Pubblica amministrazione, Brunetta: «No al concorso a Napoli? Giovani vittime di clientele»

Pubblica amministrazione, Brunetta punta alla meritocrazia e alla digitalizzazione: «Concorsi in 100 giorni»
Pubblica amministrazione, Brunetta punta alla meritocrazia e alla digitalizzazione: «Concorsi in 100 giorni»
Domenica 9 Maggio 2021, 11:41 - Ultimo agg. 23 Marzo, 22:05
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Meritocrazia, formazione, qualità e digitalizzazione per snellire le procedure. Dà le linee guida al Caffè della domenica su radio24, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta per i "nuovi" concorsi.  «Occorrerà sempre di più mettere al centro il merito, la formazione e la qualità la disponibilità ad apprendere, non sempre è stato così. I concorsi sono stati sempre troppo lunghi in Italia, con una durata media di 4-5 anni. Faremo concorsi semplificati, mai più carta e penna, tutto digitale e in 100 giorni, per consentire di fare 2-3 concorsi l'anno in ragione delle loro esigenze e con posizioni certe». Così il ministro Renato Brunetta parla ai microfoni di radio24 sottolineando che i concorsi non saranno più «piatto ricco mi ci ficco», con «molti giovani che hanno fatto i concorsisti di mestiere».

«Io dico che questi giovani sono vittime di una cultura deteriore, di una cultura assistenzialistica che non mette al centro il merito, che questi giovani hanno paura di confrontarsi, li considero delle nostre vittime, di chi aveva la responsabilità e non l'ha usata nel modo migliore». Così il ministro Brunetta ha risposto interpellato a proposito del ' no al concorso' da parte di giovani che, secondo la ricostruzione fatta in trasmissione, hanno partecipato a un corso con stage: «Si minacciano addirittura manifestazioni di giovani con dei cartelli 'non vogliamo fare il concorsò, io credo che questi giovani siano vittime di clientele, di segnali sbagliati».

«Questo - aggiunge Brunetta - mi auguro che sia il passato e non ce l'ho con questi giovani che non vogliono fare il concorso, ce l'ho con la cattiva classe politica, sindacale, di quelli che rappresentano questi giovani perché dà dei cattivi messaggi e crea delle vittime perché un giovane che abbia paura di un concorso è già perdente in sé». «Da qualche parte - conclude - bisogna pur cominciare, io ho detto no a queste derive del todos caballeros, credo che faremo un favore a questi giovani, perché la stragrande maggioranza sono bravi, vogliono trasparenza e merito e non vogliono essere ricattati da nessuno, io voglio questo e questo si realizzerà».

Ma il ministro spiega su twitter: «Non ce l'ho con i giovani, ma con la cattiva classe politica e la cattiva classe sindacale.

I nostri giovani sono vittime di clientele e messaggi culturali sbagliati. No a queste derive».

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