Conte: «Non sono un grande, lo devo ancora dimostrare». E si infila nel portone di Montecitorio.
 
Alle quattro di pomeriggio tutti al Quirinale. Conte è il primo a giurare nelle mani di Sergio Mattarella. E anche qui non manca l'emozione, come quando poco più tardi passa in rassegna a palazzo Chigi il picchetto d'onore. Si vede che (naturalmente) non ha dimestichezza: sceglie un passo lentissimo che allarma il cerimoniale.

Salito al primo piano del palazzo del governo si trova davanti Paolo Gentiloni. Prolungata stretta di mano a uso di telecamere e fotografi (i giornalisti sono esclusi), poi i due si chiudono nello studio presidenziale per il passaggio di consegne. Gentiloni affida a Conte un dossier di 33 pagine: la sintesi di ciò che ha fatto il governo uscente e delle priorità per il nuovo. Dentro ci sono i punti principali del vertice del G7 in Quebec dove Conte, venerdì, debutterà: cambiamenti climatici, investimenti per la crescita, innovazione tecnologica, parità tra i sessi. E i temi del summit europeo di fine mese: migranti, riforma dell'eurozona, bilancio comunitario. Più i dossier da affrontare in Italia quanto prima: Ilva, Alitalia, migranti. Non manca un accenno al Def, il documento di economia e finanza: il governo uscente si è limitato a un'analisi neutrale, senza alcun proposito programmatico. Questo compito, con una nota di aggiornamento, spetterà proprio a Conte e al nuovo ministro dell'Economia, Giovanni Tria che dovranno indicare i provvedimenti identitari (e di spesa) per il 2019: l'avvio del reddito di cittadinanza, la flat-tax, la revisione della legge Fornero sulle pensioni. Più la pace fiscale: il famoso «saldo e stralcio» delle cartelle Equitalia. Ma questo provvedimento dovrebbe essere varato subito, senza attendere il prossimo anno.

L'incontro dura venti minuti. Poi nello studio presidenziale entrano la sottosegretaria Maria Elena Boschi e il suo successore Giancarlo Giorgetti. I quattro, terminato il passaggio di consegne, si fanno fotografare insieme nella sala dei Galeoni. Con un problema: non si trova la campanella con cui il presidente avvia il Consiglio dei ministri. Il simbolo del potere. Gentiloni sorride divertito. Esclama: «Manca l'oggetto?!». Un commesso arriva trafelato porgendo la campanella al premier uscente. Gentiloni la prova: «Funziona!». Poi la passa a Conte, che scampanella incuriosito. Segue foto con Di Maio e Salvini rimasti in attesa in prima fila.

Comincia la prima riunione del governo giallo-verde. Con «un sentito ringraziamento» al presidente Mattarella, fa sapere Conte in una sorta di retroscena ufficiale. E poi su Twitter: «Un ringraziamento a Gentiloni. Ora al lavoro per il Paese».

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