Schlein alla prova di forza sui capigruppo Pd: avanti su Braga e Boccia. Ipotesi Picierno vice. E le correnti rientrano dalla finestra

La segretaria vuole provare a disinnescare la minoranza interna offrendo posti chiave in segreteria. Ma sui presidenti dei gruppi tira dritto

Schlein alla prova di forza sui capigruppo Pd: avanti su Braga e Boccia. Ipotesi Picierno vice. E le correnti rientrano dalla finestra
Schlein alla prova di forza sui capigruppo Pd: avanti su Braga e Boccia. Ipotesi Picierno vice. E le correnti rientrano dalla finestra
di Andrea Bulleri
Lunedì 27 Marzo 2023, 12:39 - Ultimo agg. 16:06
3 Minuti di Lettura

«Unitario» ma non troppo. Il nuovo corso del Pd si apre all'insegna delle schermaglie tra le correnti. Con la minoranza che reclama posti di vertice e la segretaria, Elly Schlein, che pare decisa a tenere per sé tutte (o quasi) le caselle che contano. Dopo la partita sulla presidenza (vinta da Stefano Bonaccini), il nuovo terreno di scontro è quello dei capigruppo di Camera e Senato. Domani si chiude, e l'ultimo spazio per la mediazione è già fissato per questo pomeriggio, quando nella sala Berlinguer di Montecitorio si terrà un'assemblea congiunta di deputati e senatori dem. 

Ma in realtà, lamentano i bonacciniani - Base Riformista in testa, la corrente degli ex renziani -, Schlein ha già deciso tutto da sé: «Altro che gestione unitaria del partito, come aveva promesso».

Salvo scossoni, insomma, i nuovi presidenti dei gruppi saranno la franceschiniana Chiara Braga alla Camera e Francesco Boccia al Senato. Esattamente i nomi che Schlein aveva in testa fin dall'inizio. A vuoto l'appello dello sconfitto Stefano Bonaccini a ripensarci: il congresso, hanno notare più volte alla nuova leader i supporter del governatore emiliano, è finito 53 a 47, e Bonaccini ha vinto tra gli iscritti. Non solo: i gruppi parlamentari non sono espressione del nuovo gruppo dirigente. Motivo per cui, hanno insistito da Base riformista, la guida di uno dei due rami parlamentari avrebbe dovuto essere concessa alla minoranza. 

La nuova corrente

Niente da fare: Elly pigliatutto. Decisiva, a stabilire il finale di una partita che sembra in realtà già conclusa, sarà anche la mossa dei cosiddetti "ulivisti 4.0". Di fatto, una nuova corrente, composta da chi - come Anna Ascani e Marco Meloni - aveva appoggiato Bonaccini alle primarie ma, in nome dell'unità del partito, non intende andare alla guerra con la nuova segretaria. Il risultato dei nuovi assetti interni ai dem, insomma, a detta di molti rischia di essere dettato più dai nuovi equilibri interni alle correnti che non da una volontà della leader di sparigliare le carte. 

 

La segreteria

Equilibri che dovrebbero manifestarsi anche nella composizione della nuova segreteria, la cui composizione potrebbe essere annunciata venerdì. È qui che Schlein intende concedere qualcosa agli sconfitti, anche per provare a disinnescare i segnali di tensione che già si scorgono all'orizzonte. Si parla di 3-4 caselle su una quindicina, a fronte di una richiesta di 6-7. Nell'organo di vertice del partito potrebbe entrare Alessandro Alfieri, magari nel ruolo di responsabile Esteri. Una casella di peso, nel fronte della minoranza, secondo i rumors sarebbe in dirittura d'arrivo per Pina Picierno, numero due di Bonaccini nella corsa alla segreteria. Potrebbero andare a lei i galloni di vice-segretaria, magari affiancata da Marco Furfaro o da Peppe Provenzano.

Del resto, non è passata inosservata la sua assenza quando, sabato pomeriggio, Bonaccini ha riunito in video conferenza i parlamentari a lui vicini per sondare i malumori e decidere la linea da seguire. Dal fronte Schlein sembrano aver apprezzato. E dunque sarebbero pronti a ricambiare l'attestazione di stima nei confronti dell'europarlamentare. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA