Pd, corsa alla segreteria: ora Renzi punta su Minniti

Pd, corsa alla segreteria: ora Renzi punta su Minniti
di Nino Bertoloni Meli
Venerdì 12 Ottobre 2018, 10:30 - Ultimo agg. 15:24
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Preceduto da un lavorio che dura da settimane, se non da mesi; accompagnato da un manifesto dei 13, un appello di tredici sindaci (Nardella, Ricci, Gori, De Caro tra questi) che ne perorano la candidatura, Marco Minniti è pronto a scendere in pista. Oggetto: la futura leadership del Pd. L'annuncio ufficiale avverrebbe intorno a domenica, giusto il tempo di rovinare la kermesse che Nicola Zingaretti ha organizzato per quella giornata per lanciare in grande la propria candidatura. Che adesso non sarà più solitaria, unica o non contesa. Adesso il congresso del Pd entra nel vivo. O, secondo la versione di altri, potrebbe finire piuttosto nel binario morto. «Ora Zingaretti capirà che il congresso non lo vince più con una passeggiata, ma lo perde, e allora vuoi vedere che alla fine verrà rinviato?», spiega chi conosce bene umori e orientamenti dem. Secondo altri, il rinvio del congresso dem avverrà per motivi oggettivi, «la situazione politica e finanziaria è sul punto di precipitare, questi al governo non andranno lontano, e noi che facciamo, ci mettiamo a litigare su chi deve fare il segretario?».
 
Come che sia, la scelta di Minniti, che in mattinata ha avuto un lungo colloquio con Delrio, ha già contribuito a smuovere le acque. Acquisizioni già date per scontate, son tornate in discussione. «Che faranno Franceschini, Gentiloni, che già si sono spesi per Zingaretti?», chiedevano con risposta incorporata alcuni renziani. Lo stesso per quanto riguarda Maurizio Martina, l'attuale segretario, che se pure aveva accarezzato l'idea di scendere in pista, adesso molto probabilmente ci ripenserà, visto che si troverebbero in tre a competere tutti provenienti dalla stessa area politica, i Ds. Minniti, dunque. Candidato di una vasta area interna al Pd, non renziano e neanche sotto tutela renziana, autonomo ma personaggio sul quale la maggioranza uscente renziana punta per rivincere il congresso.

Lo spiega in serata Ettore Rosato, uno dei colonnelli che Franceschini ha perso proprio per aver voluto appoggiare Zingaretti: «Bene l'appello dei sindaci per Minniti, il Pd deve restare un grande partito con una forte spinta riformista», dove l'ex capogruppo intende far notare che con Zingaretti tutto questo non sarebbe possibile. Ma nella maggioranza ex renziana non sono rose e fiori. Viene data per scontata la defezione dell'area di Matteo Orfini, che con Minniti è sceso in polemica sull'immigrazione, pronta a puntare sulla giovane turca Chiara Gribaudo. Così i candidati alla futura segreteria del Pd diventano una decina, tra ufficiali, aspiranti, possibili e sussurrati (Minniti, Zingaretti, Martina, Richetti, Boccia, Damiano, Corallo, Guelmini, Gribaudo).

«Che la forza sia con noi, ci servirà molto», risponde a distanza il governatore del Lazio, che invoca «una nuova speranza». Domani e domenica all'ex dogana di San Lorenzo, a Roma, celebrerà la sua Piazza Grande. Una due giorni con poco Pd e molta società civile: amministratori, associazionismo cattolico, spettacolo. Gli esponenti dem a parlare sul palco saranno la deputata Paola De Micheli e l'ex premier Paolo Gentiloni. Quasi 3.000 persone hanno già aderito. Domenica parlerà anche Bernice King, figlia del leader Usa dei diritti civili Martin Luther King. Zingaretti è in movimento e tra le varie società che gli curano i social ha preso anche la Go Project, che si occupa già dei profili 2.0 del ct Roberto Mancini e dell'allenatore della Juve Max Allegri.
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