Roma, flop dei nuovi bus: «Guasti per uno su 4». Atac corre ai ripari

Roma, flop dei nuovi bus: «Guasti per uno su 4». Atac corre ai ripari
di Lorenzo Di Cicco
Domenica 18 Agosto 2019, 10:10 - Ultimo agg. 12:27
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Pronti, via... e i primi quattro si erano già fermati. Nemmeno 24 ore dopo l'inaugurazione di Virginia Raggi, il 2 agosto i nuovi bus acquistati dal Campidoglio già avevano mostrato la corda. Quattro su ottanta bloccati per riparazioni. Una sfortunata coincidenza? A quanto pare no: in poco più di due settimane di servizio - col record di tre tagli del nastro della sindaca per la stessa fornitura - si contano oltre 50 interventi per aggiustare i difetti della flotta appena acquistata. «Interventi che hanno riguardato 20 navette diverse», spiega la ditta della manutenzione. Un bus su quattro, in sostanza, ha già avuto problemi ed è dovuto finire sotto gli attrezzi degli operai.

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Fosse successo con una macchina appena ritirata dal concessionario, di sicuro il proprietario sarebbe tornato indietro a protestare. Per ora l'Atac non fa polemiche, ma ha aperto le porte delle proprie rimesse a un pool di tecnici esterni, stipendiati dalla fabbrica turca che ha prodotto i mezzi, col compito di aggiustare la fornitura «in garanzia».
Sensori sballati, specchietti e braccioli montati male, fili scollegati, porte con i bulloni che si staccano, un climatizzatore che perdeva gas, un pistone dei sedili da cambiare. «Abbiamo effettuato circa 50 interventi, su una ventina di mezzi», racconta Anthony Martini, titolare della Pagliani Service, l'impresa che insieme alla Drive Line si sta occupando delle riparazioni nei garage della municipalizzata. «Abbiamo mandato due operai per deposito tra Grottarossa, Tor Sapienza, Magliana ed Acilia. Andiamo lì presto, tra le 5 e le 6 del mattino, pronti a intervenire sui nuovi bus fabbricati in Turchia», spiega. Il titolare della ditta di manutenzione, in ogni caso, rassicura: «I componenti ci sembrano buoni: il motore è di un'ottima marca, Iveco, e il cambio è Ztf, che è uno dei maggiori fornitori al mondo. Poi ovviamente tocca vedere l'assemblaggio, come è stato fatto in Turchia; in generale per valutare la qualità di una fornitura occorre tempo». Si vedrà. Certo tra gli autisti più di una preoccupazione traspare quando sul pannello sopra al volante cominciano a illuminarsi spie poco rassicuranti.
Raggi sulla nuova flotta punta molto. Ai giudici del concordato fallimentare l'Atac ha promesso di produrre molti più chilometri di quelli macinati negli ultimi anni. Sul servizio di superficie - quindi bus, filobus e tram - continuano a saltare migliaia di corse, al contrario di quanto avvenuto per la metro, dove le cose sono migliorate. Nel 2016, bus e tram hanno percorso 89,3 milioni di chilometri. Nel 2018 si è scesi a 84,9 milioni. Oltre 4 milioni di chilometri inghiottiti dal gorgo dei disservizi, in appena due anni.

Non serve un'indagine approfondita per capirne le cause: l'Atac ha una flotta arci-datata, l'età media dei bus supera gli 11 anni, contro i 5 anni di Berlino, i 6 di Londra e i 7 di Parigi. Fino a luglio le uniche navette nuove arrivate in tre anni erano quelle ordinate dall'ex dg Marco Rettighieri, entrato subito in rotta di collisione con Raggi e dimissionario già ad agosto 2016. Dopo una prima gara deserta, il Campidoglio un anno fa è riuscito a ordinare altri 227 mezzi. Ma la commessa si è subito arenata, perché la fabbrica che si era aggiudicata l'appalto tramite la Consip (la Centrale degli acquisti del Ministero dell'Economia), è quasi fallita, quindi la produzione è andata a rilento, fino a quando l'impresa è stata rilevata da un gruppo turco. Si è provato ad accelerare e i primi bus sono arrivati a giugno. Ma, altra tegola, sono rimasti parcheggiati per settimane in un garage di Bologna perché il Comune non sapeva come darli all'Atac (in teoria avrebbe dovuto essere un comodato d'uso gratuito, invece è diventato oneroso). Al termine della trafila, i primi 80 mezzi hanno cominciato a battere le strade di Roma a inizio mese. Altri 60 arriveranno entro fine settembre. Sperando che non si fermino subito.

 
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