Terremoto, Pinotti: «Pronti altri 500 militari anti-sciacalli»

Terremoto, Pinotti: «Pronti altri 500 militari anti-sciacalli»
Mercoledì 2 Novembre 2016, 08:33 - Ultimo agg. 08:51
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Altri 500 militari per vigilare sulle case degli sfollati contro gli sciacalli: «Le spese per le forze armate non servono soltanto per la Difesa, ma per dare sicurezza ai cittadini». Così, in un'intervista al Messaggero la ministra della Difesa Roberta Pinotti. «In Consiglio dei ministri abbiamo messo a punto i passaggi urgenti e necessari per l'emergenza, ponendo le basi per la ricostruzione completa e la restituzione ai cittadini di case e attività», spiega. «Molti non vogliono lasciare i paesi. Avremo un percorso a tappe: prima l'impiego dei container in vista dell'inverno, poi le casette provvisorie. Il premier Renzi si è impegnato a ricostruire tutto com'era. Ci aspettiamo la collaborazione di tutte le forze politiche su questo obiettivo che è nazionale, non ha colori di parte». «Oltre ai 1.237 militari con 134 mezzi già sul terreno, siamo pronti a inviare altri 500 uomini, in coordinamento con l'Interno, per presidiare le zone terremotate e prevenire gli atti di sciacallaggio», precisa Pinotti. «Finora abbiamo operato soprattutto per la messa in sicurezza del territorio e degli edifici, per distribuire cibo e generi di conforto, per interventi sanitari e ricognizioni aeree. Abbiamo appena attivato altre 3 cucine da campo da 500 razioni l'una per dare pasti caldi a chi ha deciso di restare».

Intervenuto anche il genio militare, «dopo il 24 agosto abbiamo ripristinato alcuni ponti e la viabilità con by pass stradali per esempio in una frazione di Amatrice. Ma tutti hanno contribuito: Esercito, Aeronautica, Carabinieri, la Marina... Particolarmente colpiti i Carabinieri: distrutte 11 stazioni, una tenenza e una caserma.

Strutture immediatamente sostituite da stazioni mobili». «Negli ultimi 8 anni le forze armate hanno subìto tagli
drastici. Adesso abbiamo stabilizzato il bilancio della difesa e, anzi, stiamo incrementando alcune risorse di esercizio per necessità anche legate alle emergenze di un territorio fragile. Spese per funzioni utili a 360 gradi: cartografia, ospedali, cucine da campo, che richiedono professionalità, strumenti, investimenti. Per le missioni internazionali, ma anche per gli interventi in Italia quando la terra trema o c'è un'alluvione».

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