Terremoto di Ischia, condono riaperto: gli esclusi protestano

Terremoto di Ischia, condono riaperto: gli esclusi protestano
di Adolfo Pappalardo
Sabato 15 Settembre 2018, 08:00 - Ultimo agg. 17:14
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Per molte ore il testo del decreto sulla ricostruzione post sisma di Ischia è rimasto un giallo. Bollato con la dicitura «riservato» subito dopo l'uscita dal Consiglio dei ministri, due sere fa, in attesa di ulteriori limature dei tecnici di palazzo Chigi. Tanto che i sindaci dell'isola e lo stesso commissario Schilardi non ne hanno avuto ancora copia. Perché ci sono voluti giorni, e servono almeno altre 48 ore, per sciogliere e limare il nodo della ricostruzione delle case abusive. Case che non godranno di alcun contributo, né potranno essere ricostruite tal quale. A meno, è chiaro, che il decreto (15 articoli in tutto quelli sul sisma campano) non subisca modifiche per l'ok finale dopo i passaggi in Aula nei prossimi 60 giorni.

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Rispetto alla bozza, anticipata da Il Mattino domenica scorsa, si allargano, ma solo temporalmente, i termini entro cui i Comuni dovranno esaminare le richieste di sanatoria edilizia. Nel vecchio testo si prevedevano 6 mesi per esaminare tutte le istanze presentate per i condoni del 1985, 1994 e anche di quello del 2003 mai entrato, però, in vigore in Campania. Ora i tempi si dilatano e gli unici condoni in cui possono rientrare le domande presentate dagli ischitani possessori di immobili non a norma rimangono quelli del 1985 e 1994. Passaggio, quest'ultimo, che non piacerà affatto agli amministratori locali. «Le domande di sanatoria presentate nei comuni di cui all'articolo 16, comma 1, (quelli terremotati di Casamicciola, Forio e Lacco Ameno, ndr) ai sensi e nei termini previsti dalle disposizioni di cui alla legge n. 47 del 1985, capo IV ed alla legge n. 724 del 1994, articolo 39, ancora pendenti alla data di entrata in vigore della presente decreto, sono definite dai comuni entro il 31 dicembre 2019», recita l'articolo 24 che è chiarissimo su un punto: «Il procedimento per la concessione dei contributi è sospeso nelle more dell'esame delle istanze di condono e la loro erogazione è subordinata all'accoglimento delle stesse». Uno stop, un paletto fermo, per evitare che le case abusive possano essere costruite tal quale e beneficiare, addirittura, del contributo del 100% previsto. Stesso procedimento, il rispetto dei titoli edilizi, riguarda anche chi voglia iniziare a ricostruire a spese proprie salvo il rimborso successivo.
 

 
 
La sospensione dei tributi slitta invece sino all'«anno d'imposta 2020». Mentre i Comuni verranno compensati per i mancati introiti della Tasi con 6 milioni di euro dal 2018 al 2021. Mentre per le attività del commissariato straordinario e in fondi per la ricostruzione, i tecnici di Palazzo Chigi si sono riservati di calcolare le cifre dopo un ulteriore chiarimento con il Mef».

Delusi rimarranno sicuramente gli amministratori locali. A cominciare dai sindaci di Ischia, Serrara Fontana e Barano che hanno tentato di far rientrare i propri comuni tra quelli dichiarati terremotati dal sisma del 21 agosto 2017. Non è basta una lettera spedita al premier Conte in tal senso: pessing rispedito ai mittenti. Anche se è naturale che i primi tre cittadini ci riproveranno quando il testo sarà discusso in Aula.
Non nasconde, invece, la propria soddisfazione Pina Castiello, sottosegretario al Sud. «Il decreto Ischia evidenzia come il governo abbia mantenuto tutti gli impegni. D'altronde si tratta - specifica la parlamentare leghista - di un impegno preso da Salvini a Ischia subito dopo le elezioni quando, insieme a me, ha visitato i luoghi interessati dal sisma. E qualora ci fosse esigenza di intervenire con miglioramenti del decreto ascolteremo i sindaci e il commissario».

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