Pichetto Fratin: «Pnrr, rivedremo opere e costi. Il contesto è cambiato, bisogna adeguare il Piano»

Il ministro dell’Ambiente: «Per spingere le rinnovabili, un tagliando alle procedure. La svolta entro un anno»

Pichetto Fratin: «Pnrr, rivedremo opere e costi. Il contesto è cambiato, bisogna adeguare il Piano»
Pichetto Fratin: «Pnrr, rivedremo opere e costi. Il contesto è cambiato, bisogna adeguare il Piano»
di Roberta Amoruso
Domenica 19 Febbraio 2023, 00:40 - Ultimo agg. 13:35
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Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente, risponde al vero che state rivedendo i costi e le opere del Pnrr?
«Stiamo muovendoci su due fronti. Da una parte si sta facendo una verifica sullo stato di avanzamento degli obiettivi del Pnrr. Su un altro fronte, stiamo verificando sia i costi che la validità delle opere inserite nel Piano, anche rispetto alle previsioni di base». 

Intende dire che vanno aggiornati i costi quindi?
«Un’inflazione dell’8-10% determina senza dubbio la necessità di spostare alcune asticelle, non solo relativamente agli investimenti, ma anche sui tempi di realizzazione». 

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A che punto siete?
«C’è un impegno a chiudere entro aprile. Quindi siamo lavorando per concludere nei prossimi giorni la fase di revisione sulla base delle proposte dei vari ministeri.

Quindi in realtà il dossier va chiuso entro marzo. Poi entro giugno, approveremo l’aggiornamento del Pniec, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030». 

Nel nuovo Piano nazionale sarà incluso anche un ampliamento della capacità di stoccaggio di gas del Paese utilizzando i pozzi esauriti?
«Ci stiamo ragionando: potrebbero essere utilizzati per lo stoccaggio di gas ma anche lo stoccaggio di Co2».

Ministro, l’inverno è andato meglio del previsto. Ma l’anno prossimo senza gas russo, c’è il rischio di rivedere prezzi del gas più alti. Come funzionerà il nuovo meccanismo di prezzi amministrati allo studio del governo per calmierare le bollette?
«Innanzitutto, il nostro Paese deve assicurarsi almeno altri 8 miliardi di metri cubi di gas per il prossimo inverno. È un impegno che possiamo sostenere, anche grazie ai prezzi e al rigassificatore di Piombino operativo da aprile-maggio con i suoi 5 miliardi di metri cubi. Certo, senza il gas russo, dovremo utilizzare al massimo tutte le altre fonti di approvvigionamento. E in questo, i rigassificatori hanno un ruolo cruciale. Sulle bollette, il governo sta valutando quali interventi attuare dopo la scadenza a marzo degli attuali aiuti».

Passiamo alla spinta alle rinnovabili che stenta a decollare. Le semplificazioni contenute nel Decreto Pnrr faranno molto, ma non è la svolta.
«Questo Decreto interviene su alcuni grandi nodi che producevano inutili lungaggini, ma non agisce su tutta la catena. Abbiamo ancora una catena decisionale molto lunga, con troppi passaggi. 

Quindi cosa farete?
È intenzione del governo semplificare il più possibile, tagliando le procedure inutili. Studieremo passaggio per passaggio per correggere le criticità e rendere le opere subito realizzabili».

Ma sarà una revisione?
«Useremo la tecnologie, ci permetterà di tagliare i tempi. Al momento puntiamo almeno a superare i 10 Gigawatt di potenza autorizzata all’anno. Per poi arrivare allo stesso obiettivo di potenza installata».

Quanto tempo ci vorrà per la semplificazione?
«Vogliamo farcela in un anno. È un lavoro complesso e dovremo aprire anche dei tavoli importanti di consultazione e di condivisione con gli enti locali».

Ministro, lo stop alla cessione dei crediti sul Superbonus ha creato il panico.
«È comprensibile che un decreto così, pubblicato in tempi strettissimi in Gazzetta ufficiale, crei un certo disagio tra le imprese. E d’altra parte un po’ disagio era sentito anche dal governo. Per questo l’incontro di lunedì prevede un confronto con i rappresentanti del sistema delle imprese, ma anche con Sace e Cdp, enti di stato che saranno utilizzati per trovare una soluzione allo smobilizzo dei crediti incagliati. È un anno che si dibatte su questo ed è interesse di tutti cercare una soluzione».

Cosa proporrà l’Italia per scongiurare gli effetti della Direttiva Ue sulle case green?
«Su questo deve ancora iniziare il cosiddetto “trilogo”, la trattativa tra le posizioni della Commissione, il parere del Consiglio energia e il parere del Parlamento europeo. Naturalmente l’Italia farà sentire la sua voce e difenderà le sue peculiarità, visto che ha l’85% di case proprietà, in cui si trova custodito il risparmio delle famiglie, oltre ad avere un ricco patrimonio storico. Nessuno mette in discussione l’obiettivo di abbattere le emissioni di Co2, ma vogliamo valutare tutte le modalità, gli obiettivi della direttiva e soprattutto la tempistica». 

Certo anche lo stop ai motori diesel e benzina un bel pasticcio per un Paese come l’Italia.
«Abbiamo il 20% del nostra manifattura sul settore auto. Dobbiamo tutelare l’occupazione. E anche le case automobilistiche vanno coinvolte in questo confronto da avviare a livello europeo. Serve un percorso di accompagnamento».

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