Quirinale, la grande sfida tra social e talk: così è diventata una maionese impazzita

La grande sfida tra social e talk

Quirinale, la grande sfida tra social e talk: così è diventata una maionese impazzita
di Antonio Menna
Venerdì 28 Gennaio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 09:21
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Filtrano perplessità da Italia Viva sulla Belloni. Fonti interne a Fratelli d'Italia riferiscono di una disponibilità della Meloni su Cassese. Letta apre. Conte chiude. Fraccaro avvistato nel cortile di Montecitorio che chiacchiera con Guerini. Attenzione, attenzione, c'è Franceschini. Ma è muto. Non parla, va dritto. Ecco Toti. Toti parla sempre. Si ferma. Che cosa dice Toti? Senso di responsabilità. Linea al cortile davanti al Palazzo dei gruppi, c'è la Gelmini che prende un caffè da Giolitti. Chi c'è accanto? Zaia, è Zaia, è Zaia. Parla? Non parla. Tira dritto Bersani. Buon lavoro, ragazzi, fate i bravi. C'è Quagliariello, c'è Quagliariello. La pazienza è la virtù dei moderati. Salvini, Salvini, linea a Salvini. Non spingete, ragazzi. Mi fermo, mi sto fermando ma non spingete. La sinistra dice no a tutto ma noi troveremo la soluzione. Arrivederci, arrivederci. C'è Toti, c'è Toti. Toti lo abbiamo già sentito. Linea allo studio, c'è un'agenzia. Una nota della Cei attenzione dichiara Sergio Mattarella, uomo e statista, punto di riferimento della Costituzione. Che significherà? Che vorrà dire? La Cei sono i vescovi italiani, ragazzi. È sceso in campo il Vaticano. Come leggiamo questa nota? La Chiesa vuole Mattarella. Linea a Via della missione, subito, c'è Lupi. Lupi parla sempre. Che dice Lupi? Senso di responsabilità. Renzi, Renzi, c'è Renzi. Salvini ha fallito prova di maturità. Questa è una stoccata per lo stop a Casini. Che scenario si apre? Non ha detto ha fallito, ha detto sta fallendo. Cambia tutto, c'è un'apertura, c'è lo spazio. A voi studio. 

Diamo il borsino, chi sale e chi scende.

Giorgetti, c'è Giorgetti, vediamo se parla. Giorgetti tira dritto, non parla. Non parla da tre giorni. Osvaldo Napoli parla. Chi è Osvaldo Napoli? Attenzione, attenzione: c'è una nota di Enrico Letta. Salgono le quotazioni di Draghi? No, si va verso l'accordo unitario su Casini. Ne parliamo dopo la pubblicità, c'è una notizia bomba, restate in ascolto. Secondo le fonti del Partito democratico, Belloni è soluzione onorevole. Discutiamo questo aggettivo, però. C'è dell'ironia? Un tecnico onorevole? Ho una notizia, datemi la linea, datemi la linea. Di Maio al ristorante con Conte, hanno ordinato linguine al pesto genovese. Un messaggio per Grillo? La Russa, La Russa: perché vi astenete? Non ci asteniamo, rifiutiamo la scheda, siate precisi. Toti, Toti, c'è Toti. Toti ha già parlato. Lupi, Lupi, anche Lupi. Interessa un Rotondi? Abbiamo Osvaldo Napoli. Chi è Osvaldo Napoli? Basta, stop, tregua, per carità. Ma davvero c'è bisogno di questo nevrotico, a tratti isterico, minuto per minuto della corsa al Quirinale? 

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All news, maratone, dibattiti, talk molto-show dalle dieci alle ventitré: capannelli di telecamere a rincorrere gente che dice ovvietà, oppure non parla; collegamenti in diretta da incontri inconcludenti raccontati come tavoli di guerra. Ore e ore di elucubrazioni in studio a interpretare le virgole, i punti e virgola, le pause, i sospiri, gli sbotti d'ira, le telefonate, i comunicati, le indiscrezioni, i retroscena così ingombranti da non vedere più la scena, che poi è quella di sempre: una trattativa normale tra le forze politiche, come si è sempre fatta, come si farà sempre. Quattro giorni che sembrano quaranta, forse proprio per l'overdose di chiacchiere. Ma lasciateli trattare. La storia della Repubblica ha sovrapposto l'elezione del Presidente a momenti molto più drammatici, dal brigatismo allo stragismo di mafia, da Tangentopoli ai lunghi coltelli, tenendo comunque salde le istituzioni democratiche senza che la fisiologica tensione tra i partiti si trasformasse mai in un'ansia collettiva di queste proporzioni, che non è quella dei politici che tessono la loro tela - né quella del Paese che va avanti -, ma quella delle tv questa volta più dei social e del web -, che stanno trasformando le discussioni politiche in un Grande fratello vip, dove manca solo il confessionale, la nomination da casa, il televoto con un sms, per completare una deriva ansiogena che rischia di infilarsi nei Palazzi e condizionarli. 

Succede per la politica quello che già si è visto sulla pandemia, quel fenomeno ribattezzato infodemia, che rischia di svuotare il ruolo stesso dell'informazione. Non i fatti ma la puntigliosa ricerca di dettagli insignificanti, di anticipazioni allarmistiche, più pareri che notizie, più ipotesi che dati. Un'opinione pubblica che non ne sa di più ma appare confusa e stordita, al punto che sale esclusivamente una insofferenza collettiva che questa sì mette a rischio il sistema: non contro il circo televisivo, ma contro la democrazia. Col pericolo che per spegnere il primo, a un certo punto ci stanchiamo della seconda. 

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