Il Papa in Campidoglio: messaggio su Roma e sulla piaga corruzione

Il Papa in Campidoglio: messaggio su Roma e sulla piaga corruzione
di Franca Giansoldati
Martedì 26 Marzo 2019, 08:29 - Ultimo agg. 12:58
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CITTÀ DEL VATICANO A due mesi dalle europee Papa Francesco sale sul Campidoglio con un occhio rivolto all'Europa. È un implicito messaggio quello che vuole consegnare a ricordo della sua visita. È racchiuso nel dono che ha scelto per i politici romani: per la sindaca Virginia Raggi e per i consiglieri ai quali, al termine dei discorsi, consegnerà un libro che raccoglie tutti i discorsi fatti in questi sei anni di pontificato sul tema europeo. Il recupero della memoria, l'importanza delle radici cristiane, la tutela della vita, il lavoro per il bene comune, la lotta alla corruzione. Bergoglio alle 10,30 diventerà Civis Romanus, esattamente come i suoi predecessori, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. In questi sei anni il Papa argentino ha colmato parecchie lacune su Roma, se si pensa che nel 2013, quando fu eletto, ammetteva serenamente di non conoscere tanto la sua diocesi, ancor meno la città, fatta eccezione per alcune zone del centro, dove aveva risieduto nei suoi soggiorni da cardinale. Oggi, invece, possiede una ottima conoscenza del territorio così come dei mali che lo attanagliano e che segue con attenzione attraverso le colonne del nostro giornale che legge ogni mattina.

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Francesco ha visitato decine di parrocchie periferiche, ascoltato il grido delle persone che lo avvicinavano alle udienze, senza contare la corrispondenza con alcuni parroci. A questo si aggiunge il buon rapporto maturato con la sindaca grillina. Inutile dire che per la traballante giunta Raggi messa a dura prova da fatti legati alla corruzione e alla mala gestione - la visita in sè assume i contorni di una benedizione, un toccasana, un qualcosa di provvidenziale che arriva a rafforzarla. La sindaca con il tempo ha ammorbidito il suo approccio con il Vaticano, correggendo le rigide coordinate del suo rapporto con il pontefice che dovevano tener conto delle sollecitazioni della base grillina. Tante richieste che un tempo erano assillanti, come per esempio alcune questioni fiscali ancora aperte, si sono smorzate progressivamente. Ma si sa che il Campidoglio val bene una messa, come insegnava Enrico di Navarra. Così, anche per la sindaca, il rapporto istituzionale con il Papa non poteva che evolversi, e sfociare in un rapporto quasi filiale. Papa Francesco ha accettato la visita nonostante il periodo elettorale (le europee), mandando in soffitta la regola vaticana di non accettare inviti a scadenze politiche ravvicinate. Dal discorso che il Papa farà si capirà il suo amore per la diocesi. Un discorso sicuramente alto, che punta a sollecitare la riscoperta della missione unica di Roma.

Non solo solidarietà ma scoperta della fede. Un altro tema, legato alla sua predicazione, e contenuto in tanti documenti papali, potrebbe essere la corruzione. Papa Francesco in passato la ha definita una «bestemmia», la peggior piaga sociale, un «cancro che logora le nostre vite». Forse elencando le piaghe di Roma ne farà cenno, magari auspicando quella «conversione» che non ha paura di fare i conti con la realtà.«Roma necessita di una rinascita morale e spirituale», aveva detto il 15 giugno 2015 aprendo il convegno ecclesiale. Lo scorso dicembre, davanti alla sindaca, in piazza Mignanelli, aveva imbastito una preghiera non solo per sostenere «coloro che rivestono ruoli di maggiore responsabilità» per in quali invocava «spirito di servizio», in aggiunta chiedeva alla Madonna la grazia di non far perdere ai romani la loro grande dote: la pazienza. «Penso anche a una grazia ordinaria per la gente che vive a Roma: quella di affrontare con pazienza i disagi della vita quotidiana». Chiedeva che non venisse meno «la forza di non rassegnarci, anzi, di fare ogni giorno ciascuno la propria parte per migliorare le cose». Un anticipo della passione che metterà anche stamattina nei discorsi nell'aula consigliare e nel saluto dalla loggia del Palazzo Senatorio.
 

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