Rixi (Lega) condannato a 3 anni e 5 mesi si dimette. Salvini: «Sentenza senza prove»

Rixi (Lega) condannato a 3 anni e 5 mesi. «Ho consegnato dimissioni a Salvini»
Rixi (Lega) condannato a 3 anni e 5 mesi. «Ho consegnato dimissioni a Salvini»
Giovedì 30 Maggio 2019, 13:11 - Ultimo agg. 1 Giugno, 07:26
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Trenta minuti, dalla notizia della condanna alle dimissioni. Edoardo Rixi, viceministro leghista, prende tre anni e cinque mesi in primo grado per le «spese pazze» di quando era consigliere in Liguria. Gli comminano anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. E parte subito la batteria dei Cinque stelle: «37 richieste di dimissioni», conta Matteo Salvini. Potrebbe essere un nuovo caso Siri, potrebbe portare alla crisi di governo. Ma il leader della Lega non vuole far saltare il banco su una sentenza.

E così attacca i giudici ma il caso Rixi lo chiude in fretta. Il viceministro, che si professa innocente, gli consegna la sua lettera di dimissioni. Salvini la accoglie. Come se fosse lui il premier, notano in tanti. Poi lancia un messaggio al M5s: «Da stasera alle 9, dopo il voto su Rousseau su Di Maio, se si lavora si va avanti. Se arrivano 4, 5, 6 No, la Lega non ha più tempo da perdere». Salvini attacca, M5s incassa. È questo lo schema della giornata. Giuseppe Conte prova a mediare e si pone in attesa. Il premier vede - separatamente - i capigruppo di M5s e Lega per provare a portare avanti almeno i decreti su sanità in Calabria, crescita e cantieri che sono in Parlamento. 

I pentastellati alle prese con il rebus crisi: «Avanti con Salvini, non ci sono alternative»

Ai leghisti dice che valuterà richieste come stralciare la norma salva Roma dal dl crescita. E con fair play loda per la «sensibilità istituzionale» la scelta di Rixi di dimettersi dopo la condanna. Il Movimento intanto è alle prese con il voto di fiducia a Luigi Di Maio sulla piattaforma Rousseau. Tra i pentastellati è prevalsa la linea del non voto: la parola d'ordine è che il governo deve andare avanti. «Figuratevi se voglio far saltare il tavolo», dichiara a sua volta Salvini. 

 


Ma il suo protagonismo «da premier» alimenta nel M5s il sospetto che voglia «provocare» con ultimatum continui, per portare Di Maio alla rottura e andare al voto a settembre addossandogli la colpa della crisi. Il ministro dell'Interno nega: «A settembre non si vota, si fa la manovra». Ma in un solo giorno, apre innumerevoli fronti nella maggioranza. In mattinata si presenta da Giovanni Tria con Giorgetti, Borghi, Garavaglia e Bagnai. Dice un «no assoluto» all'aumento dell'Iva e mette sul tavolo la sua ricetta per evitare la procedura d'infrazione europea, che passa da una proroga della pace fiscale «da alcune decine di miliardi». 
  Non solo. Annuncia che porterà il progetto di flat tax (da realizzare in autunno) al prossimo Consiglio dei ministri, «quando si farà». Anticipa voci europee di aumento al 55% dei finanziamenti per la Tav: è «vantaggioso e doveroso farla». Annuncia la sospensione del codice degli appalti per due anni e nuove norme sui rifiuti. Tav, appalti, rifiuti: il M5s, chiusa la «bizzarria» del voto su Rousseau, deve dire - avverte Salvini - tanti Sì o non si va avanti. La lista è da incubo per il M5s. Ma il Movimento non reagisce. Ribatte a Salvini solo per chiedere «rispetto» per i tre ministri che secondo la Lega lavorano male e andrebbero sostituiti («Ma io non chiedo rimpasti, la scelta sta a loro», alza le mani Salvini). Nel mirino ci sono Danilo Toninelli («Uno sbloccatore di cantieri senza eguali», ironizza), Elisabetta Trenta («Tagliare sulla difesa è suicida») e Sergio Costa («Per difendere l'ambiente non può bloccare il Paese»).

Il ministro dell'Interno invoca poi per l'Italia (e la Lega) un commissario europeo con portafoglio economico e la nomina del nuovo ministro agli Affari europei: «Conte ha la delega ma lui ha altro da fare, la prossima settimana va in Vietnam...», nota Salvini. Che però si rifiuta di indicare due sottosegretari in sostituzione dei leghisti Siri e Rixi, «dimissionati» per le inchieste giudiziarie. «Metto le mani sul fuoco sulla loro innocenza, torneranno», assicura. Poi attacca la magistratura: «Rispetto le sentenze ma è incredibile che ci siano spacciatori a piede libero, e sindaci, amministratori e parlamentari accusati o condannati senza uno straccio di prova. Cinque anni per un omicidio, tre anni per un piatto di spaghetti: abbiamo un problema».