Pd, il pressing di Letta: «Amendola non lasci». Lui: farò la mia parte

Pd, il pressing di Letta: «Amendola non lasci». Lui: farò la mia parte
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 19 Agosto 2022, 08:59 - Ultimo agg. 16:12
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Alla fine correrà ma, parole di Enzo Amendola, «per spirito di servizio». Nonostante anche il segretario nazionale Enrico Letta riconosca come la sua collocazione, il terzo posto nel listino del Senato a Napoli, sia «particolarmente difficile e impegnativa». Si chiude così, o meglio non si chiude affatto, la vicenda del sottosegretario uscente agli Affari Europei sacrificato nei bilancini delle correnti democrat napoletane nonostante sia stato uno degli artefici del Pnrr e dell'agenda Draghi in Europa. Impossibile trovare una diversa collocazione, Amendola meditava di non accettare la candidatura e non essere della partita del 25 settembre. Troppo amareggiato per la sua collocazione. Poi la svolta ieri dopo il secondo appello pubblico in tre giorni del segretario nazionale Letta.

«La compilazione delle liste è sempre complicata. Ma con l'attuale, assurda, legge elettorale, con la riduzione di un terzo dei parlamentari e con i tempi strettissimi di questa crisi politica, le difficoltà sono aumentate esponenzialmente», premette il segretario Letta che aggiunge: «Al punto da creare, al momento della formale approvazione delle liste, situazioni non volute e davvero spiacevoli come quella che a Enzo Amendola - una delle personalità più rilevanti della nostra politica europea nonché di quella del governo Draghi - assegna una prospettiva di candidatura particolarmente difficile e impegnativa». Si dice «politicamente e personalmente davvero dispiaciuto» Letta prima di fargli un nuovo appello «affinché, nonostante questo, sia con noi in questa competizione elettorale così importante e serve una figura come la sua».

Non è solo un riconoscimento della figura del lavoro del sottosegretario in questi anni ma anche, fa capire Letta, come ci siano stati errori nella compilazione delle liste. Facendo finire un politico come Amendola, molto vicino al premier Draghi ed al presidente Mattarella tra l'altro, in una posizione che rende difficile se non impossibile la sua elezione.

E da qui, da questa corsa in salita, Amendola dalla notte di Ferragosto stava pensando di farsi da parte. Amareggiato, ha raccontato ai suoi in queste ore, per una collocazione complicatissima nella sua Campania dove pure non sono mancati i paracadutati.

E senza che si trovasse una nuova sistemazione perché anche i collegi rimasti vuoti sono appannaggio degli alleati. Insomma una situazione di amarezza a cui si aggiunge anche una poca vicinanza della comunità del suo partito.

«Tranne Letta e Gentiloni, nessuno del Pd mi ha chiamato. Eppure - si è sfogato con i suo in queste ore nel suo ufficio romano per chiudere tutti gli affari correnti del governo Draghi con la Ue - l'hanno fatto moltissimi politici degli altri partiti...Incredibile». Infastidito per giunta dagli appelli a correre comunque da parte di chi si ritrova al caldo e in un posto da sicura elezione. Poi alla fine ieri la decisione di correre per spirito di servizio anche per gli appelli, quelli privati, arrivatigli da imprenditori ed intellettuali. Non prima di un giro di telefonate con il sindaco Manfredi e con il governatore De Luca che Amendola considera «gli unici due politici veri in Campania», dice sempre ai suoi facendo intendere come ce l'abbia a morte con il Pd campano che l'ha sacrificato al momento della composizione delle liste.

«Per cultura politica e personale sono sempre convinto che il noi venga prima dell'io. La mia è una candidatura di servizio, per rispetto degli elettori e militanti del pd che hanno sostenuto il lavoro svolto in Europa in questi anni. Come sempre, con disciplina e serietà», scrive Amendola dopo l'appello pubblico di Letta, chiarendo come sarà della partita. E, Letta a parte, è il leader di Azione Carlo Calenda che twitta apprezzamento per la scelta del politico campano. Intanto in queste ore si sta ultimando il risiko dei collegi uninominali da parte del centrosinistra. Il deputato uscente Paolo Siani dovrebbe andare nel collegio della Camera Acerra-Portici mentre Sandro Ruotolo, senatore uscente, va nell'uninominale Campania 1 di Torre del Greco (sempre Camera). Rimane poi da assegnare il collegio di Napoli città e potrebbe andarci il ministro Luigi Di Maio.

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