Sud, ecco il piano del centrodestra: «Riorganizzare il ministero»

Sud, ecco il piano del centrodestra: «Riorganizzare il ministero»
di Lorenzo Calò, Valentino Di Giacomo
Martedì 27 Settembre 2022, 23:45 - Ultimo agg. 28 Settembre, 19:33
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Più di 80 miliardi di risorse europee e nazionali che arriveranno - e in parte già sono arrivate - al Sud. Sono i fondi del Pnrr, ma per il nuovo governo di centrodestra si apre ora il tema se gestirli ancora attraverso un apposito ministero per il Sud e della Coesione territoriale come nell’ultima legislatura. Nei vertici tra i leader ed emissari del centrodestra di queste ultime ore si discute non soltanto della possibile divisione degli incarichi, ma anche su come organizzare il lavoro di governo e attraverso quali ministeri. Non è una certezza che possa essere riconfermato questo dicastero. Forza Italia spinge per confermare il ministero del Sud, non potrebbe essere altrimenti dal momento che - con questa denominazione - fu proprio Silvio Berlusconi, nel 2005, a volere un apposito ministero per il Mezzogiorno indicando Gianfranco Micciché per quella poltrona. Più attendista è la posizione di Fratelli d’Italia. È più questione di forma che di sostanza perché al movimento di Giorgia Meloni poco piace dividere il Paese per zone di attenzione e i fondi in arrivo dall’Europa potrebbero essere pure gestiti da un’unica struttura ancorata a Palazzo Chigi per tutto il territorio nazionale. D’altra parte alla leader di Fdi non sfugge l’importanza, anche simbolica, di ribadire la centralità del Mezzogiorno mediante un ministero ad hoc in grado di dialogare con il Dipartimento Politiche di coesione. Da partito autonomista non avrebbe invece nulla in contrario la Lega di Salvini a riproporre il ministero. «In realtà - spiega Sergio Rastrelli, coordinatore napoletano di Fdi e neosenatore del partito di Giorgia Meloni - ritengo sia assolutamente prematuro ipotizzare scenari futuribili prima che vi sia stato un confronto interno tra le forze della coalizione, soprattutto su temi così delicati che attengono all’equilibrio istituzionale dello Stato e che lambiscono prerogative di rango costituzionale. Il tema politico resta piuttosto la assoluta centralità del Sud nella sua azione di governo». 

Il Pnrr prevede la destinazione del 40 per cento delle risorse complessivamente considerate dal Piano al Mezzogiorno, per un importo pari a circa 82 miliardi. Il valore complessivo del Pnrr e del Fondo Complementare ammonta a oltre 222 miliardi di euro, di cui circa 211 sono imputabili a iniziative allocabili territorialmente. Ad esito della valutazione le risorse destinate al Mezzogiorno ammontano a 86 miliardi, pari al 40,8% delle risorse allocabili territorialmente. Nel corso dell’esame parlamentare della prima Relazione sullo stato di attuazione del Pnrr il ministro Daniele Franco ha comunicato che alla data del 23 febbraio 2022, in base ai provvedimenti già adottati dalle singole amministrazioni, risultano assegnati a livello territoriale circa 56,6 miliardi di euro: di questi, 25,7 miliardi (il 45%) risultano assegnati in favore di regioni del Mezzogiorno. Secondo Gianluca Cantalamessa, deputato uscente della Lega, ora eletto al Senato «un ministero per il Sud va certamente mantenuto se utile all’interesse del Mezzogiorno.

Come Lega, nei governi Conte e Draghi, abbiamo sempre sostenuto la presenza nell’esecutivo di un ministero per il Sud affinché favorisse azioni di sviluppo e coordinamento dei fondi destinati al Mezzogiorno». 

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A detta di Cantalamessa, inoltre, «la Lega ha anche ribadito il proprio appoggio al patto per Napoli come misura per incrementare servizi e opportunità ai cittadini laddove le amministrazioni di centrosinistra hanno determinato ingenti buchi di bilancio». Per Giovanna Petrenga, senatrice riconfermata di Fdi, vicinissima alla leader Giorgia Meloni, «il Sud è imprescindibile nell’agenda di governo unitamente alle politiche sull’energia e alle misure di sostegno a famiglie e imprese. L’attenzione per il Mezzogiorno sarà pertanto centrale, con o senza, la presenza di un ministero». Più decisi sono in Forza Italia, ad esempio il coordinatore regionale Fulvio Martusciello, che da europarlamentare ha seguito la vicenda dei fondi Pnrr sin dall’inizio: «Il ministero per il Mezzogiorno - spiega - sarebbe fondamentale per sorvegliare e gestire l’utilizzo dei fondi. Posso però preannunciare che nelle riunioni già svolte in Forza Italia tra i coordinatori meridionali e il partito nazionale, è stato ribadito che nel caso sarà riconfermato questo ministero ci dovrà essere un reset perché in questi ultimi mesi quel dicastero è stato utilizzato come arma di propaganda in campagna elettorale». 

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