Giustizia, Berlusconi: «Per ora una pseudo riforma, senza di noi non la approvano»

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi
di Mario Ajello
Domenica 31 Agosto 2014, 10:59 - Ultimo agg. 11:00
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Silvio Berlusconi fa le barricate? Macch. Non le fa nemmeno sulla giustizia. Nessuna opposizione gridata o ideologica, ragiona l’ex Cavaliere nel





week end ad Arcore, tra una corsetta e il pranzo con i figli, «e sarebbe irresponsabile ragionare con la vecchia logica delle barricate. Questa logica distruttiva non se la merita Renzi, che ha poco esperienza ma cerca di fare il possibile in una situazione tremenda, e soprattutto non se la merita il nostro Paese».



AVANTI GLI ALTRI

Vede le luci, vede le ombre, vede più ombre che luci nella riforma della giustizia l’ex Cavaliere, ma soprattutto vede questo: «Per ora è una pseudo-riforma. E senza di noi, non riusciranno a fare neanche questa. La maggioranza, al Senato, ha soltanto nove voti di scarto sull’opposizione». Di questo si fa forte Berlusconi e la trattativa su tutto, «quando si capirà davvero che cosa vogliono fare», sarà la sua linea di condotta. Berlusconi lascia che Brunetta e gli altri, compreso Giovanni Toti con cui ha consuetudine quotidiana, avanzino le critiche forziste al pacchetto giustizia e tra gli azzurri è tutto un coro, approvato dal presidente, su «tregua finita» e «autunno infernale». Ma Berlusconi come al solito è «concavo e convesso» e gioca su due piani. Quello che ha scelto per se stesso è meno contundente rispetto a quello che fa adottare ai suoi. Berlusconi si tiene pubblicamente distante da commenti, e pesa il senso del tempo. «Le cose fondamentali», così ragiona, «come le norme sulle intercettazioni, sono ancora tutte da fare e la discussione sarà lunga. Inutile impuntarsi. C’è tutto il tempo per andare a vedere le cose, ammesso che Renzi non si fermi alle slide, dopo di che non interverremo in maniera selettiva. Ciò che è votabile lo voteremo, ciò che non lo è non lo voteremo. Ma lasciamo il tempo al tempo».



Un Berlusconi così è quello che non apprezza affatto l’introduzione della responsabilità civile indiretta dei magistrati - «Ma perchè i medici pagano le loro colpe mentre i giudici devono sempre godere dello strapotere di vita e di morte sulle persone e se sbagliano goi va in soccorso lo Stato?» - e tuttavia il Silvio che dà tempo al tempo e che è entrato in una visione gradualiste delle cose del mondo considera che comunque un piccolo e timido inizio di discorso sull’«impunità» dei magistrati il pacchetto Orlando sembra contenerlo. Discorso più duro, invece, sulla riforma del Csm. Rispetto alla quale, visto da Arcore, Renzi non ha ancora la forza di moderare la «sovranità assoluta» dei togati e la «politicizzazione» di quell’organo.



Nelle poche telefonate di ieri, il padrone di Arcore ha chiesto lumi in particolare su un punto. Quello della prescrizione. «Quando scatta la sospensione della prescrizione? Qui non si capisce niente», è il cruccio dell’ex premier. Questo punto per lui è fondamentale. Berlusconi è in attesa di sentenza a Napoli, per la presunta compravendita dei senatori, e a Bari per il caso escort-Tarantini. Nella vicenda napoletana, dove l’ex senatore De Gregorio è il suo accusatore, Berlusconi deve sperare - paradossalmente - di essere condannato (se dovrà essere condannato) prima dell’entrata in vigore della legge Orlando. Se l’eventuale condanna del tribunale di Napoli arriverà dopo l’entrata in vigore della legge, Berlusconi rischia che la sua prescrizione s’interrompa per due anni, per dare la possibilità che si svolga il processo d’appello. Ma la norma transitoria sulla prescrizione, voluta dal Ncd, è ancora in fase di limatura e la situazione, appunto, per ora non è chiara. Ma è molto importante questa questione per il leader forzista.



OPPOSITORE-STATISTA

Ma le questioni di tipo personale ormai sono quasi "altro" rispetto al profilo che Berlusconi sta cercando di darsi. Che è quello dell’oppositore-statista. Del padre nobile del Paese, enon solo del centrodestra, che si disinteressa del day by day e che ha assunto nella propria coscienza tutta la gravità della situazione generale del Paese. «A questa Italia dobbiamo fare una mano. Da solo Renzi non ce la può fare, non ha l’esperienza per affrontare la crisi economica e tantomeno per fronteggiare le crisi internazionali: questo il mood di Berlusconi. A proposito di politica internazionale, la nomina di Federica Mogherini a Lady Pesc non appare chissà quale successo. «Renzi doveva puntare ad avere un ministro economico di peso. Gliel’ho anche detto l’ultima volta che ci siamo parlati». Si riparleranno presto.

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