Salvini-Orban, patto anti-migranti. Premier ungherese: «Sei il mio eroe»

Salvini blinda l'asse sovranista con Orban. Premier ungherese: «Sei il mio eroe»
Salvini blinda l'asse sovranista con Orban. Premier ungherese: «Sei il mio eroe»
Martedì 28 Agosto 2018, 16:41 - Ultimo agg. 29 Agosto, 15:01
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«Siamo vicini a una svolta storica per il futuro dell'Europa: io e Viktor, ognuno nel proprio campo, stiamo lavorando per un'alleanza che escluda i socialisti. Oggi comincia un percorso». Matteo Salvini, al termine dell'incontro milanese con il premier ungherese, rinsalda l'asse sovranista in vista delle prossime europee di primavera e lancia una bordata contro il presidente dei ben più vicini «cugini» francesi: «basta lezioni, apra Ventimiglia». Ancora è presto per parlare della cosiddetta «Lega delle Leghe», di una lista unitaria. 

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Lo stesso Salvini chiarisce che non sta chiedendo al premier magiaro di lasciare il Ppe, ma certamente tra i due qualcosa si sta muovendo. I cronisti chiedono se questo vertice rappresenti un cambio nella politica estera italiana. «Il Presidente del Consiglio - risponde Salvini - sta incontrando un altro premier, Tria in Cina, sempre Conte ha fatto visita a Trump. È una politica estera a 360 gradi, puntiamo a non avere nemici, per rilanciare l'economia». Un appuntamento politicamente rilevante, questo in Prefettura, contro cui, per la prima volta, la sinistra unita è in piazza, in migliaia a San Babila, a manifestare a favore dell'accoglienza e l'integrazione. Contro di loro, la reazione infastidita del ministro dell'Interno: «La sinistra non può decidere chi devo incontrare o no. Sono sorpreso della loro sorpresa, poi - conclude - non possono sorprendersi se la gente non li vota più», Un feeling forte quello tra il segretario leghista e Orban, oggi in cravatta verde, non solo politico ma anche personale. «Se si presentasse da noi vincerebbe le elezioni, meno male che non lo fa...», ironizza il premier ungherese. E ancora, ricorda la simpatia nata nei banchi del Parlamento di Strasburgo: «quando tutti ci attaccavano, Matteo ci difese. Noi non dimentichiamo», prosegue. E Salvini replica con altrettanta gentilezza: «sono qui da segretario di partito e da milanista, visto che la prima visita in Italia di Viktor è stata a Milanello». 
 
 

Lui stesso, al termine del suo pranzo a Brera, ha assicurato di aver chiesto e ottenuto il «permesso» di vedere Salvini direttamente da Berlusconi. Tra i due, com'è noto, c'è piena identità di vedute sul tema dell'immigrazione: «Noi abbiamo dimostrato che i migranti si possono fermare via terra, fisicamente e giuridicamente. Matteo sta dimostrando che si può fare anche dal mare. Stiamo con lui, è il nostro eroe, lo invitiamo a non mollare», si scalda Orban. Siamo uniti dalla blindatura dei confini europei, c'è totale sintonia anche nell'attaccare il principale nemico comune, Emmanuel Macron, identificato come il «capo del partito che vuole i migranti», sintetizza sempre Orban. E Salvini va oltre. Replicando alle critiche del presidente francese al governo turco, torna sulla polemica sulla frontiera ligure: «Invece di criticare Visegrad e dare lezioni a governi stranieri, Macron dia l'esempio e apra il confine di Ventimiglia». Quindi ribadisce che non arretra di un millimetro dopo la vicenda Diciotti: «Nessuna indagine o processo mi farà cambiare idea. La Marina militare deve vigilare la sicurezza delle coste italiane. Conto che non si riproponga un problema simile. Ma se dovesse capitare - aggiunge - mi comporterò nella stessa maniera». 
 
 

E ammonisce che «se non cambieranno le regole di alcune missioni internazionali e navali», il governo a «farne anche a meno», pur di andare contro chi «incredibilmente qualcuno prima di noi firmò un accordo per far arrivare tutti i migranti in Italia».
Contro l'asse Lega-Orban nessun commento da parte di M5s. Ma a volte il silenzio è rumoroso. Si scatena invece l'opposizione: il leader dem, Maurizio Martina lancia l'allarme contro «chi vuole riportare l'Europa agli anni '30». Molto duro anche Roberto Speranza (Leu): «Orban e Salvini soffiano sulle paure di tanti. Pensano di farci tornare al passato peggiore dell'Europa, ma non ci riusciranno». 

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