«Il reddito di cittadinanza ha aiutato migliaia di famiglie travolte dalla pandemia, ma sul fronte degli inserimenti lavorativi ha fallito ed è giusto correggere la misura in questo senso». A dirlo è il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro. «Va dato ascolto ai tanti imprenditori, non solo del settore del turismo, che non trovano persone disposte a lavorare per loro», prosegue Decaro, «bisogna evitare che il sussidio abbia un effetto distorsivo e sospendere le erogazioni quando i beneficiari rifiutano offerte di lavoro adeguate».
Reddito di cittadinanza, non decollano i Puc
Non decollano nemmeno i Puc, i progetti utili per la collettività, nell’ambito dei quali i percettori attivabili devono lavorare per il proprio comune di residenza almeno otto ore alla settimana, svolgendo attività legate alla cura del decoro urbano o alla cultura.
LE REGOLE
È l’articolo 4 della legge sul reddito di cittadinanza a stabilire che il percettore del sussidio tenuto a sottoscrivere il patto per il lavoro o quello per l’inclusione sociale ha l’obbligo di offrire la propria disponibilità per la partecipazione ai progetti utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. Oggi percepiscono il reddito di cittadinanza 1,2 milioni di famiglie. I beneficiari ritenuti occupabili, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Anpal, sono 1,1 milioni, ma in meno di 400 mila sono stati presi in carico dai centri per l’impiego. Eppure il lavoro non manca, visto che mancano all’appello 200 mila lavoratori stagionali.
In un’intervista rilasciata al Messaggero il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha annunciato l’intenzione della Lega di modificare la misura anti-povertà con la prossima legge di bilancio. Il Movimento 5 Stelle però difende a spada tratta il sussidio e chiede di potenziare i centri per l’impiego. Nei centri per l’impiego devono essere assunti circa 11.600 operatori entro la fine dell’anno, ma di questi solo mille risultavano entrati in servizio alla fine del primo trimestre del 2021. Il reddito di cittadinanza costa sempre di più per l’effetto combinato dei nuovi ingressi nella platea dei beneficiari determinati dalla crisi economica e dei mancati inserimenti nel mondo del lavoro dei percettori occupabili. La misura ha assorbito nei primi sei mesi dell’anno più di 4 miliardi di euro. Di questo passo ne eroderà 9 nel 2021. Nel 2020 invece la spesa per il reddito di cittadinanza era stata pari a 7 miliardi di euro.