Recovery, ok all’Italia: ammessa a pieni voti. Von der Leyen a Roma

Recovery, ok all’Italia: ammessa a pieni voti. Von der Leyen a Roma
​Recovery, ok all’Italia: ammessa a pieni voti. Von der Leyen a Roma
di Gabriele Rosana
Martedì 22 Giugno 2021, 07:00 - Ultimo agg. 17:12
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Arriva il via libera della Commissione europea al Recovery Plan italiano con un giudizio più che positivo, mentre Ursula von der Leyen è in viaggio verso Roma dove oggi consegnerà la pagella di Bruxelles nelle mani del premier Mario Draghi. Nella valutazione dei tecnici della task force di palazzo Berlaymont, il Pnrr del governo italiano è stato promosso a pieni voti (o quasi), ricevendo 10 A, il massimo, una B e nessuna C: stesso punteggio ottenuto dalla manciata di Stati che hanno già ricevuto il disco verde della Commissione negli ultimi giorni.

Secondo le anticipazioni raccolte ieri a Bruxelles, insomma, l’Italia si conferma nel gruppo di testa degli Stati Ue che hanno incassato la luce verde in tempi record e adesso si candidano a ricevere in estate la prima tranche di prefinanziamento pari al 13% del totale, circa 25 miliardi nel nostro caso. Un dato non da poco per il primo Paese beneficiario dei fondi Ue per la ripresa: 191,5 miliardi di euro da spendere entro il 2026, di cui 68,9 sovvenzioni e 122,6 prestiti a tasso agevolato. «Abbiamo dimostrato di essere un Paese serio e credibile», il commento del ministro per la Pubblicazione amministrazione Renato Brunetta durante il Forum PA, annunciando l’approvazione entro fine mese delle norme anticorruzione e per la trasparenza. Per l’Italia «mantenere gli impegni sarà fondamentale, ma anche difficile», ha fatto eco il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni intervenendo al Taobuk di Taormina; ma «ci sono condizioni favorevoli, con un’ampia maggioranza parlamentare guidata dall’uomo giusto al momento giusto: Mario Draghi».

Roma rispetta tutti i parametri attorno a cui è costruito il Pnrr, a cominciare proprio dagli obiettivi per la doppia transizione, verde e digitale - rispettivamente, almeno il 37% e il 20% del valore del piano –, e «contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente» le raccomandazioni specifiche dell’esecutivo Ue sulle riforme da intraprendere per modernizzare il Paese, si apprende a Bruxelles.  

Target del 37% rispettato alla lettera per le misure a sostegno degli obiettivi climatici, tra cui l’efficientamento energetico degli edifici con il superbonus e interventi per favorire la concorrenza nel mercato del gas e dell’elettricità. Soglia minima superata sul fronte digitale, a cui il governo ha dedicato il 25% del Pnrr, con misure, tra l’altro, per la banda larga e la digitalizzazione delle imprese. In generale, per la Commissione il Pnrr rappresenta «una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale italiana» e «rafforza il potenziale di crescita e la creazione di posti di lavoro»; promossi con il massimo dei voti anche il meccanismo di controllo anti-frodi, l’impatto duraturo e lo schema di monitoraggio dell’esecuzione del piano. Solo alla voce «costi» l’Italia incassa una B, destino condiviso con tutti gli Stati Ue esaminati finora: nessuno è infatti riuscito ad allinearsi alle rigide indicazioni sulla definizione delle stime di spesa.

L’ok formale al piano italiano arriverà oggi, al termine di una procedura scritta, senza quindi la possibilità di un confronto più o meno aperto fra i commissari sui vari profili. Poi la cerimonia con von der Leyen e Draghi a partire dalle 16.30 negli studi di Cinecittà, il cui potenziamento rientra fra i progetti finanziati del Recovery.

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Per quanto centrale, la valutazione positiva di oggi è, però, solo un passaggio nella complessa procedura per l’ottenimento dei primi fondi in arrivo da Bruxelles. L’ultima parola sui piani spetterà infatti al Consiglio, dove siedono i ministri dell’Economia e delle Finanze dei 27 Stati membri. La prima riunione utile della formazione Ecofin è in calendario il 13 luglio, seguita da un’altra dieci giorni dopo: sarà quello il momento dell’adozione definitiva dei maxi-piani di spesa. E dal quale partirà il conto alla rovescia per l’esborso dei primi finanziamenti. Da più parti a Bruxelles assicurano che la prima tranche (o comunque una quota sostanziale della stessa) arriverà tra fine luglio e inizio agosto. La Commissione, del resto, ha già cominciato a reperire i fondi sui mercati attraverso l’emissione di Eurobond. La prima operazione, il 15 giugno, ha permesso di raccogliere 20 miliardi di euro, mentre altre due sono in programma nelle prossime settimane. 

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