Protesi al seno cancerogene, alcuni modelli ritirati in Francia: «Rischio raro linfoma»
A seguito delle attività di sensibilizzazione promosse sull'argomento dalla Direzione generale dei dispositivi medici, con il supporto e la collaborazione delle società scientifiche nazionali, nel nostro Paese si è rilevato un progressivo aumento del numero di casi diagnosticati, passando da uno nel 2010 a 8 casi nel 2015. L'incidenza nel 2015 è stata stimata in 3 casi su 100.000 pazienti impiantati. Il numero dei nuovi casi segnalati nel 2016, 2017 e 2018 si è mantenuto costante ogni anno, così come l'incidenza in Italia negli ultimi 4 anni. In Italia negli ultimi 10 anni più del 95% delle protesi impiantate è testurizzato. Sebbene una predominanza di casi di Alcl sia stata riportata nei pazienti impiantati con protesi mammaria a superficie testurizzata - rileva il ministero - ad oggi non ci sono evidenze scientifiche che supportino la correlazione causale tra l'insorgenza di questa patologia e il tipo di protesi. Anche i casi italiani sono stati diagnosticati in pazienti impiantati con protesi mammarie a superficie sia micro che macro testurizzata.
Ciò premesso, si ritiene di fondamentale importanza - evidenzia il ministero - ribadire l'importanza per i pazienti di sottoporsi ai regolari controlli di follow-up indicati dal proprio medico curante e prescritti con cadenza variabile in base alla condizione clinica del singolo paziente; l'importanza per i medici di approfondire le indagini diagnostiche nel caso in cui il paziente sviluppi la comparsa di un sieroma freddo tardivo, una massa adiacente l'impianto o una importante contrattura capsulare spesso associata anche a una esile falda di siero periprotesico. Indagini citologiche sul siero e/o istologiche e immunoistochimiche sul tessuto capsulare consentiranno di porre una corretta diagnosi.
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