Quirinale, il piano B di Salvini: un candidato trasversale e poi spostare Renzi a destra

Quirinale, il piano B di Salvini: un candidato trasversale e poi spostare Renzi a destra
Quirinale, il piano B di Salvini: un candidato trasversale e poi spostare Renzi a destra
di Marco Conti
Martedì 18 Gennaio 2022, 07:07 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 22:23
4 Minuti di Lettura

Ha fretta di riappropriarsi del boccino che Silvio Berlusconi tiene stretto nella sua mano dal giorno in cui si è proposto come successore di Sergio Mattarella. A meno di una settimana dall'inizio delle votazioni, Matteo Salvini esplicita in maniera sempre più vistosa la sua impazienza. Vuole assumere il ruolo di king maker del centrodestra e, visto che non è bastata la mail rivelata dal quotidiano Il Tirreno inviata da Denis Verdini a Fedele Confalonieri e Marcello Dell'Utri, bombarda il quartier generale di Arcore.

Quirinale, Salvini “sposta” Renzi a destra

 


L'impazienza del leader della Lega si muove esattamente sulla linea indicata da Verdini.

Ovvero sarebbe bellissimo che Berlusconi diventasse presidente della Repubblica, ma poichè non ha i voti lasci a Matteo il compito di trovare un'alternativa. E Salvini sostiene di avere un pianoB. Ovvero proporre al Pd di Enrico Letta e al M5S di Giuseppe Conte una terna di nomi, preventivamente vistati da tutto il centrodestra, sul quale pensa di avere rapidamente una disponibilità a discuterne con Italia Viva e Coraggio Italia. Due i nomi di donne del centrodestra, quello dell'ex sindaco di Milano Letizia Moratti e dell'attuale presidente del Senato Elisabetta Casellati, mentre il terzo corrisponde alla figura del centrista ed ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.

Quirinale, Salvini fa infuriare Berlusconi: «Ho un altro nome, piacerà a tanti se non a tutti»


LA STRATEGIA
In questo modo, sostiene Salvini, nella scelta del nuovo inquilino del Quirinale per la prima volta sarà il centrodestra a dare le carte avanzando una proposta «convincente per tanti se non per tutti» senza escludere, quindi, che il nuovo Capo dello Stato possa essere eletto anche senza il Pd. Una strategia che punta non solo a «riprendere la guida del centrodestra», come sostiene l'azzurro Vittorio Sgarbi, ma di poter avere il sostegno necessario da tutti i peones che pensano che sfilando Mario Draghi da Palazzo Chigi si torni a votare e anche di coloro che vogliono lasciare Draghi al suo posto in modo da liberarsene al massimo entro un anno.

Quirinale: scoiattolo, insalatiera, kingmaker e anche "bis" (di Mattarella). Ecco le dieci parole da ricordare


Ma l'operazione ha anche un altro obiettivo: spostare a destra quella galassia centrista - da Renzi a Calenda, passando per Toti e Brugnaro - ora attestata sulla linea di Enrico Letta proprio per l'ingombrante candidatura di Berlusconi. L'ultimatum dato ieri da Salvini al Cavaliere, affinchè prima dell'inizio delle votazioni dica chiaramente se e quali numeri ha per tentare di vincere la corsa, rappresenta anche una sfida tutta interna al centrodestra che si gioca su chi potrà alla fine intestarsi l'elezione del nuovo Capo dello Stato. Il piano ha dalla sua la disponibilità sempre manifestata da Renzi di valutare proposte del centrodestra e della voglia della corposa pattuglia centrista - composta da molti ex forzisti - di sostenere un candidato espressione del centrodestra che non sia però Berlusconi. Il rimescolamento che ne deriverebbe con l'elezione di un candidato proposto dal centrodestra avrebbe conseguenze pesanti sul governo e anche sugli schieramenti.

Elezioni Quirinale 2022, il patto di legislatura: meno tecnici al governo con Draghi al Colle


Ed è qui che il piano incontra le resistenze soprattutto del Cavaliere che non intende essere archiviato e non ha intenzione di lasciare agli amici centristi di Salvini l'eredità di Forza Italia. Il braccio di ferro in corso nel centrodestra tra Berlusconi e Salvini non è quindi solo sulle reali possibilità che ha il Cavaliere di succedere a Mattarella, ma anche su chi guiderà il processo di riorganizzazione del centrodestra. Più si avvicina il giorno della prima chiama in Parlamento e più Salvini mostra un nervosismo dovuto al rischio di veder naufragare il suo piano o perché Berlusconi va al Quirinale o, nell'ipotesi più concreta, che alla fine l'ex premier - a ridosso delle prima votazione - decida di rinunciare indicando come opzione Mario Draghi facendo la felicità di Giorgia Meloni, dando quindi ragione a Giancarlo Giorgetti e di fatto rafforzando tutta la pattuglia di centrodestra attualmente al governo.


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA