Pensioni, opzione donna: via i vincoli su figli e assistenza. Pos, la soglia di esenzione scende a 30/40 euro

Ecco alcune delle misure della manovra targata governo Meloni

Pensioni, opzione donna: via i vincoli su figli e assistenza. Pos, la soglia di esenzione scende a 30/40 euro
Pensioni, opzione donna: via i vincoli su figli e assistenza. Pos, la soglia di esenzione scende a 30/40 euro
di Giusy Franzese
Venerdì 16 Dicembre 2022, 22:20 - Ultimo agg. 17 Dicembre, 07:20
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Opzione donna sarà una delle misure oggetto del maxi-emendamento che presenterà il governo. Forte è il pressing affinché la norma, che consente il pensionamento anticipato alle donne che hanno determinati requisiti, sia prorogata nella versione attualmente in vigore: 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi con l’assegno calcolato interamente con il più penalizzante metodo contributivo.

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Opzione donna, cosa cambia

 La proroga però probabilmente - questa era una delle ipotesi - sarà soltanto fino a tutto giugno 2023. 
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, d’altronde non ha mai “digerito” la versione “limitata” varata dal Consiglio dei ministri con i vincoli al requisito anagrafico legato ai figli (58 anni in presenza di un figlio, 59 anni con due, 60 anni senza).

La proroga prevista dal consiglio dei ministri inoltre limita la platea delle beneficiarie a altri vincoli ancora più selettivi: la possibilità di accedere al pensionamento anticipato è consentita soltanto alle donne che, oltre ad avere i suddetti requisiti anagrafici, prestano assistenza a un familiare in base alla legge 104, sono esse stesse invalide al 74% oppure sono lavoratrici di aziende che hanno tavoli di crisi aperti presso il Mimit. In questo modo la platea delle potenziali beneficiare sarebbe drasticamente ridotta a meno di tremila donne. 

I pagamenti con il Pos

La soglia si abbasserà da 60 a 40 euro, o forse anche a 30 euro. Si tratta ancora sulla questione del Pos e sulla cifra sotto la quale commercianti, esercenti, professionisti, o prestatori di servizi vari (vedi anche i tassisti) non saranno più obbligati, dal primo gennaio 2023 ad accettare pagamenti elettronici. Di certo, dopo il giudizio di Bruxelles sulla manovra (positivo, ma con alcuni rilievi) che ha acceso un faro anche su questa misura del Pos, il governo ha deciso di abbassare la soglia. Sul dove si deve fermare l’asticella però continuano le interlocuzioni all’interno di governo e maggioranza. 

La situazione

Attualmente c’è l’obbligo di accettare anche i micro-pagamenti al di sotto dei 30 euro attraverso bancomat o carte di credito. Chi si rifiutava rischiava il pagamento di sanzioni. Ovviamente il consumatore era libero di pagare in contanti, se preferiva. I commercianti però si sono sempre lamentati degli alti costi delle commissioni bancarie sul Pos. L’obbligo di consentire i micro-pagamenti con moneta elettronica è stato varato dal Governo Draghi nell’ambito degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di contrasto all’evasione. In una prima versione del testo della legge di Bilancio si rinviava la questione a un decreto ministeriale per stabilire le eccezioni fino a 30 euro, sospendendo nel frattempo le multe. Poi il testo definitivo ha direttamente escluso le sanzioni per i dinieghi relativi a transazioni fino a sessanta euro.

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