Arriva il sito per chiedere il reddito di cittadinanza, ma è scontro tra Regioni e Di Maio

Arriva il sito per chiedere il reddito di cittadinanza, ma è scontro tra Regioni e Di Maio
di Francesco Pacifico
Domenica 3 Febbraio 2019, 14:00
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Le critiche dei governatori al reddito di cittadinanza non sono piaciute a Luigi Di Maio «Le Regioni - ha accusato il ministro del Lavoro - favoriscono le solite lobby. Adesso pure sui navigator fanno casino...». Domani il vicepremier presenterà la card gestita da Poste, con cui sarà erogato il reddito di cittadinanza, e il portale www.redditodicittadinanza.gov.it, attraverso il quale da marzo potranno iscriversi al nuovo programma contro la povertà i possessori dell'identità digitale Spid. Un passo avanti, mentre restano aperti ancora tantissimi nodi: le convezioni con i Caf che chiedono più fondi per calcolare gli Isee, il sistema dei controlli, le modalità di selezione dei 6.000 navigator da parte di Anpal Servizi, il ruolo delle agenzie del lavoro private e, soprattutto, il rafforzamento dei centri dell'impiego gestiti dalle Regioni. I quali devono trovare le offerte di lavoro per i beneficiari del sussidio, garantire la formazione e seguire i programmi di inclusione. Proprio i tecnici delle Regioni, 48 ore fa, hanno presentato in un incontro al ministero del Lavoro le loro proposte di emendamenti al decretone: trasferire, sul modello del Rei, dai Cpi ai Comuni le competenze sulle politiche assistenziali (il cosiddetto patto d'inclusione) e sui controlli su eventuali abusi; un atto per ripartire tra gli enti le risorse per assumere nei centri e rilanciare le strutture; una maggiore compartecipazione sulle spese, dopo che nel decretone sono stati tagliati 120 milioni di euro.
 
«Vista la delicatezza del tema - aggiunge la coordinatrice degli assessori regionali al lavoro, la toscana Cristina Grieco - non si era neppure toccato il tema dei navigator. Che presenta una doppia criticità: una di natura costituzionale, le politiche sul lavoro sono in capo a noi, e una di natura più pratica. Questo personale va formato, servono competenze precise e, di più, non abbiamo neppure le scrivanie dove metterli».

L'uscita di Di Maio ha sorpreso non poco le Regioni. Al vertice di venerdì i tecnici del ministero del Lavoro avevano preso appunti sulle richieste e il ministro, informalmente, aveva fatto sapere avrebbe convocato a breve gli enti per un tavolo politico. Poi è arrivato il suo attacco: «Non si può bloccare il reddito perché il De Luca della situazione lo vuole fermare, convinto che avvantaggi il Movimento. Abbiano il coraggio di mettersi contro, a questo punto».

Spiegano ambienti vicini al vicepremier, che a scatenare le sue ire è stata una dichiarazione in mattinata del governatore campano De Luca. Il quale si è detto favorevole «all'aiuto alla povera gente, ma dovremmo ragionare con realismo senza preoccuparci delle elezioni europee e di prendere qualche voto in più». Al di là delle polemiche politiche, a dividere governo e Regioni sono soprattutto tempi e modalità di attuazione del reddito: dal primo fronte spiegano che si è deciso di accelerare sull'assunzione dei navigator attraverso Anpal Servizi, perché gli enti, considerando anche i tempi per pubblicare i bandi di concorso, non riusciranno a reclutare prima dell'estate i 4.000 nuovi addetti per i centri. I governatori invece lamentano il taglio delle risorse e sono pronti anche a ricorrere alla Corte Costituzionale, se l'esecutivo non sbloccherà i fondi per le assunzioni e rimodulerà le competenze dei Cpi, ben sapendo che per aprile, data di avvio del reddito, queste realtà opereranno a scartamento ridotto. «Noi chiediamo - conclude l'assessore Grieco - soltanto quello che ci è stato promesso dal ministro a ottobre: un rafforzamento dei Cpi quantitativo e qualitativo, investimenti soprattutto informatici per le strutture e un layout unico per equiparare i servizi su tutto il territorio nazionale. Ma da ottobre non ci ha più convocati».
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