Regionali Campania 2020, Berlusconi blinda Caldoro: «Sarà il candidato della coalizione»

Regionali Campania 2020, Berlusconi blinda Caldoro: «Sarà il candidato della coalizione»
di Pietro Perone
Venerdì 24 Gennaio 2020, 11:02 - Ultimo agg. 18:38
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È a Tropea Silvio Berlusconi per sostenere Jole Santelli, candidata alla presidenza della Regione Calabria. Elezioni che appaiono però di serie B rispetto alla grande sfida emiliana.
 


Ha sostenuto che il risultato dell'Emilia può cambiare il corso della storia se vincesse il centrodestra, ma ricorderà che Bologna fu già espugnata da un centrista come Guazzaloca negli anni in cui la sua coalizione era ancorata al Ppe. Ora, invece, in caso di vittoria di Lega e alleati si avrà una svolta sovranista: non lo avverte come un pericolo?
«Non sono d'accordo. Il centro-destra ha sempre vinto, anche in passato, quando ha saputo mettere insieme - al di là dei rapporti numerici - le idee, i contenuti, i programmi della destra con quelli del centro liberale, cristiano, garantista che noi rappresentiamo. Questo avverrà anche in Emilia Romagna, dove vincerà una coalizione della quale noi siamo parte determinante non solo numericamente, ma sul piano dei contenuti e delle idee».

 Di Maio si è dimesso da capo politico dei 5Stelle: una mossa che potrebbe rilanciare il Movimento?
«Francamente non mi sembra un fatto così rilevante. Non è questione di leader, mi verrebbe da dire - come il Duca di Mantova nella famosa aria che apre il Rigoletto di Verdi - che questo o quello per me pari sono. Il Movimento Cinquestelle ha fallito come era ovvio che accadesse. Un movimento politico fondato sull'invidia sociale, sull'odio, sulla rivalsa sociale, sull'incompetenza può ottenere occasionalmente voti sfruttando il malcontento della gente, ma ovviamente non è in grado di governare un Paese».

M5S ha rappresentato in questi anni un movimento soprattutto di ribellione che alla prova del governo ha dimostrato evidenti lacune: un po' quello che potrebbe accadere a un esecutivo a guida leghista, partito che in questo momento dà più voce alla protesta che alle proposte.
«Il paragone è sinceramente improponibile. La Lega si è presentata alle elezioni con un programma molto serio che abbiamo scritto e condiviso, governiamo insieme con ottimi risultati le più importanti regioni italiane. In ogni caso la nostra presenza è la garanzia assoluta di un forte legame del futuro governo con i principi liberali, con l'Europa, con l'Occidente democratico».

Salvini sarà il premier in caso di vittoria alle politiche?
«Come sempre, saranno i voti degli italiani a decidere chi guiderà la coalizione. Ad oggi, mi pare ovvio che Salvini abbia i numeri».

Si vota in Emilia ma anche in Calabria, elezione dimenticata: Il centro-destra c'è?
«Le sto rispondendo proprio dalla Calabria, dove sono venuto a sostenere una straordinaria candidata, Jole Santelli, che diventerà il simbolo della riscossa non solo della sua regione, ma dell'intero Sud. È vero, della Calabria si parla poco, anche in occasione delle elezioni. Suscita attenzione solo in caso di crimini o disastri. Vogliamo rovesciare questa situazione: è una terra splendida, con tante eccellenze sconosciute. I calabresi meritano di meglio dell'oblio e del degrado cui li hanno condannati anni di malgoverno».

La sensazione è che anche i partiti temano le infiltrazioni della criminalità nella terra della 'ndrangheta. Forza Italia non teme inquinamenti? 
«Non sono d'accordo con questa visione pessimistica. La 'ndrangheta, come le altre mafie, è un male assoluto, ma non è affatto inestirpabile. Il nostro governo per esempio scatenò una lotta senza tregua alla criminalità mafiosa che portò all'arresto di quasi tutti i maggiori latitanti, con una media di otto arresti al giorno, e con confische nell'ordine dei 25 miliardi di euro. Oggi c'è una Calabria sana, che si ribella alla 'ndrangheta, e una magistratura antimafia che nella regione sta lavorando molto bene».

