Pnrr, ok dell'Ue al pagamento della rata (da 19 miliardi). «Ma ora fate le riforme»

E Giorgetti sblocca 8 miliardi per fronteggiare il caro materiali per i progetti del Pnrr

Ue, ok alla rata del Pnrr. «Ma ora fate le riforme»
Ue, ok alla rata del Pnrr. «Ma ora fate le riforme»
di Andrea Bassi
Sabato 3 Dicembre 2022, 08:00 - Ultimo agg. 13:01
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Giancarlo Giorgetti è ottimista. Entro la fine dell'anno l'Italia centrerà i 55 obiettivi previsti dal cronoprogramma del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, e chiederà all'Ue il pagamento del terzo assegno di 19 miliardi di euro. Gli uomini della Commissione europea, arrivati a Roma per verificare lo stato dei progetti, confermano le aspettative. 

«Questa settimana siamo qui per la terza richiesta di fondi», ha spiegato Declan Costello, vice capo della task force europea, in un'affollata sala al quartier generale della Guardia di Finanza, con gli onori di casa fatti dal generale Giuseppe Zafarana. «Torneremo a Bruxelles incoraggiati», ha aggiunto Costello, «perché si stanno facendo progressi, siamo abbastanza ottimisti che la terza richiesta possa essere portata a termine in tempo».
Ma oltre i toni morbidi e le aperture di credito, emerge chiaramente la complessa trattativa che Roma e Bruxelles stanno conducendo dietro le quinte. Il ministro Raffaele Fitto, che sul piano è titolare di tutte le deleghe, ha ricordato agli uomini della task force che «il Pnrr è stato pensato prima della guerra. Oggi», ha detto, «abbiamo priorità di carattere energetico collegate alle difficoltà di tutti i Paesi europei, in particolare il nostro, e l'aumento dei costi delle materie prime che impatta». Da Pescara, il ministro del made in Italy, Adolfo Urso, è stato più esplicito. «Stiamo valutando», ha detto, «di chiedere all'Ue una revisione parziale del piano». Gilberto Pichetto, ministro della Transizione, ha lamentato che a causa dei rincari, il costo dei programmi assegnati al suo dicastero è già aumentato di 5 miliardi. Il capo degli emissari europei Eric Von Breska non ha chiuso completamente la porta alle modifiche.

Ma ha avvisato che i «cambiamenti devono essere molto mirati» e comunque, ha detto, «bisogna mantenere la concentrazione» sul raggiungimento degli obiettivi. Una cosa per Von Breska però deve essere chiara: la scadenza del 2026 non potrà essere scavallata. Non solo. Il suo vice Declan Costello, ha sottolineato che «la Commissione Ue è pronta a guardare con attenzione ad adeguamenti» dei costi «se necessari, su specifici progetti. Ma stiamo parlando», ha precisato, «soltanto di investimenti. Non si può tornare indietro e ridurre l'ambizione delle riforme».

L'Italia comunque, vuole dimostrare che sul piano sta facendo sul serio. Come dimostra la firma di Giorgetti in calce al decreto che ieri ha sbloccato 8 miliardi di euro per fronteggiare il caro materiali proprio per i progetti del Pnrr e per quelli complementari. Lo sblocco dei fondi consentirà di avviare entro il 31 dicembre 2022 le procedure di affidamento degli interventi. 

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La volontà di andare avanti, insomma, è chiara. Ma anche la consapevolezza che difficilmente tutti i progetti potranno essere portati a termine. Giorgetti ha già chiesto una lista al ministro Fitto con le priorità. La stessa Commissione è consapevole delle difficoltà. «Il governo italiano», ha spiegato von Berska, «deve pensare a progetti maturi, già disegnati, perché se non sono pronti non si riesce a farli e rischiate di perdere i fondi». Cosa che, ovviamente, Roma non vuole. Anzi. Presto si aggiungerà un uovo capitolo al Pnrr italiano, quello del RepowerEu. Il governo sta attendendo che la Commissioni approvi definitivamente il regolamento che stabilisca i contorni degli investimenti. Il nuovo capitolo del Pnrr avrà a disposizione tra i 3 e i 5 miliardi a fondo perduto, ai quali potrebbe aggiungersi una quota di prestiti oltre a una fetta dei fondi di coesione. Come saranno usate queste nuove risorse? Il RepowerEu permetterà di usare i finanziamenti non solo per le rinnovabili, ma anche per le infrastrutture legate al gas, come le navi gasiere, i rigassificatori o la rete dei tubi. Ma in realtà, se entro marzo del prossimo anno, i prezzi dell'energia non dovessero rientrare, non è nemmeno escluso che una quota dei fondi possa essere usata per aiuti mirati alle famiglie più in difficoltà. La rimodulazione degli obiettivi del Pnrr, insomma, potrebbe passare per questo capitolo aggiuntivo. 

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