Sud, beffa-asili, c'è il dietrofront: «Bisogna correre ai ripari»

Sud, beffa-asili, c'è il dietrofront: «Bisogna correre ai ripari»
di Valerio Iuliano
Martedì 30 Marzo 2021, 23:30 - Ultimo agg. 31 Marzo, 20:10
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Il primo bando di gara del Next Generation Eu penalizza il Mezzogiorno e ripropone la questione del divario territoriale nella cura dell’infanzia. L’avviso pubblico per la presentazione di «richieste di contributo per la presentazione di progetti relativi alla costruzione, ricostruzione, messa in sicurezza e riqualificazione di asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia» riguarda un beneficiario - le aree svantaggiate - che, di fatto, non trae giovamento dall’avviso stesso. O ne ricava un beneficio inferiore a quello auspicato. Le incongruenze del provvedimento governativo, rilevate dal “Mattino”, sono evidenti. 

La necessità di correre ai ripari, per mettere i comuni meridionali nelle stesse condizioni del resto d’Italia, viene evidenziata dalla Ministra del Mezzogiorno Mara Carfagna. «Le modalità di assegnazione dei 700 milioni di euro messi a bando per la costruzione di asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali per servizi alla famiglia - spiega la Carfagna al Mattino - sono state stabilite da una norma e da un Dpcm del governo Conte.

Personalmente non avrei mai dato il mio assenso a criteri che, al di là dei principi generali, rischiano in concreto di penalizzare proprio i comuni più deboli nella capacità amministrativa e più bisognosi di infrastrutture sociali, la gran parte dei quali al Sud». 

La Carfagna sottolinea, dunque, l’incongruenza di alcuni dei criteri stabiliti dal governo e introduce anche un altro argomento. «Certamente, nell’assegnazione delle prossime quote di Pnrr dedicate agli asili nido - spiega la ministra del Sud - proporremo un esplicito vincolo di destinazione territoriale. Per questo primo bando bisogna intanto correre ai ripari, aiutando i comuni del Sud a competere ad armi pari con quelli del resto del Paese: da un lato ho dato la mia disponibilità ai colleghi Bonetti, Bianchi e Lamorgese a partecipare alla cabina di regia per il monitoraggio dello stato di attuazione dei progetti, dall’altro istituiremo presso il ministero per il Sud e la Coesione territoriale una task force - a cui inviteremo anche CDP - dedicata ad affiancare i comuni nella redazione dei progetti definitivi ed esecutivi». 

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L’avviso, che punta a destinare il 60% delle risorse disponibili alle aree periferiche e svantaggiate, porta la firma del Dipartimento degli Affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno e dello stesso Ministero dell’Istruzione. Allo stesso bando, aveva dato il suo consenso in conferenza unificata l’Anci. Tra i ministeri coinvolti nell’elaborazione del bando manca proprio quello per il Mezzogiorno. Un’assenza che ha indotto la stessa Carfagna a rivendicare la presenza del suo ministero al tavolo delle decisioni, in sede di distribuzione delle risorse.

La Carfagna ha inviato ieri una lettera al ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi, a quella delle Pari Opportunità Elena Bonetti ed alla Ministra degli Interni Lamorgese per informarli della sua intenzione di apportare una modifica legislativa. L’obiettivo è quello di includere il Ministero per il Sud tra quelli che concerteranno le future iniziative, che utilizzeranno le risorse del Pnrr, oltre che tra i componenti della cabina di regia per il monitoraggio dello stato di attuazione dei progetti, prevista dalla legge di bilancio per il 2020. La stessa Carfagna aveva evidenziato più volte, nelle passate settimane, l’esigenza di porre fine alle discriminazioni per luogo di residenza. 

Il bando sugli asili nido recava già in nuce una contraddizione evidente, ovvero quella di inserire Milano e Roma tra le aree svantaggiate, al pari di Napoli e Bari. Una contraddizione che il governo puntava a risolvere limitando alla Capitale e al capoluogo lombardo la possibilità di fare richiesta soltanto per le aree periferiche. Ma quest’ultima disposizione non è stata poi inserita nell’avviso. Così come è rimasto inalterato il punto che vede destinare risorse anche a tutti i comuni svantaggiati sebbene in regioni ricche e prive di periferie degradate (esempio: da Aosta a Belluno). 

Così come resta il nodo della ripartizione delle risorse, limitato al 60% ma non su tutto il budget a disposizione. E ancora: resta da modificare l’iniqua attribuzione dei punteggi in base al fabbisogno storico che da sempre danneggia il Sud.

Il bando che inaugura il Next generation Eu ha avuto peraltro una gestazione complessa, perché deriva dalla legge sulle aree svantaggiate del 2019 e la ripartizione dei fondi è scaturita dalla legge di bilancio del 2020 del governo Conte. Un provvedimento “a cavallo” tra due governi. 

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