Vitalizi, adesso Casellati apre all’appello ma la prima mossa spetta agli uffici

Vitalizi, adesso Casellati apre all’appello ma la prima mossa spetta agli uffici
Vitalizi, adesso Casellati apre all’appello ma la prima mossa spetta agli uffici
di Simone Canettieri
Sabato 27 Giugno 2020, 07:34 - Ultimo agg. 17:31
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Il pressing (e la propaganda) è più forte che mai. Ma Elisabetta Casellati, per il momento, più che dichiarare che «la sentenza è appellabile» non dice. Ma sono comunque parole importanti, quelle della presidente del Senato. Da leggere controluce come un sì al ricorso. Tuttavia, nel gorgo di regole e leggi che disciplinano questa materia così rigida e complessa, quanto di facile speculazione politica, ci sono una serie di meccanismi che dovranno mettersi in moto.
La contabilità dei vitalizi agli ex senatori dipende dall'amministrazione di Palazzo Madama. Dagli uffici e non dalla politica. E dunque per far partire il ricorso servirà che il segretario generale del Senato, Elisabetta Serafin, pigi sul pulsante «on».

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Prima di arrivare a questo passaggio, però, ce ne sono altri. Il primo riguarda le motivazioni della sentenza che ieri ha fatto infuriare praticamente tutto l'arco parlamentare (o quasi). A partire dai grillini, che su questa battaglia hanno costruito un'identità, una marea di clic su Facebook e voti nelle urne, con tanto di feste in piazza e brindisi con il prosecco. Solo che dopo aver annunciato da un balcone l'abolizione della povertà, ma ne mancano le prove, adesso i pentastellati rischiano di rimangiarsi anche questa, per via di una delibera scritta male. E così il M5S, da Paola Taverna a Luigi Di Maio, tornano alla carica e parlano, con Vito Crimi, «di malloppo» e di «Kasta». Stesso discorso per la Lega di Matteo Salvini. Con a seguire gli altri partiti, da Giorgia Meloni a Nicola Zingaretti, seppur con accenti e sfumature diverse. Uniti idealmente come ai tempi del governo gialloverde, grillini e leghisti hanno chiesto che sia convocato d'urgenza il consiglio di presidenza del Senato per chiedere che siano messo nero su bianco le loro intenzioni belligeranti e zuppe di sdegno.

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Ma qui bisogna ritornare alle regole, di cui è custode Casellati, che prevedono prima di tutto una lettura delle motivazioni della sentenza. Il vulnus che ha ribaltato il tavolo l'altra notte. E poi ci saranno trenta giorni di tempo per procedere con il ricorso, o meglio l'appello a un altro organismo. Questa volta sarà interessato della pratica il Consiglio di garanzia, il secondo e ultimo grado del tribunale interno. Il cui presidente è Luigi Vitali (FI), coadiuvato dal vice Ugo Grassi (Lega). Completano la cinquina: Alberto Balboni (Fratelli d'Italia), Pasquale Pepe (Lega) e Valeria Valente (Pd). Stando alle dichiarazioni, la partita dovrebbe finire - quando si disputerà - 4 a 1 per ripristinare lo stop ai vitalizi, accogliendo così il ricorso coram populo. Anche se il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà invita «tutti i partiti» a sostenere questa battaglia. 
 


Intanto, il Movimento ha trovato un tasto che suona molto bene nelle piazze, per il momento virtuali, battute in questi ultimi tempi. Anche perché è molto facile da esemplificare in un titolo o in uno slogan, ma più complesso se si entra nel merito. Casellati per il momento aspetta, anche se ha già mandato una serie di segnali, per chi le sta vicino, incontrovertibili.

​In questo scenario anche il Pd - per carità di coalizione e di consenso - deve accodarsi. Nicola Zingaretti è netto: «Sui vitalizi una scelta insostenibile e sbagliata. La cassa integrazione è in ritardo e si rimettono i vitalizi. Non è la nostra Italia», è il messaggio del segretario. Anche se su questo argomento, proprio il Nazareno, propose un'altra soluzione all'epoca della discussione, nel 2018. Come ha ricordato l'altro giorno Anna Rossomando, vicepresidente dem del Senato: «Avevamo un'idea alternativa che non venne presa in considerazione dall'allora maggioranza.
Una soluzione, quella del Pd, che non avrebbe esposto il Senato alla situazione attuale». Ma ormai lo scenario è cambiato. In tutti i sensi. Non sono ammessi distinguo.

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