«Io non ho promesso nulla», ha sempre chiarito la neo segretaria durante la campagna elettorale riferendosi ai futuri incarichi di partito ma è chiaro come il suo Pd sarà diverso. Giovani, molte donne e apertura all'esterno. Lo sa bene chi, in queste settimane, si è trovato ad affrontare il nodo da inserire nelle lista dei delegati. Con un'attenzione particolare direttamente della Schlein per gli under 40 e le donne evitando nomi usurati o cliché di vecchia classe dirigente.
È chiaro che nella nuova segreteria troveranno spazio i big della sua mozione ma ieri pomeriggio già si vedeva il colpo d'occhio: sulla terrazza del Nazareno, affacciata sui tetti del centro storico di Roma, l'età media era attorno ai 40 anni. Marco Furfaro, Chiara Gribaudo, Marco Sarracino, Alessandro Zan e Francesco Boccia a fare gli onori di casa, era la sintesi del «team Elly».
E sono loro che troveranno spazio nella nuova segreteria. A cominciare da Marco Sarracino, neo deputato 33enne e segretario napoletano uscente, che in questa campagna è stato coordinatore organizzativo della mozione. Per lui quasi sicuramente la responsabilità dell'organizzazione nazionale del partito. Per Boccia, ex ministro pugliese ma napoletano di adozione (è il commissario campano uscente) che ha evitato le facili sirene bonacciniane schierandosi anche contro i governatori Emiliano e De Luca, un ruolo di primo piano nella segreteria del Pd. Con una delega sul Mezzogiorno o, ancora, potrebbe diventare il nuovo capogruppo al Senato.
Ma uno spazio negli organismi dirigenti dovrebbe essere riservato anche agli ex Articolo 1. A cominciare dal coordinatore Arturo Scotto, 44 anni di Torre del Greco ma eletto a settembre in Toscana. Dalla società civile, invece, ancora dalla Campania potrebbe essere ritagliato un ruolo per il giornalista ed ex senatore Sandro Ruotolo che con la vittoria della Schlein si iscriverà al partito. Più giù dalla Calabria potrebbe entrare l'ex bersaniano Nico Stumpo mentre, sempre da Napoli, un incarico di primo piano potrebbe averlo Teresa Armato, esponente dell'area Franceschini e attuale assessore alla Cultura della giunta Manfredi.
La prima mossa è chiara: «Dopo la straordinaria partecipazione alle primarie vogliamo lavorare per aprire il prima possibile il nuovo tesseramento», annuncia la Schlein. È un modo per aprire le porte del partito, certo, ma anche una risposta chiara a chi, tra i sostenitori del suo avversario, sottolinea con insistenza come il voto dei gazebo non corrisponda a quello dei circoli (dove Bonaccini aveva vinto con il 52,9 per cento). «La lettura va capovolta - spiegano i suoi - il problema è che gli iscritti sono troppo pochi, la base si è consumata negli anni». Comunque sia la Schlein punta a non tagliare i ponti con la mozione sconfitta. In quest'ottica potrebbe esserci un incarico per l'europarlamentare Ue di Caserta Pina Picierno. In Parlamento, invece, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, come è in uso al cambio di leadership nel partito, hanno già detto che sono pronte a rimettere il mandato da capogruppo (e così i vice). Per sostituirle in pole ci sarebbero Francesco Boccia al Senato e Simona Bonafè (in quota Bonaccini) alla Camera. Se invece a Montecitorio la scelta cadesse su Peppe Provenzano, vicino alla neosegretaria, alla guida del gruppo di palazzo Madama potrebbe andare la senatrice napoletana Valeria Valente, che ha invece sostenuto il governatore dell'Emilia. Solo ipotesi perché, dicono dalle parti dal Nazareno, non ci sono stati incontri o richieste da parte della mozione uscita sconfitta dal congresso.
Ma tutto passerà per l'assemblea che sarà probabilmente convocata il 12 marzo, a cui spetta l'elezione formale della nuova segretaria. E a cascata i nuovi gruppi dirigenti.