Reddito cittadinanza, Meloni: «Metadone di Stato». Lega: emendamento per abolirlo. Orlando: «Contrasto a povertà»

Reddito di cittadinanza, è scontro: Renzi e Salvini per abolizione. Il ministro Orlando: «Va cambiato»
Reddito di cittadinanza, è scontro: Renzi e Salvini per abolizione. Il ministro Orlando: «Va cambiato»
Domenica 5 Settembre 2021, 14:52 - Ultimo agg. 6 Settembre, 00:31
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Bombe sul reddito di cittadinanza che la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni definisce «metadone di Stato». L'occasione è il forum Ambrosetti dove ogni anno a Cernobbio converge il gotha dell'imprendoria e dell'industria. Contro la legge identitaria del Movimento 5 stelle si è mossa anche una coppia trasversale ma collaudatissima negli attacchi ai pentastellati: Matteo Renzi e Matteo Salvini. Il primo propone un referendum per abrogare i primi tredici articoli della legge che ha istituito il cosiddetto «reddito di cittadinanza» nel marzo 2019  (piccolo non trascurabile dettaglio: il referendum non sarebbe imminente, si parla del 2024 visto che la legge sulle consultazioni referendarie dice che «non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due camere»). 

 

Il segretario della Lega Salvini, che era nella maggioranza di Governo quando il reddito di cittadinanza fu approvato, oggi a Cernobbio ha detto che il provvedimento si è rivelato un errore: «Lo abbiamo votato ma riconoscere un errore è segno di saggezza. Proporrò un emendamento alla manovra per destinare alle imprese questi soldi». 

«Sono 8 miliardi di euro mal spesi che devono tornare nel settore produttivo per creare lavoro vero e non assistenza», ha detto Salvini. La gamma di critiche al sussidio ideato dai Cinque Stelle, parente alla lontana del Reddito di inclusione istituito dal governo Gentiloni, si fanno più sferzanti dalle parti di Giorgia Meloni che, come abbiamo visto, paragona il Rdc al metadone: assistenza pura che non risolve un problema di occupabilità.

In realtà, tutti i partiti, nessuno escluso (persino tra i Cinquestelle) ci si pone da tempo il problema di come cambiare la misura, di come farla evolvere perché sia più rispondente alle necessità del mercato del lavoro, alla domanda e all' offerta di lavoro. Perciò oggi è scontro politico sul Rdc. E infatti è Giuseppe Conte, il presidente del M5S, a intestarsi il percorso di riforma del sussidio. Dice che è comunque una misura efficace e che va migliorato ma non abolito. Ed esattamente un anno fa fu il ministro Luigi Di Maio a proporre "un tagliando" al Reddito («L’aiuto alle persone più deboli è il primo dovere di ogni Stato democratico. Ma ciò non significa che questo aiuto non sia migliorabile», scrisse su Facebook. «D’altronde, dopo la pandemia è cambiato tutto, siamo entrati in una crisi economica che oggi deve spingerci a guardare oltre, ad avere una visione e ad aggiornare anche alcuni provvedimenti cardine del MoVimento, proprio come il reddito», queste le parole che usò per aprire alla possibilità di cambiare il Reddito coinvolgendo i percettori in lavori di pubblica utilità).

Ecco invece cosa ha detto Conte ieri«C'è chi propone l'abolizione del reddito di cittadinanza. Una polemica sterile: è una misura di necessità, non possiamo tornare indietro.

Ragioniamo per migliorarne ancora più l'efficacia». Si indigna Conte quando ascolta le parole di Meloni che innescano lo scontro politico di giornata: «Meloni a Cernobbio ha parlato di metadone. Immagino che Meloni non volesse offendere i beneficiari, ma è una espressione volgare, forte». 

Il ministro del lavoro Andrea Orlando è intervenuto anche lui a margine del forum Ambrosetti a Cernobbio, dicendo che è giusto modificarlo ma non abolirlo: «Io credo che ci siano delle modifiche da fare, ma credo che sarebbe un passo indietro per il nostro Paese se tornasse ad essere tra i pochi paesi che non ha uno strumento di contrasto alla povertà». «Chi usa queste metafore probabilmente non si rende conto di che cosa è la povertà», ha detto Orlando in relazione a quel che ha detto Meloni. Dura anche la reazione del segretario della Cgil, Maurizio Landini, che vede «odio contro i poveri e verso chi lavora e magari è povero ma paga comunque le tasse anche per chi non le paga». Per Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) la frase di Meloni è «offensiva».

Dello stesso avviso di Orlando è il segretario del Pd Enrico Letta per cui il Reddito non si può cancellare ma cambiare. La posizione del Pd sul reddito di cittadinanza «è quella del presidente Draghi». ha rimarcato Letta (lo scorso 6 agosto il premier Mario Draghi a domanda diretta sul Rdc in una conferenza stampa di saluto prima della pausa estiva ha risposto così: «Il concetto alla base del reddito di cittadinanza io lo condivido in pieno»).

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«Siamo a favore che si modifichi o si migliori, si parta dalle cose che non hanno funzionato e si mantenga però un intervento a favore della povertà che esiste nel nostro Paese». «Il reddito di cittadinza - ha spiegato il leader del Pd Letta - è stato spesso pensato come un intervento a favore dell'occupazione, ma è un intervento di contrasto alla povertà». «Sul tema della disoccupazione - ha concluso - bisogna riformare l'apprendistato e detassare le nuove assunzioni, questi sono gli strumenti che servono».

Per Meloni rimane «una paghetta di Stato»

«Io ho detto una cosa molto precisa, che la mentalità con cui lo Stato approccia il problema della povertà con il reddito di cittadinanza è la stessa mentalità con la quale lo Stato approccia il problema della tossicodipendenza, cioè con il mantenimento a metadone». Lo ha dichiarato durante la sua visita al Supersalone, edizione speciale del salone del mobile a Fiera Milano Rho, Giorgia Meloni leader di Fratelli d'Italia replicando alle critiche di alcuni esponenti politici dopo le sue dichiarazioni sul reddito di cittadinanza.

«È una cosa semplice da capire, lo spiego ad Orlando, Conte e Di Maio: vuol dire tenere le persone nella condizione in cui si trovano. Io credo che combattere la povertà non sia mantenere le persone con la paghetta di Stato nella loro condizioni di povertà. Credo - ha aggiunto Meloni - che esattamente come si può risolvere il problema della tossicodipendenza così si debba fare con la povertà. Come? Creando lavoro e questo il reddito di cittadinanza non lo ha fatto, si possono raccontare tutte le cose che si vogliono ma il reddito di cittadinanza è stato un grandissimo disincentivo al lavoro». Il reddito di cittadinanza per Giorgia Meloni quindi «è stato uno strumento diseducativo e io mi rifiuto di pensare che, per esempio, come fu detto al tempo del governo giallo-verde, per esempio per il Mezzogiorno d'Italia, che quella potesse essere una soluzione. Lo sviluppo è un modo di liberare la gente dalla povertà non mantenerla con la paghetta di Stato come vogliono fare i 5 stelle chiaramente per un fatto di consenso. Proprio perchè so cos'è la povertà la voglio combattere davvero e non la voglio mantenere tale quale».

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