Regionali Campania 2020, Salvini detta la linea: «Apriamo alla società civile»

Regionali Campania 2020, Salvini detta la linea: «Apriamo alla società civile»
di Adolfo Pappalardo
Domenica 16 Febbraio 2020, 08:00 - Ultimo agg. 18:07
5 Minuti di Lettura

«Lo dico da mesi: bisognava votare e invece il governo tira a campare», attacca subito il leader della Lega Matteo Salvini che pensa già a Regionali e Amministrative. «E se - aggiunge - il governo è fermo, litigioso e inconcludente, Regioni e Comuni non ne possono trarre vantaggio. A cominciare dalla sicurezza e dai rifiuti: basta vedere Roma o Napoli».
 


In queste ore il governo è in bilico. Secondo lei dura?
«Continuo a credere che quest'estate la scelta giusta sarebbe stata fare votare gli italiani e avremmo avuto così un governo in carica per 5 anni, compatto e con le idee chiare. Invece hanno scelto di tirare a campare e dopo sei mesi se ne raccolgono i frutti. Per il resto, non faccio previsioni».

Ci sarebbero gruppi di responsabili pronti a fare da stampella.
«La Lega non si presterà mai a giochini di Palazzo e l'obiettivo rimane quello delle elezioni il prima possibile: perché ormai siamo allo sfascio. A Roma e sui territori».

Un governo in crisi per le continue richieste di Matteo Renzi, lo stesso che contribuì a questo governo agostano.
«Quest'estate dicevano che non erano d'accordo su nulla tranne che sulla guerra a Salvini, dopo sei mesi, leggevo oggi (ieri, ndr) un'intervista di un parlamentare del Pd che dice lo stesso. Sono degli incoscienti, ecco cosa sono. Ma più che Renzi, lo sono quelli del Pd e dell'M5s che tengono l'Italia in ostaggio. Mi domando solo per quanto tempo vogliano ancora farlo. Noi ce la mettiamo tutta affinché questo tempo sia il meno possibile e si vada subito al voto: a chiederlo sono i cittadini».

Lei chi di si fida di più? Renzi o Conte?
«Io mi fido solo dei fatti, delle parole da tempo non mi fido. Ma la settimana scorsa quello che più mi ha disgustato è stata l'assenza totale del governo quando si discuteva del mio arresto».

E quindi?
«Per dirle che non stimo quelli che scappano, stimo solo gli avversari che hanno la dignità di affrontarmi. E Conte la settimana scorsa ha dimostrato solamente di essere un piccolo uomo. Ma sono tranquillo: tra poco toccherà noi governare...».

Nel frattempo che fa? Rilancia l'uscita dalla Ue sul modello inglese?
«È una polemica che non esiste e oggi (ieri, ndr) a Milano ho ribadito le stesse cose che ripetiamo da anni: stiamo lavorando per cambiare una serie di cose nella Ue. Ma è chiaro che se non si cambia per altri anni ancora, bisogna pensare a qualcosa di alternativo. Per noi della Lega viene prima l'Italia e poi l'Europa, per il Pd invece è il contrario».

Intanto a Roma organizzate un incontro: la Lega ha deciso di opzionare un sindaco nella Capitale? Ma non volevate Napoli?
«Stiamo facendo questo giro per l'Italia. Prima Torino, Padova e domani (oggi, ndr) Roma. Facciamo solo quello che dovrebbe fare il governo: ascoltiamo imprenditori, commercianti e società civile e prepariamo un piano di governo nazionale e locale. La stessa cosa che farò a Napoli martedì. Perché, è chiaro, stiamo preparando una squadra all'altezza che possa prendere il posto di questi sindaci che hanno distrutto i comuni. E parlo dei vari Raggi, de Magistris e Appendino».

Volete radicarvi al Sud ma c'è Fratelli d'Italia che vi tallona: non è che vi toglie lo scettro di primo partito del centrodestra?
«Più cresce centrodestra meglio è: importante è che cresca l'area alternativa a sinistra. Ed io ho in mente un centrodestra nuovo e fresco. Prenda Benevento: non ci sarà mai la Lega a sostenere Clemente Mastella, sia chiaro. Dobbiamo coinvolgere persone nuove, con tutto il rispetto per chi è lì da 40 anni».

A metà gennaio a Napoli lei era per la ricandidatura di Stefano Caldoro per la Regione, ora la Lega cambia idea. Come mai?
«Nessun problema personale contro di lui come per Fitto in Puglia».

E allora?
«Ci sono persone fuori dai partiti che si mettono a disposizione e abbiamo il dovere di valutare tutti i nomi, senza dare giudizi su nessuno. L'importante è mandare a casa De Luca, poi chi sarà il candidato del centrodestra si vede».

È lo stesso ragionamento di Mara Carfagna: avrebbe mai pensato di essere d'accordo con lei che gliene ha dette di tutti i colori?
«(Ride). L'altro giorno in Senato il discorso che ho più condiviso ed applaudito è stato quello di Casini. E se me l'avessero detto qualche anno fa non ci avrei creduto. Caldoro è una persona assolutamente degna e se ci mettiamo qualche giorno in più per decidere è solo un bene per la Campania. Me lo chiedono parecchi sindaci e non vedo l'ora di sporcarmi le mani in una Regione che è ultima per la sanità in Italia e ci sono ancora 5 milioni di tonnellate di ecoballe accatastate. Ci sta da lavorare lì».

Ma De Luca è già in campagna elettorale: se perdete altro tempo gli darete altro vantaggio.
«L'Italia ci chiede un passo in avanti, anche al di là dei partiti: ci serve ancora qualche giorno».

Quanti?
«Anche in Calabria mi dissero che rischiavamo di dare un vantaggio alla sinistra, è finita che abbiamo stravinto. Preferisco attendere altri 15 giorni per fare le scelte migliori. Anche perché possiamo vincere tranquillamente in Campania».

Martedì sarà Napoli: inizia la campagna elettorale?
«Spero sia una bella giornata di ascolto e venga tanta gente.
Spero non ci siano, come al solito, centri sociali, antagonisti vari e de Magistris a rompere le scatole. Stavolta faccio io un appello al sindaco che in genere mette benzina sul fuoco: in democrazia tutti devono esporre le proprie idee senza l'ausilio di cordoni di polizia e carabinieri. Perché gli agenti hanno ben altro di cui occuparsi». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA