Matteo Salvini rispolvera lo spirito del Papeete per risalire la china (e vincere a Roma)

L’obiettivo del leader della Lega che precisa di non voler uscire dal governo

Matteo Salvini rispolvera lo spirito del Papeete per risalire la china (e vincere a Roma)
Matteo Salvini rispolvera lo spirito del Papeete per risalire la china (e vincere a Roma)
di Alberto Gentili
Mercoledì 6 Ottobre 2021, 15:29 - Ultimo agg. 19:15
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Mario Draghi l’ha già detto chiaro ieri, dopo lo strappo di Matteo Salvini che ha fatto disertare ai ministri leghisti il Consiglio dei ministri chiamato a varare la delega fiscale che include la riforma del catasto, e l’ha ripetuto oggi: «Il governo va avanti, l’azione dell’esecutivo non può seguire il calendario elettorale». Ciò significa che nonostante le intemperanze del capo della Lega e i suoi altolà, dettate a giudizio del premier dalle fibrillazioni seguite dalla sconfitta della Lega al primo turno delle elezioni comunali, Draghi non «farà alcun passo indietro», spiegano fonti di governo, «perché quella riforma è parte del Pnrr e dunque indispensabile per incassare le varie trance dei finanziamenti europei». Tanto più, ha tenuto a precisare il premier, che «nessuno pagherà più tasse».

Salvini: «Delega fiscale è patrimoniale». Draghi: «Questo governo non aumenta le tasse»

Salvini rispolvera lo spirito del Papeete

Insomma, la riforma fiscale e quella del catasto andranno avanti. Ci vorranno mesi, come ha spiegato Draghi, per entrare nel dettaglio e riempirla di contenuti, inclusa la rimodulazione dell’Irpef a favore dei ceti medi e meno abbienti.

Ma a palazzo Chigi escludono ripensamenti per accontentare Salvini.

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Il Carroccio

Il capo della Lega, a causa della batosta subita dal suo partito al primo turno delle elezioni comunali, torna però di lotta. Riesuma lo spirito del Papeete. L’obiettivo: provare a portare alla vittoria il centrodestra a Roma e a Torino, le uniche piazze ancora contendibili e contese. Così cavalca il «no alle tasse», in tandem con Giorgia Meloni. E ripete di non aver alcuna voglia di uscire dal governo: «La Lega è dentro e ci resta, se vogliono escano Letta e Conte». Ancora: «Il sostegno al governo non è in discussione quando si tratta di tagliare le tasse. Se qualcuno vuole provare, perché ce lo chiede l’Europa, ad aumentare le tasse su un bene primario come la casa, il sostegno della Lega non ci sarà mai».

 

La strategia

Insomma, in vista dei ballottaggi de 18 e 19 ottobre Salvini torna leader di lotta e di governo nel disperato tentativo di risalire la china. Ma non è un caso che ripeta di non avere alcuna intenzione di uscire dall’esecutivo. Questa via di fuga, anche se annusata da tempo, gli è preclusa: i ceti produttivi del Nord cui danno voce il ministro Giancarlo Giorgetti e i governatori Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia), Massimiliano Fedriga, non hanno alcuna intenzione di uscire dalla gestione degli oltre 200 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

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