«Pressioni per favorire collaboratrici»: chiesti due anni e mezzo per Maroni

«Pressioni per favorire collaboratrici»: chiesti due anni e mezzo per Maroni
di Francesca Brunati
Giovedì 22 Marzo 2018, 20:21 - Ultimo agg. 23 Marzo, 09:47
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Le «insistenze» di Roberto Maroni per ottenere che Expo si «accollasse le spese» della trasferta a Tokyo di Maria Grazia Paturzo, la temporary manager assunta dalla società incaricata di organizzare l'Esposizione universale con cui «aveva una relazione sentimentale». E poi il suo ruolo di «sponsor», «ispiratore» per garantire a Mara Carluccio un contratto con Eupolis, ente di Regione Lombardia, che lei stessa si sarebbe «ritagliata in base alle sue competenze». Sono questi alcuni dei punti della requisitoria del pm Eugenio Fusco che ha chiesto, pur con le attenuanti generiche, la condanna a due anni e mezzo di carcere per il Governatore uscente lombardo, tra gli imputati per la vicenda delle presunte pressioni per far ottenere il viaggio in Giappone e un lavoro a tempo determinato alle due donne, sue collaboratrici quando era ministro dell'Interno e, per tanto, «di stretto interesse del Presidente». Chiesti anche 2 anni e 2 mesi per il capo della sua segreteria politica Giacomo Ciriello, 1 anno e 800 euro di multa per Andrea Gibelli, allora segretario generale del Pirellone e 10 mesi e 800 euro di multa per Carluccio. Le accuse a vario titolo sono induzione indebita e turbata libertà di scelta del contraente.

«Sono tranquillo - ha detto Maroni -. Le accuse formulate contro di me oggi dal pm Fusco sono ridicole, totalmente prive di riscontri in fatto o in diritto e sono già state giudicate infondate dalla Corte di Appello di Milano, che ha assolto per gli stessi fatti Christian Malangone», ex dg di Expo. Una sentenza questa che il pubblico ministero ha "bocciato", ritenendo invece che quella dell'allora numero uno della Regione fosse «una pressione, una induzione indebita» e non una «sollecitazione» per strappare, dopo un primo no di Giuseppe Sala, al suo bracco destro Malangone la «promessa» di un via libera alle spese del viaggio a Tokyo per Paturzo la quale poi "scomparve" quando Maroni cambiò programma e scelse una nuova destinazione: Berna.

E sono "tutte balle" le spiegazioni date dall'ex Presidente e dalle difese per cui la rinuncia alla missione in Giappone sarebbe stata dettata dall'"incongruenza" del programma con la sua agenda. Per il Fusco, il motivo sarebbe stato il "malessere" di Isabella Votino, la sua portavoce, che non vedeva di buon occhio la Paturzo. Il pm oltre a dire che Paturzo sarebbe stata assunta per via di una "raccomandazione" di Maroni "accettata" da Sala ( anche se poi il suo ruolo in Expo sarebbe stato "tendente all'insignificante, praticamente zero"), ha puntato il dito anche contro il contratto con Eupolis di Mara Carluccio, anche lei Wsponsorizzata" dall' ormai ex inquilino del Pirellone. E tutto ciò per concludere che le due donne, "in tutta questa storia non si sono mai mosse e sono rimaste sempre a Roma, in piazza del Gesù", dove ha sede un distaccamento di Regione Lombardia, "andando in ufficio quando volevano". "Questo credo sia una grande anomalia - ha sottolineato facendo notare che tutta la vicenda si è svolta nel settore pubblico - così come l'eccessiva rapidità nelle procedure di assunzione per entrambe".

Fusco ha chiuso il suo intervento chiedendo la trasmissione degli atti in procura per falsa testimonianza per Paturzo, Votino e per la sua amica l'avvocato Cristina Rossello, neo eletta a Montecitorio nelle file di Forza Italia perché hanno negato al Tribunale la relazione sentimentale "inconfutabile", tra Maroni e la Paturzo, che se solo fosse stata "ammessa avrebbe rafforzato l'assunto accusatorio".
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