Naufragio Cutro, Piantedosi: «Mi assumerò le mie responsabilità». E Mattarella va a Cutro

Piantedosi: Frontex non segnalava pericoli. Schlein: «Deve dimettersi»

Naufragio Cutro, Piantedosi: «Frontex non aveva segnalato pericolo. Poi c'è stato peggioramento meteo»
Naufragio Cutro, Piantedosi: «Frontex non aveva segnalato pericolo. Poi c'è stato peggioramento meteo»
Mercoledì 1 Marzo 2023, 15:19 - Ultimo agg. 16 Ottobre, 12:13
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«Se c’è stata una debolezza del ministero mi assumerò e mi assumo tutte le mie responsabilità». Sul tragico naufragio di Cutro - dove questa mattina si recherà in visita il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - Matteo Piantedosi non ha intenzione né di tirarsi indietro davanti alle indagini né di dimettersi come chiesto dalle opposizioni, e soprattutto dalla neo-segretaria del Pd Elly Schlein.

 

Piantedosi: «Catena comando soccorsi? Se dico qual è sembra accusa»

Audito in Commissione Affari Costituzionali della Camera, il titolare del Viminale non solo si è detto pronto a tornare in Aula «ogni volta che volete» per riferire sulla gestione dei soccorsi, ma ha anche ribadito come sarebbero false le ricostruzioni che raccontano di un mancato intervento delle autorità italiane a seguito delle segnalazioni di Frontex. «L’assetto aereo di Frontex - ha spiegato Piantedosi - che per primo aveva individuato l’imbarcazione non aveva segnalato una situazione di pericolo o “di stress” a bordo, indicando la presenza di una persona sopra coperta, di altre sotto coperta e una buona galleggiabilità dell’imbarcazione.

Poi le condizioni meteo sono peggiorate diventando particolarmente avverse». 

Migranti, Piantedosi: Frontex non aveva segnalato pericoli. Schlein chiede le dimissioni del ministro: parole indegne sul naufragio di Cutro

L’ATTACCO 

Gli «apparati dello Stato» coinvolti in eventi di questo genere meritano «il rispetto e la riconoscenza di tutti» ha anzi contrattaccato Piantedosi, professando il suo orgoglio per essere definito «questurino». «Orgoglio di essere stato un funzionario dello Stato» ha detto, prima di incassare l’offensiva di Schlein. Nel suo primo intervento alla Camera da leader dem, la deputata ne ha infatti chiesto le dimissioni. «Utilizzeremo ogni atto ispettivo sulle responsabilità del ministro dell’Interno Piantedosi» le parole di Schlein, che oggi peraltro sarà alla camera ardente delle vittime allestita al PalaMilone di Crotone. Quello stesso palazzetto che ospita le 67 bare dei migranti morti in mare in cui in mattinata arriverà anche Mattarella. Il presidente però, prima sarà all’Ospedale San Giovanni di Dio, dove si trovano ricoverati molti dei superstiti al naufragio. Tornando all’intervento della segretaria del Pd, i toni ieri in Aula sono stati durissimi. Piantedosi ha usato «parole indegne» e «inadeguate al ruolo» ha aggiunto, dicendosi così da un lato pronta ad attendere «le risultanze delle indagini», ma dall’altra convinta della sussistenza di «responsabilità politiche» che dovrebbero indurre a una «riflessione molto profonda di Giorgia Meloni»

«Mi assumerò responsabilità se c'è stata debolezza ministero»

Un convinzione condivisa anche da M5s, Terzo polo e Verdi-Sinistra. Se Carlo Calenda ad esempio si iscrive alla schiera di chi chiede le dimissioni del ministro, Riccardo Magi, segretario di +Europa, non esclude una mozione di sfiducia su cui far convergere tutti: «Se decideremo di presentare la mozione di sfiducia ci confronteremo sul testo con gli altri gruppi» ha spiegato. Un’offensiva in piena regola contro cui, mentre la premier è in volo per l’India, la maggioranza prova a fare quadrato attorno. In primis Salvini che, difendendo a spada tratta il suo ministro, definisce «morti annunciate» quelle dei migranti irregolari che attraversano il Mediterraneo. Più tiepida invece la reazione di FdI, con la premier che ad onor del vero evita di intervenire direttamente sulle polemiche. Anche perché, secondo chi le ha parlato negli ultimi giorni, sarebbe rimasta «dispiaciuta» per le uscite di Piantedosi. Nonostante questo però, il suo ruolo di ministro non è da considerarsi in discussione. Un “dispiacere” interno al centrodestra che risulta evidente anche ad ascoltare il fedelissimo meloniano Francesco Lollobrigida. In Transatlantico, mentre lo scontro esplode in Commissione, il ministro dell’Agricoltura prima difende Piantedosi e poi aggiunge che «approfondire» è utile a tutti per arrivare alla «verità». Un atteggiamento che, spiegano ai vertici dell’esecutivo dietro garanzia di anonimato, è dettato dal «mancato sostegno ricevuto dalla Lega quando sotto accusa si sono ritrovati Donzelli e Delmastro». Una timidezza più o meno riscontrabile anche nell’approccio adottato dal titolare della Farnesina Antonio Tajani che però sposta l’attenzione sull’attività svolta da Piantedosi sui «corridoi umanitari» organizzati per la Libia, sugli altri interventi fatti per soccorrere «le persone in difficoltà». Il meccanismo però questa volta quantomeno si è inceppato ma «i chiarimenti arriveranno, c’è un’indagine, la magistratura farà chiarezza su tutto».

 

 

IL SINDACATO 
A cercare di far chiarezza però, non saranno solo i giudici. Ieri infatti i dem hanno annunciato che presenteranno un atto di sindacato ispettivo in Parlamento non solo per Piantedosi ma anche nei confronti di Salvini - a cui fa capo la Guardia di Finanza - per spiegare cosa è andato storto al largo di Crotone. Una richiesta che non è escluso possa finire con il coinvolgere anche la premier che a metà mese, mercoledì 15 marzo, risponderà al suo primo question time alla Camera. 

 

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