Sanità, il ministro Schillaci a Napoli: «Pubblico da rilanciare, da giugno incentivi per il pronto soccorso»

«Stiamo lavorando per ridare fiducia ai nostri professionisti e rendere attrattivo il Servizio pubblico»

Orazio Schillaci e Francesco Lollobrigida
Orazio Schillaci e Francesco Lollobrigida
di Ettore Mautone
Sabato 1 Aprile 2023, 08:00 - Ultimo agg. 2 Aprile, 10:01
4 Minuti di Lettura

Il piano del governo finanziato con 1,4 miliardi di spesa pubblica in aggiunta ai 2,1 miliardi già messi nel piatto del Fondo sanitario di quest'anno, l'obiettivo di rendere più attrattiva la sanità pubblica in Italia e garantire gli avanzamenti di carriera e i riconoscimenti economici ai medici che lavorano nei pronto soccorso. E poi lo stop ai gettonisti, da riportare nell'alveo della sanità ospedaliera. E ancora: la sfida del Pnrr, che serve per rinforzare stabilmente la medicina del territorio a valle degli investimenti previsti entro il 2026 in strutture e macchinari. Infine i 360 milioni stanziati per consentire alle Regioni di affrontare col passo giusto lo smaltimento delle liste di attesa accumulate a causa del Covid. Ecco, in pillole, il panorama delle riforme, presenti e prossime future, che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha illustrato ieri a Napoli, all'Hotel Mediterraneo, ospite della due giorni live che porta Sky Tg 24 fuori dai propri studi. Il ministro, intervistato dal direttore della testata Alessandro Marenzi, ha riacceso i riflettori sui complicati anni della pandemia facendo emergere le debolezze di un sistema di cure che va riformato e riorganizzato. Partendo da una premessa: l'Italia deve garantire cure a una delle popolazioni più anziane d'Europa a fronte di una spesa che, in percentuale sul Pil, è tra le più basse (il 6,6 per cento) e tende ad assottigliarsi ancora. 

La sanità post pandemica deve affrontare per primo il nodo scorsoio della carenza di personale, in particolare nelle aree sensibili dei pronto soccorso.

I sondaggi proposti da Sky Tg 24 dicono che gli italiani si fidano di più della sanità pubblica (41 per cento contro il 28 che propende per quella privata) ma più della metà della popolazione pensa che dopo il Covid i servizi siano peggiorati. «Quando sono diventato ministro - ha detto Schillaci - ho trovato un Servizio sanitario in affanno e alcune situazioni inaccettabili, come quelle dei medici a gettone impiegati nelle aree sensibili dei pronto soccorso. Stiamo lavorando per ridare fiducia ai nostri professionisti e rendere attrattivo il Servizio pubblico. Ho inviato i Nas nelle corsie per mettere un freno alle anomalie di chi guadagna tre volte di più spesso senza avere i titoli». 

Video

La prima misura è l'anticipo, al primo giugno di quest'anno, dell'indennità per i medici e gli infermieri di pronto soccorso prevista dal 2024. Aumenta il compenso per tutti gli operatori sanitari e soprattutto per chi lavora nelle prime linee. Un'ora di lavoro aggiuntivo potrebbe essere pagata fino a 100 euro, invece degli attuali 60 (come già stabilito della legge di Bilancio della Regione Campania). Migliora per questi camici bianchi anche il trattamento pensionistico. Nel primo pacchetto di misure c'è anche la possibilità di stabilizzare, dopo tre anni, chi non sia specialista e lavora nelle aree critiche e abbia maturato un'esperienza sul campo. Anche gli specializzandi potranno operare fino a un massimo di 8 ore a settimana all'interno dei pronto soccorso. Flessibilità anche per l'arruolamento di medici stranieri. Abolito poi il vincolo di esclusività previsto dalla legge Bindi per gli infermieri. Oltre che per i pronto soccorso il decreto dovrebbe introdurre incentivi anche per chi lavora in altri servizi disagiati e usuranti. Infine il freno sui medici a gettone: vi si potrà ricorrere solo una volta all'anno e solo nelle aree dell'emergenza e urgenza. A regime l'obiettivo è togliere questa possibilità. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA