Sottosegretari del governo Meloni, la Campania in corsa per quattro posti

Sottosegretari del governo Meloni, la Campania in corsa per quattro posti
di Valerio Esca
Martedì 25 Ottobre 2022, 07:27 - Ultimo agg. 7 Novembre, 14:54
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Entra nel vivo la partita per gli incarichi dei sottosegretari e dei viceministri. Giorgia Meloni lancia messaggi agli alleati: «Bisogna fare presto, anzi prestissimo». L'accelerata sul completamento della squadra del nuovo esecutivo si avrà un minuto dopo aver ottenuto la fiducia di Camera e Senato. Tra oggi e domani nella maggioranza sarà stilata la lista dei desiderata dei partiti. La dead line per sciogliere tutti i nodi è stata fissata al 7 novembre.

Fanno gola ai coordinamenti campani dei partiti le 40 caselle da assegnare, ma bisognerà «muoversi secondo uno scacchiere nazionale» spiega un dirigente di FdI. Nella war room di via della Scrofa, gli addetti ai conteggi della neo premier fanno trapelare lo schema sul quale si sta lavorando: al partito che ha vinto le elezioni spetta il doppio dei posti rispetto a ciascuno degli alleati Fi e Lega. Fratelli d'Italia riuscirebbe così ad accaparrarsi venti caselle, gli azzurri e il Carroccio una decina a testa. Ma prima serve un chiarimento interno ai partiti: alla corsa si è iscritto almeno il doppio dei concorrenti. Per FdI le caselle iniziano a riempirsi. I bookmaker parlamentari danno per fatta la nomina del salernitano Edmondo Cirielli (FdI), in corsa per un posto di viceministro agli Esteri o all'Interno. Cirielli, alla vigilia dell'ufficializzazione del nuovo esecutivo, era dato tra i papabili ministri della Difesa, dicastero per il quale Meloni ha poi optato per Guido Crosetto.

Considerando il classico schema «della marcatura» dei ministri da parte dei vice o dei sottosegretari di un altro partito della stessa coalizione di Governo, è facile immaginare che l'ex questore della Camera possa essere indirizzato verso il Viminale, guidato dal prefetto Matteo Piantedosi, ex capo di Gabinetto di Matteo Salvini e considerato un tecnico, o verso la Farnesina, come numero due di Antonio Tajani. Tra quelli dati per certi c'è Maurizio Leo, come viceministro al Mef. In ballo, come sottosegretari, ci sono Andrea Delmastro (Giustizia), Marcello Gemmato (Salute), Paola Frassinetti (Istruzione).

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Stando allo scenario nazionale, significa che alla Campania spetterebbero quattro tra viceministri e sottosegretari: due a Fdi, uno a Fi e uno alla Lega. Per FdI, oltre a Cirielli, resta in corsa anche l'ex procuratore generale della Figc Giuseppe Pecoraro, che Meloni ha indicato alle elezioni politiche dello scorso 25 settembre, come candidato di coalizione all'uninominale Napoli-San Carlo all'Arena.

Nelle intenzioni della presidente del Consiglio assicurano da FdI - c'è quella di valorizzare la figura di Pecoraro, che può vantare un rapporto diretto con la neo premier. Per lui potrebbe anche configurarsi una terza ipotesi: rientrare nell'ufficio di presidenza di Giorgia Meloni, come consigliere diretto.

Non dovrebbe essere della partita il senatore e commissario regionale campano dei meloniani, Antonio Iannone, che meno di una settimana fa è risultato il primo degli eletti tra i candidati alla carica di segretario dell'ufficio di presidenza di Palazzo Madama. Il partito di Matteo Salvini dovrebbe fare un punto oggi. Al netto di Rixi, che accompagnerà Salvini alle Infrastrutture, il leader del partito di via Bellerio vorrebbe premiare Durigon, Molteni, Morrone, Gava, Borgonzoni e recuperare Morelli e Siri rimasti fuori dal Parlamento. In Campania, dove il Carroccio ha ottenuto il 4 per cento, il campo sembra restringersi su Pina Castiello, ex deputata leghista, che ha già ricoperto il ruolo di sottosegretario del ministero per il Sud dal 12 giugno 2018, nel governo Conte, fino alla caduta dell'esecutivo il 5 settembre dell'anno successivo. Castiello, molto vicina al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, sembra avere la strada spianata. Sgomita anche la quarta gamba della coalizione, Noi moderati, visto che Maurizio Lupi è rimasto fuori dal Governo.

Reclama spazio Forza Italia che punta ad essere ricompensata dopo le tensioni dei giorni scorsi. Non sarà semplice sbrogliare la matassa nel partito di Silvio Berlusconi. Il Cav ragionando sull'ipotesi delle dieci pedine dovrebbe assicurarsi almeno quattro sottosegretari, il che restringerebbe la rosa proposta dai territori.

Dell'area vicino a Tajani ci sarà solo Paolo Barelli (probabile viceministro al Viminale) e il senatore Battistoni. Ma l'elenco stilato da Arcore è lungo: Sisto, in pole come viceministro di Nordio a Via Arenula, poi Gregorio Fontana, Siracusano, Mandelli (alla Salute), Bergamini (Rapporti con il Parlamento), Micciché (al dicastero del Mare e del Sud), Valentini agli Esteri. Ma dal Sud i forzisti scalpitano. Dalla Campania si continuano a lanciare messaggi netti: «Siamo la seconda regione d'Italia per numero di voti». Non sono da meno i pizzini giunta a Roma da Puglia, Calabria e Sicilia. Il diktat del capo del Governo è sostanzialmente lo stesso posto ai partiti per la composizione dell'Esecutivo: «Proporre figure di alto profilo».

In Fi è stata decisa intanto la strada da seguire: per i sottosegretari serve il placet del coordinatore regionale e di tutti i parlamentari eletti in quel territorio, altrimenti non se ne fa nulla. Non sembrerebbe interessato alla partita Stefano Caldoro, in rotta di collisione con il partito a causa delle scelte romane sui cinque ministri azzurri. Il ragionamento non fa una grinza: al Sud Fi ha preso più voti rispetto al Nord, ma alla fine il partito non ha indicato nessuno ministro del Mezzogiorno.

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