Referendum Giustizia, sì della Cassazione: accolta la richiesta di nove Regioni, inutile il deposito delle firme

Giustizia, via libera dalla Cassazione ai sei quesiti referendari. Inutile il deposito delle firme
Giustizia, via libera dalla Cassazione ai sei quesiti referendari. Inutile il deposito delle firme
Venerdì 29 Ottobre 2021, 22:01 - Ultimo agg. 30 Ottobre, 06:45
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Via libera ai referendum sulla Giusizia. La Corte di Cassazione, accogliendo le richieste dei consigli regionali di Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria Veneto, ha dato il «via libera» ai sei referendum sulla Giustizia, promossi da Lega e Partito Radicale. La decisione di piazza Cavour anticipa - e di fatto rende ininfluente - il deposito delle firme certificate: tra le 700mila e le 775mila a seconda del quesito, oltre a 18mila adesioni elettroniche. Il totale provvisorio è di 4.275.000 autografi. Ma questa mattina, nella sede milanese della Lega, in via Bellerio, ne sono arrivate altre 80mila, annunciano dal partito.

I sei quesiti referendari sono relativi alla riforma del Consiglio superiore della magistratura, alla responsabilità diretta dei magistrati e alla loro equa valutazione, alla separazione delle carriere, ai limiti per prevenire abusi della custodia cautelare e, infine, all'abolizione del decreto Severino.

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Il sostegno bipartisan alla raccolta delle firme

«Il partito di Matteo Salvini ha preparato le sottoscrizioni certificate dopo mesi di accurati controlli - si legge in una nota della Lega - che hanno visto la mobilitazione di decine di parlamentari, consiglieri regionali e decine di militanti da Ferragosto a oggi con il coordinamento di Roberto Calderoli.

I moduli con le firme sono stati distribuiti in ben 368 scatoloni che hanno riempito tre furgoni. Ci sono anche sei hard disk che contengono le firme digitali e i certificati elettorali». I referendum hanno incassato un'adesione bipartisan e hanno mobilitato molti volti noti. Tra gli altri, hanno sostenuto i quesiti Pierluigi Battista, Maurizio Belpietro, Giulia Bongiorno, Hoara Borselli, Mauro Corona, Mauro Coruzzi in arte Platinette, lo chef Alessandro Circiello, Guido Crosetto, Paolo Del Debbio, Alda D'Eusanio, Vittorio Feltri, Roberto Giachetti, Mario Giordano, Maria Giovanna Maglie, Simonetta Matone, Paolo Mieli, Giovanni Minoli, Augusto Minzolini, Luca Palamara, David Parenzo, Nicola Porro, Gabriella Privitera Corona madre di Fabrizio, Alessandro Sallusti, Vittorio Sgarbi, Sergio Staino, Francesco Storace, Giovanni Terzi, Gaia Tortora, Michele Vietti ex vicepresidente del Csm. Nel Pd hanno detto sì Goffredo Bettini, Giorgio Gori, Luciano Pizzetti (deputato Pd e sottosegretario di Stato con i governi Gentiloni e Renzi), senza dimenticare altri nomi come quelli del senatore Gianni Pittella, ex socialista, e l'europarlamentare Massimo Smeriglio. Hanno firmato, ovviamente, tutti i ministri e i governatori della Lega. Un appoggio ai referendum è stato ribadito da Silvio Berlusconi e da Giorgia Meloni (pur con qualche distinguo su un paio di quesiti). Hanno aderito anche i centristi dell'Udc, con Lorenzo Cesa e Antonio de Poli, e il leader di Italia Viva Matteo Renzi. 

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