Il Sud da almeno dieci anni non compare nelle agende dei governi o se figura le azioni messe in campo si rilevano inefficaci. A volte sembra che manchi finanche un'idea guida: lei ne ha una? 
«La nostra è molto semplice e si chiama crescita. Questa si ottiene in un solo modo: rendendo conveniente per le aziende investire al Sud. Lo Stato deve creare le condizioni di contesto, quelle che oggi mancano drammaticamente: sicurezza, legalità, infrastrutture, fiscalità di vantaggio. A questo proposito un'idea che proponiamo è l'abolizione in tutto il Sud di qualsiasi tassa o contributo, per il periodo di apprendistato e per i successivi primi tre anni di lavoro, per chi assume a tempo indeterminato un giovane disoccupato».

In Calabria il suo partito ha scelto Santelli, volto della prima ora di Forza Italia, e donna come Borgonzoni in Emilia.
«Jole sarà il primo governatore donna non solo della Calabria ma dell'intero Sud, da quando esiste l'elezione diretta. È una persona che ama profondamente la propria terra, di grande esperienza e competenza, di assoluta onestà e generosità, che sta al mio fianco da moltissimi anni. Ho avuto modo di apprezzare molto anche Lucia Borgonzoni, che è la persona giusta per far ripartire la sua regione. Il centro-destra, e Forza Italia in particolare, non pratica un femminismo di maniera, come fa la sinistra, sceglie le donne più brave per le loro competenze e al pari degli uomini le indica per i ruoli di maggiore responsabilità. Non a caso sono donne di Forza Italia il presidente del Senato, il vice presidente della Camera, i nostri due capigruppo in Parlamento».

Esaurito il capitolo Emilia, verrà il tempo delle altre elezioni regionali, a cominciare dalla Campania. Ma Caldoro è il candidato del centrodestra o resta ancora in stand by?
«Caldoro è il candidato del centro-destra, e tutta la coalizione lo sosterrà lealmente e con coerenza, come del resto accade in ogni regione, qualunque sia la forza della coalizione che esprime il candidato in base agli accordi che abbiamo preso».

Non le sembra paradossale che i problemi nei confronti della ricandidatura di Caldoro siano venuti da Mara Carfagna, cioè dall'interno del suo partito, e non dagli altri due alleati, visto che sia Salvini che Meloni hanno in pratica già dato il via libera?
«Ciò dimostra che siamo davvero un partito di persone libere, nel quale ognuno esprime legittimamente la sua opinione. D'altronde la questione mi sembra superata e so che Mara lavorerà come tutti ventre a terra per far vincere il candidato che abbiamo scelto».

Il 23 febbraio a Napoli si vota per il collegio 7 del Senato: avete ricandidato Guangi, il perdente della volta scorsa contro il defunto Ortolani di M5S. Insomma, sempre gli stessi nomi, un po' come alla Regione con la terza ricandidatura consecutiva di Caldoro. Non avverte ora la necessità di una svolta nel segno di quella novità che proprio lei ha interpretato in passato?
«Forza Italia si rinnova continuamente: in questa legislatura il 70% dei nostri parlamentari sono di prima nomina, nell'ultimo anno abbiamo sostituito più della metà dei coordinatori regionali, coinvolgendo giovani sindaci e amministratori locali. Ma il rinnovamento non può essere una dissennata rottamazione: l'esperienza, la competenza, i lunghi anni di lavoro sono un patrimonio del quale sarebbe sbagliato privare la collettività. Stefano Caldoro è stato il migliore governatore della Campania che io ricordi, ed ha guidato molto bene, giorno per giorno, l'opposizione in questi anni».

Ha dichiarato che non vedrà il film su Craxi perché le procurerebbe troppo dolore. Quindi non potrà vedere quella scena in cui si vede lei, attraverso la tv, nei panni di premier mentre Bettino è alle prese con i propri tormenti. Si ricorda quei giorni?
«Mi hanno raccontato la scena: in realtà non ero presidente del Consiglio, anzi in quella trasmissione televisiva criticavo, da leader dell'opposizione, la politica estera del governo D'Alema. Naturalmente ricordo bene quei giorni: mi sentivo impotente di fronte alle sofferenze di un amico, di fronte all'ingiusto esilio di un uomo che magari avrà commesso anche degli errori politici, ma che è stato uno dei pochissimi statisti della storia italiana, un uomo coraggioso che ha tentato - pagando un prezzo molto alto - di cambiare la politica in Italia rompendo il monopolio a sinistra del Pci e della Cgil».

Ogni volta che rilascia un'intervista al «Mattino» promette che tornerà a Napoli ma poi non se ne fa nulla. La rivedremo per le regionali o prima?
«Mi creda, il primo a soffrire dell'assenza da Napoli sono io.
Per questo le assicuro che mi rivedrete molto presto».

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