Primarie Pd, Bonaccini chiama De Luca jr: «Recuperare il contatto col territorio»

Il figlio del governatore coordinerà le iniziative politiche e il programma del Mezzogiorno

Stefano Bonaccini ad Avellino con Piero De Luca
Stefano Bonaccini ad Avellino con Piero De Luca
di Luigi Basile
Lunedì 9 Gennaio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15:59
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«Sull'autonomia differenziata siamo pronti al confronto nel merito, ma se pensano di spaccare l'Italia, aumentando le differenze tra Nord e Sud, troveranno un muro». Ad affermarlo è Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna e candidato alla segreteria nazionale del Pd, che ieri pomeriggio ha fatto tappa ad Avellino per la campagna congressuale del partito, dopo gli incontri tenuti in mattinata a Bari e Matera, per lanciare la sfida alla guida del partito e dell'opposizione proprio dal Mezzogiorno. Al suo fianco, la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, ed il numero due del gruppo dem a Montecitorio, Piero De Luca, che proprio ieri ha ricevuto da parte del leader l'investitura ufficiale di coordinatore delle iniziative politiche della mozione Energia Popolare nel Mezzogiorno.

«Non possiamo opporre un no ideologico alla bozza di Calderoli - ha proseguito Bonaccini - anche perché il centrodestra ha i numeri per approvarla. Ma intendiamo porre alcune condizioni: i livelli essenziali delle prestazioni predefinite, una legge quadro approvata dal Parlamento con regole uguali per tutti, cancellare la questione dei residui fiscali.

Altrimenti, sarebbe una secessione, non autonomia». Chiarita, dunque, la direzione verso la quale si intende procedere: «Non vogliamo un euro in più, ma semplificare la vita di cittadini ed imprese, azzerando la burocrazia. Vanno inoltre programmate con certezza le risorse da destinare agli interventi. Sanità e scuola però non possono diventare materia divisiva. L'istruzione è competenza dello Stato. Non sarebbe immaginabile l'introduzione di 20 sistemi differenti. Diventeremmo un Paese barzelletta. Ribadisco: siamo pronti alla discussione, ma il testo non può andare in Consiglio dei ministri, senza condividere uno schema con le Regioni». 

Di qui, una proposta precisa a nome del Pd: «Pochi anni fa con Boccia, all'epoca ministro per gli Affari regionali, sottoscrissi un protocollo d'intesa, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni, anche quelle governate dal centrodestra. Ecco, ripartiamo da lì. Tra l'altro, mi sembra che anche Fratelli d'Italia abbia perplessità sulla bozza della Lega. Calderoli ha fretta perché tra poche settimane si vota in Lombardia».

E venendo alle vicende interne del Pd ed in particolare alle polemiche scoppiate, in questi giorni, in Campania, nei confronti del commissario regionale, Francesco Boccia, dopo che ha assunto l'incarico di coordinatore della campagna congressuale di Schlein, Bonaccini si è così espresso: «Preferisco occuparmi dei problemi reali delle persone. Le regole del congresso e la loro applicazione vengono valutate da una commissione nazionale». 

A chi gli chiede, poi, una valutazione sul governatore Vincenzo De Luca e sull'ipotesi di un terzo mandato a Palazzo Santa Lucia, ha risposto senza tentennamenti: «È un ottimo amministratore ed ha un ampio consenso. Ma a decidere saranno i campani. Non è un caso però che mentre il Pd perde da troppo tempo a livello nazionale, sui territori governiamo. Va, quindi, cambiata la classe dirigente del partito, guardando di più ai territori». E sul futuro del Pd: «Non c'è un rischio di estinzione del Pd, ma temo una cosa peggiore, la sua irrilevanza. Dobbiamo rigenerare il progetto, unendo culture progressiste e riformiste diverse e riscoprendo la vocazione maggioritaria, che non significa autosufficienza. Le alleanze sono necessarie». 

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Infine, l'annuncio di Bonaccini: «Ho chiesto a Piero De Luca di coordinare le iniziative politiche e il programma del Mezzogiorno». Immediata la reazione del parlamentare: «Convintamente accanto a Stefano Bonaccini, candidato segretario del Pd. Orgoglioso di avere la responsabilità di coordinare le iniziative del Mezzogiorno».

«Sono convinto - ha spiegato De Luca jr - che adesso serva una scossa, una rivoluzione. Recuperare l'anima, l'umanità, la passione della nostra comunità. Perché bisogna rifondare nel profondo il partito nei linguaggi, nella classe dirigente, nei contenuti. Dobbiamo recuperare il contatto e il rapporto di fiducia con la nostra società con l'obiettivo di creare un partito capace di mobilitare, entusiasmare, appassionare, ritrovando una sintonia vera con il Paese reale». Un punto sul quale ha incalzato: «Credo in un partito popolare, che dia voce e valorizzi i territori, le persone in carne ed ossa, i militanti, gli amministratori, mettendo da parte vecchie logiche e schemi liquidi o gassosi di gestione del partito. La priorità politica è costruire un nuovo Sud, che sia messo in condizione di colmare gli attuali divari di cittadinanza e pienamente protagonista nel processo di rilancio del Pd». 

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