Al 25esimo giorno di guerra, Mosca guarda all’Italia. Per minacciarla di «conseguenze irreversibili», in caso di nuove sanzioni. La questione gira intorno alle misure economiche usate dall’Occidente come pressione contro la crisi in Ucraina, ma anche agli aiuti che il nostro paese avrebbe richiesto alla sanità di Mosca durante l’epidemia di Covid. Due cose totalmente scollegate tra loro, ma che portano anche a un attacco diretto e personale al ministro della Difesa Lorenzo Guerini, colpevole - secondo la voce di Mosca - di essere diventato «uno dei principali “falchi-anti Russia” nel governo italiano», nonostante sia stato in prima fila nel chiedere aiuto all’inizio della pandemia.
I suggeritori
L’entrata a gamba tesa arriva attraverso il direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexej Paramonov.
Il sospetto corre alla decisione di Mosca di chiudere i rubinetti del gas all’Italia, ma il funzionario degli Esteri non si sbilancia: «La risposta alle sanzioni è in fase di elaborazione» si limita a dire ricordando però che la dipendenza dell’Italia dagli idrocarburi russi «raggiunge il 40-45%». Ed è proprio per togliere questa spada di Damocle dalla testa, che il governo italiano sta cercando di diversificare le sue fonti di approvvigionamento nel minor tempo possibile con il ministro Di Maio ieri in missione in Mozambico, dopo essere volato nelle ultime due settimane in Algeria, Qatar, Congo e Angola.
Le minacce russe sono anche condite da una mozione degli affetti: «Ci aspettiamo che a Roma, come in altre capitali europee, tornino comunque in sé, e ricordino gli interessi profondi dei loro popoli». Da ultimo il legame tra Italia e Russia, secondo Mosca, si è dimostrato «nell’assistenza significativa» che nel marzo-aprile 2020 i russi fornirono all’Italia piegata dalla prima ondata del Covid, «una richiesta inviata allora anche dal ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini - aggiunge Paromov -, che oggi è uno dei principali “falchi” e ispiratori della campagna antirussa nel governo italiano». Un’accusa che il titolare della Difesa liquida come «propaganda» invitando a non darvi peso. «Incoraggiamo invece ogni passo politico e diplomatico che metta fine alle sofferenze del popolo ucraino - chiarisce Guerini -. L’Italia è a fianco dell’Ucraina e continuerà ad esserlo». In suo sostegno arrivano le reazioni di molti ministri.
Le cause
Resta da chiedersi come mai la Russia abbia voluto colpire l’Italia, minacciando «irreversibili conseguenze», visto che perfino la Svizzera ha superato la sua tradizionale neutralità. Una possibile spiegazione sta nel fatto che Roma si batte in sede europea per imporre un “price cap” alle forniture di idrocarburi russe. Un notevole taglio di profitti per Mosca, indispensabili per finanziare la guerra. A questo si aggiunge l’aspetto politico: l’Italia è l’unico dei grandi paesi dell’Unione dove esiste un movimento di opinione pro Putin, contro l’espansionismo della Nato. Una parte di pubblico dove la propaganda russa sta probabilmente tentando di infilarsi per mettere in difficoltà il governo, giocando sul ricatto energetico. A questo si aggiunge che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si collegherà martedì con il parlamento italiano: un’occasione troppo interessante per non provare a pressare sulla parte politica filo-russa.