Sicilia, moltiplicati gli assessori con i voti grillini: è bufera nei cinquestelle

Sicilia, moltiplicati gli assessori con i voti grillini: è bufera nei cinquestelle
di Francesco Lo Dico
Domenica 31 Marzo 2019, 08:30 - Ultimo agg. 15:13
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A oggi ci sono 1.400 assessori in carica in Sicilia. Ma a breve se ne aggiungeranno fino a 400, per un totale massimo di 16 milioni di euro di nuove spese, grazie a una nuova legge approvata dall'Ars che consentirà di distribuire centinaia di nuove poltrone in comuni dalle casse dissestate con la complicità del Movimento 5 Stelle. Fa molto discutere la linea assunta dalla pattuglia regionale grillina nell'Isola. Da una parte gli stellati sono impegnati in una titanica lotta contro i vitalizi degli ex deputati e contro la bulimia della politica, ma dall'altra hanno contribuito a dare il via libera alla nuova infornata. Ma che cosa prevede la norma che aggiungerà tra i 355 e i 400 nuovi posti a tavola nei 390 comuni della Sicilia? Il provvedimento scardina i limiti imposti al numero massimo di assessori nominabili introdotti al tempo del governo Crocetta.
 
In ragione dei nuovi parametri individuati dalla legge che allinea la Sicilia agli standard nazionali, nelle città sopra i 500mila abitanti la soglia sale da otto a undici assessori, con il risultato che a Palermo il sindaco Orlando ne potrà nominare altri tre. E altri due ne arriveranno a Catania e Messina, città comprese tra i 250mila e i 500mila abitanti che la legge premia con un bonus di due assessori: da otto diventeranno dieci. Ma i ritocchi verso l'alto sono previsti un po' ovunque nei390 comuni dell'Isola: la norma prevede infatti 4 assessori per i comuni fino a 10mila abitanti; 5 tra 10 e 30mila abitanti; 7 tra 30 e 100mila; 9 tra 100 e 250 mila. Ce n'era davvero bisogno? In seguito alle prevedibili polemiche puntualmente scoppiate dopo il via libera, l'assessore regionale agli Enti locali Bernadette Grasso ha precisato che «la norma è a invarianza di budget: i sindaci non sono obbligati a nominare più assessori e se lo faranno non avranno più soldi ma dovranno ritagliarli all'interno degli attuali stanziamenti». Ma il tema politico resta sul tavolo. «Si tratta di una norma di buon senso è stata la difesa del leader del M5s siciliano Giancarlo Cancelleri - che allinea la Sicilia al resto del Paese. Fino a ora i sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, hanno dovuto tenere per sé deleghe importanti agendo con molta difficoltà».

I 400 nuovi assessori che potrebbero sbarcare nelle giunte dell'Isola, non camperebbero certo d'aria. E vuoi o non vuoi, i soldi per i loro stipendi (mediamente parliamo di 40mila euro lordi all'anno a testa, per un conto che potrebbe sfiorare i 16milioni di euro) dovranno essere attinti da casse comunali ormai drammaticamente vuote specie nelle piccole realtà. A prezzo di qualche disservizio? Forse a prezzo di qualche piccolo scambio in odore di logiche da vecchia politica? Da Messina, il sindaco centrista Cateno De Luca, in carica dallo scorso giugno, parla di «una legge utile, due assessori in più ci consentiranno di sgravare alcuni membri della giunta da oneri troppo gravosi». De Luca assicura che «i due nuovi stipendi avranno ampia copertura nel bilancio comunale. Grazie all'abolizione delle figure dei direttori generali che scenderanno da 24 a 9 a partire da giugno, e all'accorpamento dei dipartimenti che caleranno da venti a otto, avremo ampi risparmi. Basti pensare che un direttore generale costa tra i 100 e 150mila euro all'anno, mentre un assessore circa 35-40mila». Nonostante l'apprezzamento per la misura, De Luca non può però fare a meno di notare l'ambiguità dell'atteggiamento del M5s. «Non mi sorprende che abbiano votato per l'introduzione di nuovi assessori, le loro battaglie non hanno un profilo sostanziale, ma rispondono a logiche contraddittorie e propagandistiche». A Gela, appare piuttosto critico verso gli ex colleghi stellati anche l'ex sindaco Cinque Stelle Domenico Messinese, espulso e non più in carica dallo scorso settembre.

«Il Movimento è un contenitore vuoto dice l'ex primo cittadino che non ha una direzione né una visione, questo voto non mi meraviglia perché è l'ennesima conferma della loro pochezza politica». I Cinque Stelle siciliani hanno sostenuto che il plotone di nuovi assessori permetterà alle giunte dei piccoli comuni di avere sollievo. Ma Messinese appare dubbioso. «Avere più assessori nei piccoli comuni è senz'altro utile perché spesso l'investimento si ripaga da solo. A Gela lo abbiamo dimostrato, recuperando a bilancio 1,3 miliardi di euro grazie a un lavoro scrupoloso. Ma la verità chiosa l'ex grillino è che la legge serve a a dare nuovi posti». Da giugno non è più sindaco dei Cinque Stelle a Ragusa, anche il pentastellato Federico Piccitto. «Se non ci sono costi maggiori per la pubblica amministrazione commenta l'ex primo cittadino del M5s - va tutto bene perché da tempo le giunte siciliane erano ridotte all'osso. Ma specie nei piccoli comuni c'è il rischio di una distribuzione indiscriminata di poltrone e di relativi costi inutili». L'Isola racconta dunque che è stata tradita la battaglia grillina contro i costi della politica? «Per ottenere veri risparmi occorre mettere le mani sulle indennità dei consiglieri regionali e dei parlamentari, ma anche su quelle dei ministri, dei gabinetti dei ministri e dei collaboratori. Viceversa, si creano disparità arbitrarie. Non serve ideologia sul tema, ma razionalità».
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