Sanremo, Salvini: «La Costituzione non si difende all'Ariston». Amadeus: «Sono 4 anni che ci attacca. Mattarella? Lo sapevano solo in 3»

Il vicepremier in radio sulla conduttrice: «Mi auguro che gli italiani non si sentano colpevolizzati da chi usa la tv pubblica per fare la morale»

Sanremo, Salvini su Egonu: «Spero non faccia tirata su Italia Paese razzista»
Sanremo, Salvini su Egonu: «Spero non faccia tirata su Italia Paese razzista»
Mercoledì 8 Febbraio 2023, 10:24 - Ultimo agg. 9 Febbraio, 06:08
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Da sempre tra la politica e Sanremo è attrazione fatale. E così dopo il breve armistizio, legato alla serata ecumenica che ha aperto ieri l'Amadeus quater, con il presidente della Repubblica Mattarella, primo capo di Stato in platea, e il premio Oscar Roberto Benigni sul palco a celebrare i 75 anni della Costituzione, è Matteo Salvini a riaprire oggi la polemica, cercando in qualche modo l'abbraccio con l'Ariston anche se da "convitato di pietra".

«Se ha scelto di andarci, ha diritto di svagarsi anche il presidente della Repubblica», attacca il vicepremier e segretario della Lega che, in piena campagna elettorale per le Regionali, ne ha per tutti. «Non penso che la Costituzione abbia bisogno di essere difesa dal palco di Sanremo, che è la storia di Morandi e Ruggeri, di Luigi Tenco. Riempire Sanremo di contenuti extra festival, dalle guerre ad altro, non mi piace. Se c'è qualche causa che va difesa a Sanremo, significa che siamo un Paese indietro. I diritti delle donne vanno al di là dal Festival», insiste, tornando a bocciare la presenza "virtuale" del leader ucraino Zelensky («Io sabato sarò con i miei figli, non penso mi chiedano di ascoltare la lettera di Zelensky a Sanremo. Ci guarderemo un film») e mandando un altolà a Paola Egonu, co-conduttrice della terza serata di domani: «Grande sportiva, grande pallavolista, ma spero non venga a fare una tirata al Festival sull'Italia Paese razzista, perché gli italiani possono avere tanti difetti ma non sono razzisti».

La risposta di Amadeus

Da Azione al Pd ai Verdi-Sinistra, l'opposizione prende le distanze, ma intanto le dichiarazioni del ministro dei Trasporti rimbalzano anche in sala stampa a Sanremo. «Sono quattro anni che Matteo Salvini se la prende con il festival, ma basta non guardarlo», è la replica secca di Amadeus. «Per l'ultima sera spero scelga un buon film per lui e per i suoi ragazzi.

Il discorso di Paola Egonu? Tutti hanno il diritto di manifestare il loro pensiero, c'è assoluta libertà».

Gli fa eco Gianni Morandi: «Come previsto anche dall'articolo 21 della Costituzione e ricordato ieri sera da Benigni». Forte del 'colpò messo a segno in collaborazione con il Colle, incassati gli ascolti boom della prima serata (circa 10,8 milioni di spettatori e il 62.4%, lo share più alto dal 1995), il plauso dell'ad Carlo Fuortes e la benedizione del Gianfranco Ravasi, che ha «apprezzato i messaggi (e le provocazioni) di Ferragni e Benigni», Amadeus chiude anche il caso scoppiato al settimo piano di Viale Mazzini, con la lettera inviata dai consiglieri di amministrazione alla presidente Marinella Soldi, seccati per essere stati tenuti all'oscuro sull'arrivo di Mattarella all'Ariston.

«Per me è qualcosa che valorizza l'intera azienda Rai e al loro posto direi grazie a qualunque persona abbia fatto in modo che il presidente fosse all'Ariston. Invece di colpevolizzarlo andrei a stringergli la mano», sbotta il direttore artistico. La trattativa, gestita da Giovanni Grasso, consigliere del presidente per la stampa e la comunicazione, e dal suo manager Lucio Presta, è rimasta segreta perché «le indicazioni avute dal Quirinale sono state di mantenere il massimo riserbo. È venuto il presidente della Repubblica a Sanremo in forma privata, neanche istituzionale: anche per motivi di sicurezza ci è stato chiesto che fossimo informati esclusivamente noi tre», spiega Amadeus.

Anche il direttore dell'Intrattenimento Rai di prime time, Stefano Coletta, tenuto fuori dalla trattativa, non se ne fa una croce: «Sanremo si presta a qualunque strumentalizzazione, ma dobbiamo essere felici di quello che è avvenuto e che porterò nel cuore, non mi sento sminuito per nulla». Chi è sicuramente soddisfatto è Fuortes: superato, anche se con il cda spaccato, l'esame del budget, oggi può celebrare i «dati straordinari» dell'esordio del festival, ringraziando «Mattarella che ha nobilitato con la sua presenza il debutto di questa edizione richiamandoci ai valori fondanti della nostra Costituzione e a Roberto Benigni che se ne è fatto magistrale interprete» e Amadeus e tutta la squadra Rai per aver regalato al Paese una grande pagina di tv e di passione civile«.

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