Rai, Di Mare in pole per il Tg1. La Lega vuole fiction e show pop

Rai, Di Mare in pole per il Tg1. La Lega vuole fiction e show pop
di Mario Ajello
Sabato 13 Ottobre 2018, 09:22 - Ultimo agg. 17:09
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Grande paura dei ricorsi dell’Anac sulla Rai, del tipo: «Ma come, avete 1600 giornalisti e non trovate nessuno all’interno dell’azienda in grado di fare il direttore?». E grande voglia ai vertici di Viale Mazzini, anche per fare bella figura (evviva lo spirito aziendale e guardate quanto siamo attenti a risparmiare denaro), di valorizzare gli interni. Dunque, la linea aziendale in vista della grande distribuzione delle nomine - prevista tra giovedì e venerdì prossimo e al Settimo Piano si stanno vagliando decine di curriculum - è questa ma il braccio di ferro politico tra Lega e M5S è quello che conta. «Abbiamo ceduto il posto di amministratore delegati agli amici grillini e non ci impuntiamo sul Tg1 - è la posizione della Lega - ma serve una compensazione». Per il Tg1 - il cuore di tutto e deciso quello tutto il resto viene a cascata - aumentano le chances di Franco Di Mare, che viene considerato il profilo più adatto per un telegiornale che non dovrebbe andare alla Lega e che possa però non portare una casacca partitica definita. 
I giochi sono ancora aperti e lo saranno fino alla fine, però la rete ammiraglia da cui tutto dipende sarebbe così concepita: l’indipendente ben visto sia dal premier Conte sia dai 5 stelle al telegiornale e per Rai1 invece una figura di assoluta affidabilità per Salvini, ossia Marcello Ciannamea. Il ragionamento che si fa intorno a Salvini somiglia a quello celebre che fu di Berlusconi nel ‘94, quando disse: «Le elezioni si vincono con UnoMattina». Ovvero, Salvini vuole Rai1, perché il racconto del Paese lo si fa più con il grande intrattenimento e con le grandi fiction e con i programmi della mattina e del pomeriggio, piuttosto che con il Tg1 e in generale con l’informazione politica. 
LA STRATEGIA
Non manca affatto di lucidità questo modo di pensare e se Rai1 andrà in quota Lega, e comunque nelle mani di un professionista stimato qual è Ciannamea, o qual è anche Ludovico Di Meo, per Rai2 ci sarebbe con il placet di M5S una donna (Maria Pia Ammirati o Federica Sciarelli) mentre per il Tg2 - nel caso non arrivasse al Tg1 di cui è vicedirettore - è pronto Gennaro Sangiuliano con dna di centrodestra, ma anche sodale accademico del premier Conte, e ampi rapporti trasversali. 
Dopodomani, a margine del consiglio dei ministri che dovrebbe varare il dl fiscale, Luigi Di Maio e Matteo Salvini avranno un faccia a faccia proprio in fatto di nomine. Forse quello conclusivo, e a fine settimana potrebbe arrivare sulle nomine il pronunciamento, non vincolante, del Cda. La rinuncia leghista al Tg1 verrebbe compensata con la conferma di Alessandro Casarin alla potentissima TgR (per ora il lumbard ha l’interim, e potrebbe essere affiancato da un condirettore), con la direzione di RaiNews (in ballottaggio ci sarebbero Paolo Corsini e Luciano Ghelfi) più RaiParlamento. Per il giornale radio salgono le quotazioni di Alessandra Narduzzi, caporedattore, moglie dell’imprenditore Edoardo Narduzzi che è amico di Casaleggio jr. (lo era in particolare di Gianroberto) e nel suo ristorante il Pipero si sono svolte cene pentastellate. Stessa area Giuseppe Carboni, che da tempo segue i 5 stelle per il Tg2, e il suo passato radiofonico potrebbe riportarlo da dove cominciò. Rai3 e Tg3 dovrebbero restare come sono. 
Insomma, «stiamo cercando all’interno», dicono nelle stanze Rai che contano. Ma il Tg1 - dove parrebbe tramontato l’arrivo da Sky di Andrea Bonini, ma Di Maio e i suoi nel weekend si vedranno a proposito del dossier Rai - resta il vero nodo da sciogliere. 
 
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