Riccardo Bossi cena al ristorante e se ne va senza pagare: fioccano le denunce a Firenze e a Fiesole

Riccardo Bossi cena al ristorante e se ne va senza pagare: fioccano le denunce a Firenze e a Fiesole
Riccardo Bossi cena al ristorante e se ne va senza pagare: fioccano le denunce a Firenze e a Fiesole
Mercoledì 25 Settembre 2019, 09:45 - Ultimo agg. 19:33
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Ha mangiato in un pub a Firenze e poi è andato via senza pagare un euro. Per questo Riccardo Bossi, primogenito del fondatore della Lega Nord Umberto Bossi, è stato denunciato dalla polizia per insolvenza fraudolenta a Firenze. Gli agenti, avvisati dal titolare del locale dove aveva passato la serata in compagnia di una donna, lo hanno rintracciato in un residence non lontano, identificato e poi denunciato. Non è la prima volta che Riccardo Bossi, 40 anni, ha guai con la giustizia. Nel 2016 è stato condannato per appropriazione indebita dal tribunale di Milano per le presunte spese personali con i fondi del Carroccio. Nello stesso anno ha avuto una pena a dieci mesi, inflitta dal tribunale di Busto Arsizio (Varese) con l'accusa di aver truffato dei gioiellieri: all'epoca avrebbe portato via gioielli di Bulgari e un Rolex senza aver mai saldato il conto. 

Riccardo Bossi è irreperibile: deve pagare 2.500 euro di spese legali

 


Adesso i nuovi guai arrivano per un conto da 66 euro non saldato nel locale fiorentino. Tutto risale a sabato sera scorso. Riccardo Bossi si sarebbe presentato in un pub di piazza Beccaria, sui viali nell'immediata vicinanze del centro storico di Firenze. Voleva vedere la partita Milan-Inter, e per assicurarsi di avere il posto davanti al maxi schermo aveva prenotato il giorno prima, chiamando il locale col suo cellulare. Si è presentato alle 20,45 in compagnia di una donna. Hanno consumato bevande e varie portate di carne. Poi, al momento di pagare, Riccardo Bossi si sarebbe recato al bancone, spiegando subito che aveva problemi con la carta di pagamento. Ha detto che si allontanava un attimo per andare a fare un bancomat, ma non è più tornato.

Il titolare del pub, non avendo notizie, gli ha mandato un messaggio al cellulare che aveva usato per effettuare la prenotazione, chiedendogli di portare i soldi prima di mezzanotte, orario in cui avrebbe dovuto chiudere la cassa. Non ottenendo risposta ha deciso allora di chiamato la polizia. Per gli agenti della squadra volante non è stato difficile rintracciarlo. Oltre al cellulare il gestore del pub ha potuto indicare loro anche il residence dove alloggiava, il cui nome era stampato su una chiave di albergo che aveva appoggiato sul tavolo durante la cena. Mentre la polizia stava cercando Riccardo, il primogenito dell'ex leader della Lega avrebbe finalmente risposto al messaggio del gestore del pub, dicendo che stava cercando di prelevare e che avrebbe saldato entro 10 minuti, cosa che però non è accaduto. Così per il 40enne è scattata la denuncia.




Il ristoratore, Gaetano Lodà, un passato di spicco nella tifoseria viola, aveva salvato sull'agenda il numero del telefonino con il quale gli era arrivata, nel pomeriggio di sabato, la prenotazione del tavolo, senza neanche sapere che fosse il figlio del fondatore della Lega Nord. Ma nel frattempo ha avvertito anche la polizia, che ha rintracciato il figlio maggiore del 'senatur' in un residence non distante.

Riccardo Bossi è stato identificato, e informato del rischio di una denuncia. Una denuncia che il giorno dopo il ristoratore, assistito dagli avvocati Michele Ducci e Michele D'Avirro, ha puntualmente sporto per il reato di insolvenza fraudolenta, e alla quale potrebbe aggiungersi anche quella dell'albergo. Al momento di saldare, domenica mattina, il fratello maggiore del Trota, secondo quanto scrive sempre «La Nazione», non aveva infatti altri soldi da aggiungere ai 100 euro che aveva anticipato con la prenotazione.

 
 

«Non è certo per la somma, ma è una questione di principio. E magari con la mia denuncia, metto in guardia qualche altro commerciante fiorentino dal guardarsi da questo signore», ha detto il ristoratore Lodà al quotidiano fiorentino. Riccardo Bossi, residente a Gallarate (Varese), nei giorni scorsi ha ricevuto la seconda condanna in appello per la truffa a un gioielliere di Busto Arsizio: fece shopping di Natale (gioielli per la fidanzata di allora e un costosissimo Rolex) e anche quella volta si 'dimenticò' di passare a pagare.

Un altro ristoratore: «Riccardo Bossi ha fatto lo stesso a Fiesole». «Mi ha chiamato un ristoratore di Fiesole, dicendomi che Riccardo Bossi è stato da lui venerdì sera e ha lasciato un conto da 120 euro da pagare». Lo dice all'AdnKronos, il ristoratore fiorentino, Gaetano Lodà, titolare dell'Antico Beccaria, a sua volta frodato sabato scorso, dal figlio maggiore del fondatore della Lega Nord. «Il titolare del ristorante di Fiesole - racconta Lodà - mi ha chiamato poco fa, ringraziandomi per aver potuto riconoscere Bossi dalla foto pubblicata in giro e anche lui sporgerà denuncia».

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