Referendum per l'autonomia, così Lombardia e Veneto puntano ai soldi del Sud

Referendum per l'autonomia, così Lombardia e Veneto puntano ai soldi del Sud
di Marco Esposito
Domenica 22 Ottobre 2017, 09:18 - Ultimo agg. 15:54
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L'obiettivo di Lombardia e Veneto è ottenere più autonomia, cioè ulteriori compiti da svolgere direttamente, e quindi - si sostiene con un'astuta menzogna - trattenere più soldi sul proprio territorio. Si fa anche, con ammirevole franchezza, una cifra: 27 miliardi l'anno in Lombardia e 8 in Veneto, per un totale di 35 miliardi di euro da togliere alla spesa pubblica destinata ai diritti sociali del Sud.

Non c'è nulla di eversivo nella maggiore autonomia. È prevista dalla Costituzione nella versione aggiornata nel 2001: basta leggere l'articolo 116. Mentre c'è qualcosa, anzi molto di eversivo nell'idea per cui, grazie ai maggiori poteri, il Nord possa avere ulteriori risorse.

Un esempio per capirsi: la paga di un infermiere e quella di un insegnante che lavorano in un ospedale e in una scuola di Milano è fatta di soldi pubblici spesi in Lombardia. Sono denari che vanno ai lombardi sia se i servizi sono svolti dalla Regione, come per la sanità, sia se la funzione è statale, come per l'istruzione. E la situazione non cambierebbe se la sanità fosse statalizzata o se l'istruzione fosse regionalizzata.
L'esempio della scuola non è scelto a caso: è la principale materia che, con la maggiore autonomia, potrebbe passare alle Regioni. Se ciò dovesse accadere, il «residuo fiscale» che lamenta la Lombardia non cambierebbe di un euro: resterebbe esattamente lo stesso.

Un momento: cos'è il «residuo fiscale»? È un termine nuovo per i meridionali ma che al Nord è entrato da anni nella coscienza collettiva. Il residuo fiscale è la differenza tra le tasse versate e i servizi ricevuti. Quando i redditi e quindi le tasse pagate sono disomogenei sul territorio è ovvio che ci sia da qualche parte un residuo fiscale. Il Centronord paga il 77% delle tasse italiane e riceve il 71% del totale di spesa pubblica territoriale, stimata in 884 miliardi di euro nel 2015. Numeri ufficiali, snocciolati dai Conti pubblici territoriali. In pratica il Centronord versa 53 miliardi al Mezzogiorno per sostenere una spesa che il Sud, con le proprie tasse, non si può permettere.

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